Quella che si sta giocando a Washington è una commedia delle apparenze, una messinscena in cui tutto sembra difficile, irrisolvibile, complicato. Una rappresentazione scenica in cui la trama, come quella di Alice nel Paese delle Meraviglie, si snoda in una verità alternativa e gli attori tra accuse e minacce, trafelati e sfiniti stramazzano stroncati della fatica in un finale senza pathos, dove anche se tutto è scontato, cercano fino all’ultimo di ottenere le simpatie di quella parte dell’elettorato che ha votato per il candidato sconfitto.
L’ultimo inutile tentativo di ribaltare il risultato elettorale che ha visto la vittoria di Joe Biden alle presidenziali è stato lanciato dal senatore Josh Hawley, repubblicano del Missouri, fedelissimo di Donald Trump, che, disobbedendo alle raccomandazioni del leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha affermato che mercoledì prossimo, 6 gennaio quando il risultato degli Electoral College sarà formalmente presentato al Senato per l’approvazione presenterà una obiezione. Una contestazione che forza in questo modo il dibattito sia alla Camera dei Rappresentanti che al Senato ben sapendo che dopo gli interventi, quando si arriverà al voto, non ci saranno i numeri per cambiare il risultato.

La scusa di Hawley è che il voto per posta usato in Pennsylvania non è contemplato dalla Costituzione anche se la legislatura statale prima e i tribunali poi hanno attestato la validità del cambiamento delle regole elettorali. Hawley dando l’annuncio al Senato della sua decisione si è lanciato in una lamentela più generica sulle ingerenze elettorali orchestrate da Facebook e Twitter insieme alle mega corporation e pertanto, secondo lui, il governo federale deve creare una commissione d’inchiesta per indagare sui brogli elettorali. Anche se il risultato della sua contestazione è scontato resta da vedere quanti altri repubblicani si schiereranno con lui. Intanto la Speaker Nancy Pelosi, non ha dubbi su chi sarà nominato dal Congresso come 46esimo presidente degli Stati Uniti (vedi video sotto).
Mitch McConnell, quasi per dare il contentino a Donald Trump, ben sapendo che le sue mozioni non saranno mai approvate né dal Senato, né dalla Camera dei Rappresentanti, ha proposto, senza mettere al voto, che l’aumento a 2 mila dollari dello stimolo economico alle famiglie venga legato alla deresponsabilizzazione delle aziende nel caso in cui i dipendenti si ammalino di covid-19 sul posto di lavoro e che la ‘Section 230’ del Communications Decency Act, il comma che tutela legalmente le ‘big tech’ rispetto ai contenuti pubblicati da terzi, venga abrogata. Come detto, solo apparenze, ma nulla di concreto perché se il presidente non dovesse ritirare il veto messo sul budget del Pentagono per le spese militari lascerebbe la Casa Bianca con una umiliante sconfitta perché il Senato con i due terzi dei voti cancellerebbe la sua opposizione. Il National Defense Authorization Act da 740,5 miliardi di dollari è stato approvato questo mese con 335 voti a favore e 78 contrari alla Camera a controllo democratico e con 84 voti a favore e 13 contrari al Senato a maggioranza repubblicana. In tutti e due i casi con più dei due terzi dei voti.
In Georgia, dove si terranno le elezioni martedì prossimo, la campagna elettorale è infuocata. I due seggi in ballottaggio potrebbero confermare la maggioranza repubblicana al Senato, ma se il Gop li dovesse perdere entrambi, i democratici conquisterebbero loro la superiorità numerica e per Joe Biden i prossimi anni sarebbero molto più facili. Entrambi i candidati repubblicani hanno preso al volo la proposta di Trump di portare a 2 mila dollari il bonus familiare per lo stimolo, anche se Mitch McConnell e tutti gli altri senatori repubblicani rigoristi sulle spese federali sono contrari. Da capire come queste battaglie interne nel partito repubblicano possano condizionare il voto di martedì.
Il presidente eletto Joe Biden ha scelto oggi Katleen Hicks come sottosegretario alla Difesa e Colin Kahl come sottosegretario al Pentagono ma per le implementazioni degli statuti militari (in pratica sarà il controllore del comportamento della scala gerarchica militare in un anno segnato da omicidi e violenze sessuali nelle caserme).
Biden dal 20 gennaio sarà confrontato dalla pandemia e dalla crisi economica. Ieri si è lamentato per la lentezza della campagna per la distribuzione dei vaccini e ha accusato la Casa Bianca di non essere così sollecita come inizialmente aveva promesso affermando che il suo obiettivo è quello di ottenere una produzione di un milione di dosi al giorno. Finora per gli Stati Uniti sono stati prodotti 11 milioni e 400 mila dosi di vaccino, ma solo 2 milioni e 100 mila americani sono stati vaccinati. I problemi di distribuzione e ambulatoriali per iniettare i vaccini, così come per i test, non vengono affrontati con una direzione centrale che monitorizza e decide, e l’implementazione è stata demandata ai singoli Stati creando una differenza di test, di distribuzione dei vaccini e di vaccinazioni soprattutto nell’America rurale.

La pandemia continua a fare strage di americani. Solo oggi ci sono state 104 mila persone infettate e 2 mila hanno perso la vita per il coronavirus. Martedì il congressman repubblicano della Louisiana Luke Letlow, eletto a novembre, è morto per “complicazioni legate al Covid-19”. Letlow aveva 41 anni e non era considerate ad alto rischio. Il 18 dicembre il deputato aveva rivelato su Facebook di essere risultato positivo al test, ma aveva detto di stare bene. Il giorno dopo le condizioni sono peggiorate e Letlow è stato ricoverato in terapia intensiva dove non si è più ripreso. Letlow avrebbe dovuto giurare al Congresso domenica.