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June 14, 2021
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Joe Biden abbraccia la “famiglia” NATO e rassicura anche sul suo incontro con Putin

Dopo il G7 il presidente USA rivede gli alleati del patto atlantico e ancora una volta le sfide poste da Russia e Cina restano al centro dei lavori

Sonia TurrinibySonia Turrini
Time: 6 mins read

La full immersion diplomatica di  Joe Biden in Europa continua, dopo il G7 dello scorso weekend, con il vertice della NATO di oggi, a Bruxelles, anticamera dell’attesissimo faccia a faccia con Putin in programma per mercoledì a Ginevra. “In un’era di competizione globale, noi rimaniamo uniti come famiglia transatlantica”, ha dichiarato il Segretario Generale NATO Stoltenberg in apertura al Summit.

Il comunicato conclusivo, come era stato annunciato già durante il G7, fa riferimento diretto a Russia e Cina. “Le azioni aggressive della Russia costituiscono una minaccia alla sicurezza Euro-Atlantica”, si legge, e “la crescente influenza e le politiche internazionali cinesi possono porre sfide che dobbiamo affrontare insieme, come Alleanza”.

Il caloroso benvenuto al presidente Biden

Ancora una volta, l’arrivo del presidente Biden è stato accolto con favore da tutti i leader. Il Segretario Generale della NATO, l’ex primo ministro norvegese Stoltenberg, ha ringraziato Biden per il suo “impegno granitico verso l’Alleanza”. “So che possiamo contare sull’America, e l’America può contare sulla NATO”, ha twittato. Anche Mario Draghi ha commentato che il vertice NATO “è parte del processo di ricostruzione e riaffermazione di una alleanza che è fondamentale per gli USA che è stata, come dire… indecisa durante l’amministrazione precedente”. “Pensate che la prima visita di Biden è stata in Europa”, ha continuato, “e provate a ricordare dove fu la prima visita del presidente Trump”. Lo ricordiamo: in Arabia Saudita.

Biden ha a sua volta continuato la sua opera di convincimento che gli USA sono tornati a sedersi al loro posto e non se ne sposteranno: “voglio chiarirlo: la NATO è di importanza vitale per gli interessi degli USA. Se non ci fosse ce la saremmo inventata” e, ha continuato, “voglio solo che tutta l’Europa sappia che gli USA sono qui, gli USA sono qui”.

Il rapporto difficile della NATO con la Cina di Xi Jinping e la Russia di Putin

La Cina non è bollata come “minaccia” vera e propria, ma per la prima volta nella storia il suo espansionismo economico viene ufficialmente riconosciuto dalla NATO come una sfida. “La Cina non condivide i nostri valori”, ha detto il Segretario Generale. “Vediamo come bloccano le proteste democratiche a Hong Kong e perseguitano minoranze nel loro stesso paese, come usano la tecnologia, i social, il riconoscimento facciale per monitorare e sorvegliare la loro stessa popolazione in un modo che non abbiamo mai visto prima”, ha spiegato, ma il problema riguarda cosa fare “a casa”, perché “la Cina si sta avvicinando sempre di più a noi”. “La Cina sarà presto la maggiore economia globale, hanno già il secondo budget per la difesa al mondo e la più grande flotta militare”, ha continuato, “è importante per la nostra sicurezza”.

Rimane dunque qualche incertezza sull’insistenza di Stoltenberg che la Cina non sia un avversario o nemico. Anche Boris Johnson è intervenuto specificando ai giornalisti che la NATO non vuole una Guerra Fredda con la Cina, “ma credo che ci siano delle criticità”, “cose che dobbiamo gestire insieme”.

Nel corso della giornata Biden si è trattenuto privatamente con i leader di paesi dell’Europa dell’est (Polonia, Romania e stati Baltici), per discutere principalmente della Russia, ancora percepita come maggiore minaccia (https://www.nytimes.com/live/2021/06/14/world/nato-summit). Biden ha chiarito la sua intenzione di “farsi avanti ed affrontare le minacce della Russia”, secondo quanto riportato da un ufficiale della Casa Bianca (https://edition.cnn.com/world/live-news/biden-nato-summit-updates-06-14-2021/index.html), riscuotendo l’approvazione in particolare del presidente lituano Gitanas Nauseda ha dichiarato che la Russia sta cercando di “ingoiare” la Bielorussia, creando un pericolo serio per tutta la regione dell’Europa dell’est, e che la NATO deve mettere in campo una risposta “molto chiara, unita e decisa”.

La cybersicurezza diventerà parte degli accordi NATO?

I 30 paesi NATO hanno concordato che gli attacchi hacker alla cybersecurity, in determinate circostanze e se di grave entità possono essere equiparati agli attacchi armati. Potrebbe dunque essere invocata la clausola dell’Articolo 5 degli accordi atlantici, che prevede che gli altri paesi si uniscano nell’auto-difesa di uno membro dell’Alleanza.

