Boy Scout of America passerà alla storia per aver pagato il maggiore risarcimento per abusi sessuali (850 milioni di dollari a circa 60.000 persone vittime). É questo il finale nei giorni scorsi della vicenda iniziata in tribunale nel 2012. Secondo gli avvocati si tratta del più grande accordo di abusi sessuali nella storia degli Stati Uniti d’America. Maggiore anche dell’altro scandalo storico legato ad abusi sessuali: quello delle denunce di violenze sui minori da parte di preti pedofili, il famoso caso Spotlight.
Niente è di più “americano” dei Boy Scout of America (BSA). Nati nel 1910 come evoluzione del movimento scout, si sono successivamente estesi in quasi tutto il mondo. Oggi, in America, la “gloriosa” associazione vanta oltre due milioni di iscritti (ma fino a pochi anni fa, erano più di quattro milioni). Nomi famosi sono stati boy scout: da John Fitzgerald Kennedy all’attuale presidente degli USA, Joe Biden, dall’astronauta Neil Armstrong al regista Steven Spielberg. Secondo alcune stime, dalla sua fondazione, oltre cento milioni di americani hanno fatto parte di questa associazione. Sulla pagina del sito ufficiale dell’associazione si legge: “Lo scouting è avventura, famiglia, divertimento, carattere, leadership e molto altro!” Nessuno dei genitori o dei ragazzi inviati a far parte dei club scout avrebbe mai potuto immaginare cosa avrebbe significato per i propri figli le parole “molto altro”. Boy Scouts of America | preparato. Per la vita. (scouting.org)
Il 18 Febbraio 2020, i Boy Scout of America hanno presentato il Capitolo 11 Bankruptcy presso il Tribunale fallimentare degli Stati Uniti per il Distretto del Delaware. La BSA si è “scusata” con le vittime e ha presentato istanza di fallimento affermando che verrà istituito un fondo di risarcimento per le vittime di abusi sessuali. Pare, però, che stia già programmando di riaprire i battenti risorgendo dalle proprie ceneri. Boy Scouts of America | Prepared. For Life.™ (scouting.org) Come se nulla fosse mai successo.
Ma cos’è che è successo? Lo scandalo risale al 2010, ma se ne parlò davvero solo nel 2012, dopo che il Los Angeles Times pubblicò il Perversion File: un rapporto di oltre 14mila pagine in cui erano riportate le prove di migliaia e migliaia di abusi sessuali su minori di tutte le età, avvenute tra il 1959 e il 1985.
Come per il caso Spotlight, anche per il “caso” Boy Scout of America a scoprire tutto non furono le autorità o la polizia, ma i giornali. E, anche in questo caso, molti dei responsabili erano degli “insospettabili”: circa 1.200 capi scout, ma anche i vertici dell’organizzazione e perfino alcune autorità che, per decenni, avevano fatto finta di non sapere o, peggio, avevano cercato di depistare ogni tentativo di indagine.
Sono circa 5.000 i file contenuti nel Pervertion File. Parlano di violenze da parte di maestri scout e dei leader dell’associazione. Criminali che, anche dopo essere stati scoperti, i vertici dell’associazione definirono in modo superficiale “volontari non idonei”. Per loro, dopo aver scoperto l’accaduto, i leader di Boy Scouts of America si limitarono a chiedere le dimissioni. Anzi per alcuni avrebbero fatto di peggio: li avrebbero aiutati a far sparire ogni traccia dei reati commessi e avrebbero giustificato il licenziamento dei dipendenti o l’allontanamento dei volontari adducendo false motivazioni. E come per le vittime di violenza da parte dei preti pedofili, migliaia i casi di violenze non furono mai denunciati alla polizia. List of Confirmed BSA Abusers – Abused In Scouting
Grazie allo scoop del Los Angeles Times, ora, appaiono chiare le dimensioni dello scandalo: a Novembre 2020, pochi giorni prima della scadenza fissata da un giudice del Delaware per la procedura di bancarotta chiesta dall’organizzazione per risarcire i danni (e coprire, almeno in parte, lo scandalo prima che potesse verificarsi il peggio), è emerso che i casi di abusi avrebbero riguardato un numero pazzesco di adolescnti: circa 81.500 casi. “Sapevo che ce n’erano molti ma non avevo mai pensato che sarebbe stato un numero vicino a questo”, ha dichiarato l’avvocato Paul Mones. Il rischio è che molti di questi reati potrebbero essere prescritti, nonostante la decisione di alcuni stati, come New York, di prorogare i termini per dare la possibilità di perseguire i responsabili anche alle vittime più anziane.
