I repubblicani cercano la conferma, i democratici puntano alla riscossa. Si vota in Georgia per due seggi al Senato in una elezione piena di incognite e il cui risultato può cambiare gli equilibri politici a Washington.
In palio i seggi che fino ad oggi sono dei repubblicani David Perdue e Kelly Loeffler, sfidati rispettivamente da Jon Osoff, trentatreenne giornalista investigativo di una stazione televisiva britannica, e il reverendo afroamericano Raphael Warnock, pastore nella Chiesa in cui predicava Martin Luther King. Queste elezioni suppletive si sono rese necessarie perché per una legge statale della Georgia se un candidato non supera il 50% dei consensi alle elezioni, e nelle passate elezioni del 3 novembre nelle fila repubblicane c’erano anche altri candidati, si devono fare i ballottaggi tra i primi due che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Warnock è stato fortunato perché per una strana circostanza i candidati repubblicani per la conquista dello stesso seggio erano due. La più votata è stata Kelly Loffler, il secondo è stato Ralph Wanock, ma il terzo candidato era l’altro repubblicano che ha portato via più di 800 mila voti alla Loeffler.
L’altro candidato repubblicano, David Perdue, che è in quarantena per essere stato in contatto con persone colpite dal coronavirus, è stato al centro di uno scandalo finanziario per i suoi investimenti disinvolti in borsa. Perdue, che secondo Fortune Magazine, è l’investitore che giocando a Wall Street ha guadagnato più di tutti gli altri membri del Congresso, è stato accusato di “Inside Trading” perché investiva e vendeva le azioni grazie alle sue conoscenze privilegiate poiché fa parte della Commissione Bancaria del Senato. La commissione etica, a maggioranza repubblicana, ha aperto una indagine su di lui e con una decisione molto contestata lo ha prosciolto. Le ombre sul suo comportamento però ancora lo perseguitano.
Anche l’altra candidata repubblicana, Kelly Loeffler è stata accusata di aver fatto investimenti poco cristallini. Per lei, inoltre, esiste un problema con il suo stesso partito dopo che si è lanciata tra le fila degli ultras di Trump. Quest’anno poi in Georgia c’è stata una forte presenza dell’elettorato afroamericano, spesso avulso dal sistema elettorale dello Stato, ottenuto grazie all’attivista democratica Stacy Abrams con il suo gruppo di azione “Fair Fight Action” con cui è riuscita a registrare quasi un milione di elettori. E negli ultimi giorni è stata più attiva che mai. Se Ralph Warnock dovesse essere eletto sarebbe il primo afroamericano della Georgia al Senato, uno Stato in cui la maggioranza della popolazione, il 21% è afroamericano. Se i democratici dovessero aggiudicarsi entrambi i seggi riconquisterebbero il Senato e quindi il controllo di tutto il Congresso: con 50 seggi a testa, infatti, sarà la vicepresidente Kamala Harris, come presidente del Senato, a dire l’ultima parola. Con il loro successo l’agenda di Joe Biden non avrebbe ostacoli. Ai repubblicani, invece, basta che uno solo dei due candidati venga riconfermato per mantenere il controllo della Camera alta. In queste elezioni suppletive più di 3 milioni di voti sono stati mandati per posta. Kelly Loeffler per cercare consensi ha abbandonato Mitch McConnell saltando all’ultimo minute sul carro di Donld Trump, mentre David Perdue, che è il senatore che corre i maggiori rischi di perdere il suo seggio, non si è pronunciato. Alle elezioni per il Senato del 3 novembre i repubblicani hanno avuto 50 mila voti in più dei democratici e dal 2000 i due seggi al Senato sono stati detenuti dai repubblicani.
Lunedì sera Trump è andato in Georgia per tenere l’ultimo comizio prima del voto, davanti ad un migliaio di suoi sostenitori estasiati affermando che che quello di oggi è uno dei “ballotaggi più importante della storia”. Poi si è riferito al fatto che domani il vicepresidente presiederà al Congresso il processo per la certificazione del voto dei Grandi Elettori e quindi ratificare il risultato elettorale delle presidenziali. “Spero che Mike Pence si schieri con noi. E’ una brava persona, mi piace molto” ha detto il presidente evidentemente non capendo il ruolo solo formale che Pence avrà alla sessione congiunta di domani del Congresso. Poi continuando nella sua narrativa alternativa si è lanciato con veemenza contro le ingiustizie subite nel processo elettorale, sui brogli, sulle schede sottratte e distrutte, tutte cose ampiamente smentite dagli stessi repubblicani oltre che da una cinquantina di tribunali di tutti i gradi, dall’Attorney General (che se ne è andato via) e dal capo della sicurezza cibernetica (che ha licenziato).