La valutazione “verrà effettuata caso per caso”, si legge nella dichiarazione dei leader. “riaffermando il mandato difensivo della NATO, l’Alleanza è determinate ad utilizzare ogni risorsa disponibile in qualunque momento come deterrente, per difendere e contrastare ogni tipo di cyberminaccia”, dice il comunicato conclusivo del vertice.

Il ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan

Uno degli argomenti su cui Biden rischiava di incontrare maggiori ostilità dai partner NATO è la decisione di ritirare le truppe americane dall’Afghanistan entro l’11 settembre 2021, presa in maniera relativamente unilaterale.

Nonostante alcune preoccupazioni sulla stabilità della regione una volta che le truppe USA saranno partite i leader hanno concluso di appoggiare la decisione di Biden: “il focus è su come lavorare insieme per garantire supporto al governo e al popolo afgano”, ha spiegato una fonte interna presente durante la discussione.

In particolare, il comunicato conclusivo parla di un impegno economico da parte della NATO per garantire che l’aeroporto di Kabul, di fondamentale importanza, continui ad essere in funzione.

La preparazione di Biden al meeting con Putin

Biden sarà il quinto presidente americano consecutivo ad incontrare Putin. Il Segretario Generale NATO Stoltenberg ha sottolineato, nel suo dialogo faccia a faccia con Biden, l’importanza dell’evento per l’intera Alleanza: “credo che i leader della NATO siano impazienti di consultarsi con te prima del meeting con Putin”, ha detto.

Biden ha impiegato le sue mattine in sessioni preparatorie intensive, insieme al Segretario di Stato Antony Blinken e al suo National Security Advisor Jake Sullivan, che ha definito l’incontro con Putin “di vitale importanza” per gli interessi americani. In particolare, si sta preparando a non cadere nelle tattiche che Putin notoriamente applica quando si confronta con leader americani, la più tipica delle quali è sviare ogni domanda sulle pratiche del suo governo ritorcendola contro l’operato americano all’estero. Biden ha anche chiesto input a diversi capi di Governo che ha incontrato negli ultimi giorni, in particolare ad Angela Merkel e, pare, addirittura alla Regina Elisabetta. Biden ha detto ai reporter dopo la sua visita a Windsor che sua maestà “voleva sapere” del presidente russo durante il tè pomeridiano.

C’è stata qualche critica per la decisione di incontrare Putin prima di molti altri leader con cui Biden non ha avuto ancora occasione di confrontarsi, ma Sullivan ha difeso la scelta spiegando che non ci sarebbe stato momento migliore per parlare con il russo che “dopo tempo trascorso con i leader delle principali economie di mercato globali”. Tutti i presenti al vertice NATO sono stati infatti consultati da Biden in merito, e il presidente ha espresso l’intenzione di essere franco e diretto con Putin. La moglie Jill già la settimana scorsa aveva detto ai giornalisti di ritenere il marito anche troppo preparato all’incontro.

La conversazione toccherà diversi punti, dagli attacchi hacker degli ultimi mesi alla Bielorussia, dalla Siria all’ingresso dell’Ucraina nella NATO, a cui la Russia si oppone. Jake Sullivan ha spiegato che non si aspetta immediati risultati successivamente a questo confronto: “stiamo cercando di dare la possibilità ai due presidenti di mandare un chiaro segnale (…) su questioni di stabilità strategica, per fare passi avanti sul controllo delle armi (…) e ridurre la tensione”, ma “in secondo luogo, è la possibilità di guardare in faccia Putin e dire: ‘questo è quello che l’America si aspetta (dalla Russia)’ (…) e crediamo sia essenziale per la diplomazia USA-Russia perché Putin è un singolare tipo di leader personalistico e avere l’occasione di confrontarsi in un summit ci permetterà di gestire questa relazione e difendere i valori americani al meglio”.

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Sonia Turrini

Sonia Turrini

Sono laureata in psicologia, attualmente impegnata in un PhD in Neuroscienze a Bologna. Sono cresciuta con la cultura americana nell’aria, l’Herald Tribune in salotto, i libri dei grandi presidenti sulle mensole di casa, e Bruce Springsteen nelle orecchie. Non ho memoria di quando ancora non conoscevo Streets of Philadelphia, perché ero troppo piccola per ricordare. E pensavo parlasse di formaggio. Ho visitato gli Stati Uniti la prima volta, ancora ragazzina, nell’estate 2008, e ho passeggiato con la mia spilletta Yes We Can appuntata sullo zaino. Seguo con passione la politica americana da anni, e oggi ne scrivo sperando di portarci il valore aggiunto della mia formazione scientifica: le opinioni sono sempre ben accette, ma solo sulla base di fatti oggettivi, dimostrati e condivisi.

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