Cambia iI presidente e cambia la politica. Non solo quella interna, ma anche quella estera. Le metamorfosi non possono essere più chiare. Per Joe Biden la guerra al covid-19 e la ripresa economica sono le due componenti più difficili da superare ora in politica interna. In politica estera invece è di riaprire il dialogo azzerando le furbizie propagandistiche della precedente amministrazione mettendo da parte il concetto dell’utilità personale nella gestione del Paese. Il messaggio è chiaro: chi non è con gli Stati Uniti, è contro gli Stati Uniti.
Per sottolineare questo cambiamento di rotta ieri il presidente Joe Biden ha chiamato Vladimir Putin un assassino e oggi in Alaska c’è il primo incontro tra il segretario di Stato Antony Blinken – insieme al consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan – con il ministro degli esteri cinese Wang Yi e Yang Jiechi, il responsabile della politica estera del partito comunista, due dei più stretti collaboratori del presidente Xi Jinping.

Probabilmente non è un caso che proprio oggi a Washington siano stati resi pubblici due rapporti, uno fatto da una commissione d’inchiesta parlamentare a maggioranza repubblicana e uno dei servizi segreti congiunti. Nel primo si afferma che Donald Trump era uno strumento nelle mani dei russi per indebolire gli Stati Uniti. Inoltre che gli attacchi a Joe Biden e a suo figlio Hunter erano parte di un piano per cercare di screditare l’allora candidato democratico e per demoralizzare e corrodere la fiducia nella democrazia americana. Ripetendo una falsa narrativa elettorale anche dopo le elezioni con lo scopo di continuare a dividere il Paese.
L’altro è dei servizi segreti e dell’Fbi che hanno indagato sulle ingerenze dei russi nelle elezioni presidenziali. Questo rapporto era stato preparato dopo le elezioni del 3 novembre ed è stato rilasciato il 7 gennaio, mentre Trump era ancora alla Casa Bianca. In questo rapporto vengono smentite tutte le fandonie dette sulle elezioni rubate e sulle teorie cospirative avanzate dagli avvocati del presidente nei tribunali per cercare di rovesciare l’esito elettorale. Il rapporto inoltre afferma che prima delle elezioni sia Donald Trump che i suoi collaboratori e i parlamentari più vicini al presidente “continuavano a propagare false informazioni sulle interferenze da parte della Cina”.
In politica interna il presidente continua a promuovere la campagna per i vaccini e per l’importanza che lo stimolo economico approvato dalla Camera avrà sulla vita degli americani, questo mentre gli assegni da 1,400 dollari cominciano ad arrivare nelle case degli americani.
Alla vigilia dei 100 milioni di vaccini somministrati cresce la sicurezza della Casa Bianca di poter immunizzare quasi tutti gli americani prima del 4 di luglio. Biden in un intervento alla Casa Bianca ha evidenziato come il traguardo sia stato raggiunto al 58mo giorno della sua presidenza, anticipando la data prefissa di 42 giorni. Secondo il presidente per la fine di Maggio ci saranno i vaccini per tutti gli americani. Ma non tutti sono disposti a vaccinarsi. Per molto tempo sono stati stati minimizzati i pericoli del coronavirus, l’inutilità delle mascherine protettive, denunciati i lockdown, incoraggiate le manifestazioni di protesta per le chiusure forzate ed ora che è il momento di vaccinarsi, molti americani sono titubanti o, adirittura negazionisti e complottisti. Ieri l’ex presidente Trump ha fatto una inversione di marcia rilasciando un video in cui fa appello agli americani di vaccinarsi e oggi i suoi sostenitori dei QAnon affermano che il fimato è falso ed è stato contraffato dal “Deep State”.
Biden e Kamala Harris andranno domani ad Atlanta, in Georgia, per portare la solidarietà alla comunità asioamericana dopo la strage nelle sale massaggio in cui sono state uccise 8 persone sei delle quali sono donne di origine asiatica. Un episodio per il quale ancora non è stato determinato il motivo, se sia stato dettato dall’odio razziale o dalla follia dell’assassino, ma che ha indirettamente evidenziato la campagna di ostilità accelerate dalla scorsa amministrazione verso la comunità asiatica. Ieri era prevista l’incriminazione formale per Robert Aaron Long, che ha confessato gli omicidi, ma l’udienza è stata cancellata e non è stata fornita una data. Long, figlio di un pastore protestante, ha una storia personale travagliata tra religione ossessiva e la sua sesso dipendenza. Ha dichiarato dopo l’arresto di aver ucciso per eliminare il richiamo sessuale che, secondo lui, le massaggiatrici gli inviavano convinto che una volta uccise sarebbe finito anche il suo appetito sessuale. Probabilmente il magistrato prima di incriminarlo lo vorrà sottoporre a perizia psichiatrica.
La campagna di odio contro la comunità asiatica ha preso maggior vigore dopo l’esplosione del coronavirus negli Stati Uniti. L’ex presidente chiamava nei suoi discorsi il coronavirus il “virus cinese”. Da allora le aggressioni, gli atti di violenza e razzismo contro gli asiatici d’America si sono centuplicati.

L’ex presidente da Mar A Lago è alle prese con la riorganizzazione delle sue aziende. L’agenzia Bloomberg News ha fatto una approfondita analisti delle società dell’ex presidente valutando una perdita del 26 % del valore delle sue proprietà evidenziando come la mancanza di danaro liquido stia creandogli seri problemi. L’industria alberghiera, e la Trump Organization possiede numerosi alberghi a New York, Los Angeles, Miami, Chicago, San Francisco, Las Vegas oltre a numerosi club di golf sparsi per tutto il Paese e in Scozia, è in profonda crisi a causa della pandemia e delle restrizioni per i viaggi.
Le indagini a New York sulla Trump Organization continuano e si arricchiscono di altri particolari. Nella ragnatela tesa dagli inquirenti anche Jen Weisselberg, la nuora del CFO della Trump Organization, Allen Weisselberg. La donna, che ha divorziato dal figlio di Weisselberg due anni fa, è stata interrogata alla procura distrettuale di Manhattan. Sarebbe a conoscenza di molti segreti che Barry, l’ex marito, le avrebbe rivelato durante il loro matrimonio. Barry Weisselberg era il manager della pista di pattinaggio a Central Park. Nelle settimane scorse è stato interrogato anche lui dagli inquirenti perché oltre al salario avrebbe ottenuto l’uso di un lussuoso appartamento a Manhattan di proprietà della Trump Organization, senza dichiararlo all’ufficio delle tasse. Gli avvocati dell’ufficio del procuratore Distrettuale stanno facendo leva su questo per cercare di far testimoniare il padre, Allen Weisselberg che i segreti di Trump li conosce molto bene.