Diverse migliaia di manifestanti, sostenitori del presidente Donald Trump, hanno marciato sul Campidoglio degli Stati Uniti a Washington DC, mercoledì 6 Gennaio, attaccando la sede della Camera dei rappresentanti e del Senato, il cuore della democrazia americana. Le proteste sono stata incitate dal discorso di Trump del giorno precedente, e sono durante per l’intera giornata. Il motivo scatenante continua ad essere la falsa proclamazione che le elezioni siano state fraudolente, e la ripresa del controllo del Senato da parte dei Democratici, dopo la vittoria in Georgia dei due candidati del partito.
I manifestanti, che in molti preferiscono definire terroristi domestici, avevano come scopo quello di impedire la certificazione ufficiale dei voti del collegio elettorale per l’elezione di Joe Biden a nuovo presidente degli Stati Uniti. Il processo era in corso a Capitol Hill, ma a causa delle violenze, i politici sono stati costretti ad evacuare, e la certificazione è stata conclusa nelle prime ore del mattino di Giovedì.
Ad attaccare sono stati migliaia di trumpisti, quasi tutti sprovvisti di mascherina, che sono riusciti a superare il muro della polizia, penetrando nelle aree più “sacre” del Campidoglio: un manifestante, per esempio, si è scattato una foto seduto alla scrivania della speaker della Camera, Nancy Pelosi, nonché rappresentante del partito democratico. Per cercare di placare i disordini, la città di Washington DC ha posto un coprifuoco alle 6 del pomeriggio, ed il Vice Presidente Mike Pence ha approvato l’intervento dell’esercito.
Donald Trump, invece, ha aspettato fino alle 6 del pomeriggio per dire ai suoi “followers” di tornare a casa ed interrompere le proteste. Il messaggio del Presidente, però, aveva poco a che fare con una richiesta di pace: ha infatti esordito dicendo che “l’elezione è stata rubata, a me, a te, al Paese”, effettivamente quindi legittimando le azioni dei manifestanti. Ha successivamente aggiunto “vi amiamo tutti, siete veramente speciali”. Il video era stato postato sul suo account Twitter e Instagram, ma è stato in seguito cancellato. Lo stesso Twitter ha sospeso l’account del presidente per 12 ore, minacciando una sospensione perenne, dal momento che i suoi Tweet incitavano alla violenza.
L’evento ha scatenato una risposta mondiale. E’ paradossale che nella più grande democrazia del mondo e di tutto l’Occidentale si verifichi un vero e proprio tentativo di colpo di stato. Gli stessi membri del partito Repubblicano hanno rimproverato le azioni dei pro-trumpisti; Mitch McConnell ha definito le proteste una “fallita insurrezione”, mentre il vice Presidente Pence ha detto che “i manifestanti hanno cercato di distruggere la democrazia, ma hanno fallito”.
Ma le reazioni sono arrivate da tutta la comunità internazionale. Fra queste figura la risposta dell’ONU, i cui massimi funzionari, tra cui il Segretario generale Antonio Guterres e il Presidente dell’Assemblea generale, hanno espresso tristezza e dolore per la vicenda. “Antonio Guterres è rattristato dagli eventi di oggi a Washington”, ha affermato il portavoce dell’ONU. “In tali circostanze, è importante che i leader politici imprimano ai loro seguaci la necessità di astenersi dalla violenza, nonché di rispettare i processi democratici e la legittimità del processo”.
Giuseppe Conte, il Presidente del Consiglio italiano, ha ricordato su Twitter che “la violenza è incompatibile con l’esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche”. Si è detto però convinto della solidità e forza delle Istituzioni degli Stati Uniti. Una volta che la certificazione della vittoria di Joe Biden diventerà ufficiale, Conte ha ricordato che l’Italia “Non vede l’ora di lavorare assieme al Presidente Biden e alla Vice Presidente Harris per promuovere insieme un’agenda globale di crescita, sostenibilità e inclusione”.
La risposta dei media della Cina, invece, ha tutt’altro sapore. Il giornale Global Times ha definito il caos a Washington come un “beautiful sight”, un qualcosa di bellissimo da vedere, insomma; ed ha twittato due foto, paragonando le insurrezioni violente di Washington con quelle del 2019 di Pechino, durante le quali fu occupato il complesso legislativo della città.
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“@SpeakerPelosi una volta ha definito le rivolte di Hong Kong ‘uno spettacolo bellissimo da vedere’, ” ha detto il Global Times nel tweet, riferendosi al commento del presidente della Camera Nancy Pelosi del giugno 2019 riguardo le manifestazioni di massa a favore della democrazia di Hong Kong. “Resta ancora da vedere se dirà lo stesso dei recenti sviluppi a Capitol Hill”. Anche la Lega della Gioventù Comunista Cinese ha descritto i disordini come uno “spettacolo bello da vedere” sulla piattaforma Weibo, simile a Twitter.
Nonostante le risposte della Cina, che sostanzialmente hanno canzonato gli avvenimenti, il resto dei leader europei li hanno fortemente criticati. Il Premier inglese, Boris Johnson, ha detto che le violenze sono state “delle scene vergognose”. “Gli Stati Uniti sono un esempio per la democrazia in tutto il mondo” ha affermato su Twitter. “Ed è ora fondamentale che ci sia un trasferimento di potere pacifico e ordinato”. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha twittato: “Credo nella forza delle istituzioni e della democrazia statunitensi. La transizione pacifica del potere è la priorità”. Ha aggiunto che Biden “ha vinto le elezioni” e “non vede l’ora di lavorare con lui come prossimo presidente degli Stati Uniti“.
Insomma, dal resto del mondo, arrivano principalmente critiche per le violenze e supporto per il processo democratico, che ha come legittimo vincitore Joe Biden. Ora il mondo però rimane con il fiato sospeso, aspettando il 20 Gennaio, giorno in cui si verificherà l’inaugurazione ufficiale del nuovo presidente democratico. Sicuramente Washington DC si preparerà adeguatamente, ma dopo le recenti scene, non si può mai essere troppo sicuri.