“Rispondo positivamente all’appello del Presidente della Repubblica. Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani dei cittadini e rilanciare il paese sono le sfide che ci confrontano”
Così inizia l’esperienza politica di Mario Draghi, il nuovo probabile inquilino di Palazzo Chigi. Oltre un’ora di colloquio con Sergio Mattarella nelle stanze del Quirinale, prima di annunciare alla stampa, seguendo tutte le procedure tradizionali, la sua risposta positiva. L’ex Presidente della Banca Centrale Europea ha poi comunicato la volontà di avviare al più presto le consultazioni con tutte le forze politiche del Parlamento, al termine delle quali tornerà davanti a Mattarella per sciogliere la riserva ed esplicitare le sue intenzioni. Intanto, ad attendere Draghi saranno, nel pomeriggio, gli incontri istituzionali. Partirà dal faccia a faccia con il Presidente della Camera Roberto Fico, al quale seguiranno i confronti con la Presidente del Senato Elisabetta Casellati e infine con l’ex Premier Giuseppe Conte.

Oggi sarà una giornata intensa anche per i partiti, messi in secondo piano dalla creazione di un governo “tecnico”, ma pur sempre fondamentali per garantire la fiducia al nuovo esecutivo. I primi a riunirsi saranno i membri del centrodestra, poi verrà il turno dei 5 Stelle e infine del Partito Democratico. Proprio dalle conclusioni che i partiti riusciranno a trarre dipenderà infatti il futuro del Presidente incaricato.
La risposta più attesa è quella del centrodestra, che rischia, in un momento del genere, di spaccarsi. È ragionevole pensare che Forza Italia raccoglierà l’invito di Mattarella e sosterrà il governo Draghi, essendo stato proprio Silvio Berlusconi, nel 2011, a spingere affinché l’economista romano diventasse Presidente della Banca Centrale Europea. Più controversa e difficile da pronosticare, invece, è la posizione della Lega.

Salvini e i membri di spicco del Carroccio, durante queste settimane di crisi di governo, hanno invocato sempre il ritorno alle ore come unica soluzione possibile per sbloccare il Paese e costruire un futuro solido. Da quando però, ieri sera, Mattarella ha comunicato ufficialmente la volontà di nominare Draghi come Presidente del Consiglio, la posizione della Lega ha iniziato a sfumarsi. Ora, stando alle ultime dichiarazioni, la strategia del primo partito in Italia sarà quella di ascoltare le proposte di Draghi e poi, solo in seguito, prendere la propria decisione. L’ipotesi emersa in queste ore è quella che, alla resa dei conti, Salvini e i suoi possano optare per l’astensione, garantendo così al nuovo esecutivo di raggiungere la maggioranza in entrambe le Camere
Tensioni anche all’interno del Movimento 5 Stelle, con il capo politico Vito Crimi che ieri sera ha parlato a nome del Movimento dicendo che non voterà la fiducia al nuovo Premier. All’interno del partito, però, la posizione sembra non essere unitaria e non è escluso che, durante la riunione delle 15, possano emergere enormi divergenze. D’altronde, lo abbiamo già visto durante il voto di fiducia al Conte bis delle settimane scorse: nel momento di pronunciare “sì” o “no”, qualsiasi Onorevole può uscire dai ranghi e voltare le spalle alle indicazioni del proprio gruppo.
C’è da vedere, arrivati a questo punto, come Draghi deciderà di comporre il proprio esecutivo. Chi sceglierà di inserire nella lista dei Ministri. Sarà un governo più tecnico o più politico? Il desiderio di Mattarella, vero creatore di questa nuova esperienza politica, è quello di avere un elenco costellato da “alte personalità”. Tradotto in linguaggio corrente, significa tecnici. Difficile quindi che Draghi decida di non ascoltare le indicazione del Presidente e farsi influenzare dai suggerimenti dei partiti, che sicuramente cercheranno, nel corso delle consultazioni, di indicargli una linea politica da seguire.