Fondata nel 1910, Boy Scout of America, venne citata in una legge del 1916 che definiva tra i valori degli scout “il patriottismo, il coraggio e la fiducia in se stessi”. Ideali che hanno segnato la crescita di generazioni di ragazzini americani ai quali veniva chiesto di giurare di essere sempre “moralmente corretti”.
Una correttezza morale che, a quanto è emerso nei giorni scorsi, non riguardava centinaia, anzi migliaia di istruttori o soci. Ma soprattutto, che non rientrava tra i principi “morali” di generazioni di leader che, per decenni, si sono dati da fare per coprire i responsabili dei reati commessi, incuranti delle conseguenze che le violenze subite avevano avuto sui minori. Un comportamento biasimevole che la decisione di patteggiare con un risarcimento multimilionario dovrebbe rendere ancora peggiore agli occhi di tutti: piuttosto che mettere alla gogna e chiudere in galera i responsabili di questi reati, l’associazione ha preferito mettere tutto a tacere e pagare un risarcimento. Anche a costo di fallire.
Forse è questo l’aspetto più tremendo che accomuna il caso Spotlight al Perversion File: in entrambi i casi, negli USA, si è preferito chiudere un occhio (anzi tutti e due) sul comportamento criminale, noto, risaputo, dimostrato e tollerato dai vertici e mettere tutto a tacere il più velocemente possibile pagando una somma di denaro. Dimenticando gli effetti che questi abusi (ma anche il modo in cui sono stati tenuti nascosti e perfino lo stesso modo di risarcire i danni) hanno prodotto su migliaia di bambini, di adolescenti, di minori le cui vite saranno per sempre segnate. Permettere ai criminali di non finire in carcere, di non essere sbattuti sulle prime pagine dei giornali ha riaperto le ferite mai guarite di decine di migliaia di adolescenti. Persino chi avrebbe dovuto difendere le vittime sarebbe criticabile: Ken Rothweiler, uno dei tre principali negoziatori dei minori vittime di abusi, ha riferito ad una radio americana di essere soddisfatto della conclusione delle trattative (nessuno ha detto quale sarà il suo compenso – di solito calcolato in percentuale sulla “transazione milionaria”).
Solo Tim Kosnoff, avvocato di un altro gruppo di vittime, ha definito l’accordo “marcio”: “Alcuni ragazzi riceveranno solo poche migliaia di dollari dopo essere stati abusati per anni – ha denunciato – si tratta di un insulto a chi ha avuto il coraggio di denunciare”.
É questa l’America di oggi: un paese dove è considerato normale cancellare decenni e decenni di abusi, di violenze, di maltrattamenti su adolescenti condotti da migliaia di criminali appartenenti a enti, sulla carta, moralmente ineccepibili. Basta pagare con un misero e miserabile risarcimento in denaro. Come se questi soldi (arrivati solo dopo che era scoppiato lo scandalo) potessero restituire a questi ragazzi la propria vita. La propria gioventù distrutta. I propri ideali di “patriottismo, coraggio e fiducia in se stessi” sbriciolati dalle violenze subite. Tutto anche grazie all’aiuto dei vertici di questi enti: invece che aiutare i minori, i più deboli, le vittime, questi “leader” dare un bell’esempio: hanno preferito proteggere dei criminali. E, con il patteggiamento raggiunto nei giorni scorsi, continuano a farlo.
É questa l’America di oggi. Un posto (definirlo “paese”, forse, non è corretto) dove tutto può essere quantificato in dollari. Anche la vita di uno, cento, mille, 80mila bambini violentati e abusati per anni dai membri di quella che, per molti, era una “gloriosa” associazione americana.
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