Non si sa nulla, ma tutti dicono di sapere tutto. L’avvocato difensore di Donald Trump, Ronald Fischetti, ha detto che non ha dubbi, l’ex presidente non sarà incriminato. Nella stessa frase però ha aggiunto che la sua è solo una impressione maturata dopo aver parlato con gli inquirenti. Insomma non lo sa neanche lui, mentre il tam tam delle voci incontrollate vorrebbe che l’incriminazione sarebbe in dirittura di arrivo e solo per il CFO della Trump Organization, Allen Weisselberg. Su di lui ultimamente si sono concentrate le attenzioni degli inquirenti. Probabilmente la strategia della procura è quella di incriminarlo e poi patteggiare la commutazione della pena in cambio della sua testimonianza. Weisslberg ha 79 anni ed è stato il responsabile finanziario, prima come Comptroller e poi come CFO dell’azienda e si ritiene che conosca tutti i segreti della società. Una sua testimonianza potrebbe essere devastante per l’ex presidente. La sua incriminazione potrebbe arrivare prima del weekend.

L’incontro avvenuto ieri pomeriggio tra Fischetti e gli avvocati della procura distrettuale di Manhattan è una prassi usata per dare la possibilità alla persona indagata di spiegare perché non deve essere incriminata e di chiarire i particolari per decisioni prese, transazioni, o pagamenti effettuati. Poiché è una indagine su attività commerciali gran parte dell’inchiesta si basa sui documenti e non tanto sulle testimonianze. Normalmente è l’ultima parte dell’inchiesta giudiziaria prima che il Grand Jury decida se prosciogliere o rinviare a giudizio la persona inquisita. Nello Stato di New York è possibile rinviare a giudizio non solo le persone fisiche, ma anche le società. Secondo il Washington Post l’avvocato Fischetti non avrebbe negato i benefici non dichiarati concessi ad alcuni dipendenti, ma avrebbe sostenuto che è una pratica diffusa e che sicuramente non merita una indagine penale.
La Trump Organization è la holding che raccoglie le attività economiche della famiglia: dagli hotel ai campi di golf. Le indagini erano state avviate dopo le dichiarazioni dell’ex avvocato di Donald Trump, Michael Cohen che nella sua testimonianza al Congresso nel 2019 ha raccontato come erano avvenuti i pagamenti fatti a due donne che avevano accusato l’allora candidato alla presidenza di aver comparto il loro silenzio per non compromettere la sua elezione. Partita l’inchiesta sul giro di assegni usati per tacitare la pornostar Stormy Daniels, dopo l’acquisizione delle dichiarazioni fiscale di 8 anni dell’ex presidente, l’indagine si è allargata a evasione fiscale e frode bancaria e assicurativa. Per questi stessi reati c’era anche una investigazione in corso da parte di Letitia James, l’Attorney General dello Stato di New York poichè parte degli immobili dati in garanzia per i prestiti bancari erano fuori dalla giurisdizione di Manhattan. L’accusa vorrebbe che il valore di terreni e palazzi siano stati sopravvalutati come garanzia dei prestiti e gli stessi terreni e palazzi siano stati sottovalutati nella denuncia dei redditi. Una truffa alle banche e all’erario. I due uffici inquirenti hanno unito le forze e nelle settimane scorse Il District Attorney di Manhattan, Cyrus Vance, aveva detto che l’indagine era diventata penale. Sin dall’inizio l’ex presidente ha detto che l’inchiesta “è la più grande caccia alle streghe politica del nostro tempo”.
Oggi l’ex nuora di Allen Weisselberg, Jennifer Weisselberg, ha detto ai microfoni di Erin Burnett della Cnn di essere pronta a testimoniare se sarà convocata dal Grand Jury. La donna, dopo il divorzio dal figlio di Allen Weisselberg ha portato alla procura distrettuale di Manhattan casse di documenti che il suocero aveva portato a casa loro per essere custoditi.

Ma non è solo l’indagine della procura distrettuale di New York a complicare la vita dell’ex presidente. La speaker della Camera, Nancy Pelosi ha messo in agenda per mercoledì il voto per la creazione di una commissione d’inchiesta solo della Camera sull’assalto al Congresso del 6 gennaio dopo che la commissione bipartitica è stata bocciata dal Senato. L’organismo dovrebbe essere formato da 13 membri, di cui otto scelti dalla presidente e cinque dal leader della minoranza repubblicana alla Camera, Kevin McCarthy.
“Il 6 gennaio è stato uno dei giorni più bui nella storia della nostra nazione. È imperativo stabilire la verità di quel giorno e garantire che un simile attacco non possa più ripetersi”, ha detto Pelosi in una dichiarazione. Se Nancy Pelosi dovesse includere un membro del partito avversario tra le sue otto nomine, ciò ridurrebbe il margine tra i due partiti a sette democratici a fronte di sei repubblicani. Circolano i nomi di Adam Kinzinger e Liz Cheney come possibili esponenti conservatori tra le scelte della speaker democratica Kevin McCarthy sta invece pensando di nominare Marjorie Taylor Greene e Lauren Boebert a far parte di questa commissione.

Dal sarcasmo agli insulti tra Donald Trump e l’ex Attorney General William Barr che nel libro scritto dal giornalista Jonathan Karl di prossima uscita, Betrayal, rivela particolari inediti sulla sconfitta elettorale di Trump e sulle sue reazioni. Intervistato, l’ex Attorney General controbatte alle accuse lanciate da Trump dei brogli elettorali come “stupidaggini” (bullshit) e che decise di fare la sua dichiarazione che le elezioni non erano state truccate su suggerimento del leader repubblicano del Senato Mitch McConnell per cercare di fermare Trump che continuando a ripetere senza fondamento dei brogli elettorali si era alienato il voto di una larga fascia di repubblicani. “Il suo comportamento danneggia le elezioni per il Senato in Georgia” scrive Mitch McConnell a William Barr: ”Rischiamo di perdere la maggioranza al Senato”. E così è stato. “Non avevo più fiducia in lui (William Barr) molto prima dei brogli elettorali del 2020” afferma Trump in una dichiarazione. “Era debole, pauroso e ora che leggo le sue affermazioni, anche patetico”. Né si salva Mitch McConnell, accusato di non aver usato le Fake news della sua sconfitta per far leva su William Barr a fare le dichiarazione.
Infine uno dei più strenui difensori dell’ex presidente, Tucker Carlson, di Fox News, ha detto che “la guerra ai terroristi ora prende di mira gli americani”. Il “megafono” di Trump ha detto che una “gola profonda” della National Security Agency gli ha riferito che l’agenzia di spionaggio sta monitorando tutte le sue comunicazioni elettroniche con lo scopo di screditarlo per far perdere audience e quindi eliminare il suo programma televisivo. Sere fa Tucker Carlson durante il suo programma aveva detto che l’insurrezione del 6 gennaio era stata organizzata dall’Fbi e per controbattere le affermazioni del presidente Biden che il maggior pericolo attualmente è il terrorismo interno Tucker Carlson ha affermato che i suprematisti bianchi non sono un pericolo per gli americani.