“Nelle ultime settimane abbiamo dimostrato di aver vinto le elezioni con una valanga di voti. Non possiamo permettere che i democratici rubino ora anche il Senato. I democratici non prenderanno questa Casa Bianca, ci batteremo”. Il voto qui in Georgia è l’ultimo modo per difendere e salvare l’America che amiamo, l’ultima linea di difesa” ha sostenuto Trump dinanzi ai suoi fan in delirio, sottolineando che i democratici se vinceranno in Georgia trasformeranno il paese aprendo agli immigrati. “Vi strapperanno la vostra copertura sanitaria. Se non rimediamo subito non ci saranno più elezioni giuste. La libertà religiosa sparirà, così come il Secondo Emendamento e alla polizia sarà limitata la possibilità di arrestare i malviventi”. Ovviamente il presidente non ha fatto neanche un accenno al coronavirus che sta decimando il Paese, né alla grave situazione ospedaliera che si è creata a causa della pandemia per cui è impossibile ricoverare tuti i malati gravi negli ospedali.
E oggi a Washington il Congresso si riunirà in seduta congiunta per ratificare i voti dei Collegi Elettorali. Trump punta sugli argomenti presentati da 12 senatori repubblicani, definiti dal Washington Post “La sporca dozzina”, per cercare di ribaltare il voto elettorale del 3 novembre. Ma neanche gli alleati più stretti del Capo della Casa Bianca credono in questa possibilità. In contemporanea a Washington ci sarà una manifestazione a sostegno di Trump organizzata da “Stop The Steal” l’organizzazione creata da Roger Stone, e dal MAGA, Make America Great Again. Dimostrazione ampiamente pubblicizzata dal presidente con i suoi twit e alla quale hanno aderito i gruppi cospirazionisti, i Proud Boys, alcuni gruppi della Milizia e i suprematisti bianchi.
Trump in uno dei suoi twit ha promesso ai dimostranti che si incontrerà con loro vicino alla Casa Bianca. La polizia di Washington è in allarme e circa 400 militari della Guardia Nazionale sono stati mobilitati, mentre moltissimi negozi della Capitale hanno protetto le loro vetrine con pannelli di legno. La polizia ha detto che nella città di Washington non è permesso andare in giro armati senza il locale porto d’armi e che chi sarà trovato in possesso di un’arma verrà immediatamente arrestato. Disposizione contestata dalla congresswoman repubblicana del Colorado, Lauren Boeber, che da giorni afferma di andare armata al Congresso. Le autorità temono che i gruppi estremisti, nonostante il divieto della polizia, si presentino armati. Il Mall, il grande parco al centro della capitale con l’enorme piscina centrale, è diventato un campeggio, gli alberghi di Washington e delle immediate vicinanze in Virginia e Maryland non hanno più camera a disposizione.
Ieri il leader dei Proud Boys, il gruppo di estrema destra che sostiene il tentativo di Trump di capovolgere il risultato delle elezioni, è stato arrestato. Enrique Tarrio è stato fermato a Washington con l’accusa di aver danneggiato una chiesa storicamente frequentata da afroamericani, la Metropolitan African Methodist Episcopal Church. Tarrio ha ammesso di aver strappato una striscione di Black Lives Matter dall’edificio per poi bruciarlo. La polizia teme che alcuni dimostranti si camuffino in provocatori dell’Antifa, gli estremisti di sinistra, per creare tafferugli.
Incerti, infine, i piani di Trump per il 20 gennaio, quando Joe Biden sarà insediato alla Casa Bianca. Il Washington Post afferma che il presidente andrà in Scozia, nel suo golf club, il “Trump Turnberry”, ma la Casa Bianca smentisce.