Il Congresso in questi giorni è in costante seduta: sia lo stimolo economico per il Coronavirus, che il voto per evitare la chiusura degli uffici federali hanno tenuto senatori e deputati inchiodati nella Capitale federale. Ora però ad allarmare i parlamentari è questa assenza di leadership dopo l’attacco lanciato dagli hacker russi a ministeri, agenzie federali, aziende private e persino all’Fbi. Un attacco che ha sconquassato il letargico mondo politico di Washington lasciando interdetti tutti: democratici e repubblicani. La risposta dalla Casa Bianca è arrivata con un tweet del presidente che, prima di andare a giocare a golf, ha mandato un suo messaggio in cui scrive “Fake News”, accusando i media di aver ingigantito l’offensiva russa di spionaggio e poi in un altro tweet cinguetta “Forse c’è la Cina dietro questo attacco”, continuando a proteggere e minimizzare il gigantesco cyber attacco sferrato da Mosca agli Stati Uniti.

Una difesa della Russia inspiegabile anche per i suoi più leali difensori, come il segretario di Stato Mike Pompeo e Mark Rubio che, a questo punto non se la sentono più di sostenerlo tanto che Pompeo in una trasmissione radio ad una emittente “amica” della destra americana ha accusato esplicitamente la Russia di essere responsabile di questo attacco. “È stata un’azione molto significativa e credo che possiamo ora dire chiaramente che sono stati i russi che hanno sferrato questo attacco”, ha detto ai microfoni del “The Mark Levin Show”. Il segretario di Stato, senza peli sulla lingua, ha evidenziato le deficienze dei sistemi di sorveglianza non riuscendo a capire come sia stato possibile sferrare un attacco di questa enorme portata senza che nessuno per mesi se ne sia accorto. Ha puntato il ditto su FireEye, una società leader nella cybersecurity che ha tra i suoi clienti proprio il governo degli Stati Uniti.

“L’attacco è senza precedenti ed è ancora in corso”, ha aggiunto con un tweet Marco Rubio presidente repubblicano della Commissione del Senato sull’intelligence. Aggiungendo che si tratta di una enorme minaccia per gli Stati Uniti, per le infrastrutture e per il settore privato”. “Incredibile – ha detto il senatore repubblicano Mitt Romney – è come se i bombardieri russi avessero volato sopra gli Stati Uniti per mesi senza che nessuno se ne sia accorto. E quello che è ancora più sorprendente è che il presidente cerca di minimizzare la gravità di questa azione”.

Gli hackers secondo quanto scrive il Washington Post – hanno rubato informazioni dalle email delle agenzie federali attraverso malaware inserite nella piattaforma Orion di SolarWinds, utilizzata per la gestione e il monitoraggio delle reti da circa 275 mila organizzazioni in tutto il mondo, tra le quali il governo federale e quasi tutte le aziende incluse nella lista di Fortune delle 500 maggiori società globali. Un enorme pericolo tanto che la Homeland Security ha ordinato a tutte le agenzie federali di abbandonare e disconnettersi immediatamente dalla piattaforma di Orion. Il Washington Post aggiunge che l’offensiva è stata lanciata dagli hacker russi denominati APT29 o Cozy Bear, che “fanno parte del servizio militare di intelligence russo”, peraltro già responsabili dell’intrusione ai danni del Dipartimento di Stato e dei server di posta elettronica della Casa Bianca avvenuta durante l’amministrazione Obama. Non è chiaro se il black out di ieri che ha colpito Google sia da collegarsi a questa vicenda. Il portavoce di FireEye ha detto che l’attacco potrebbe essere iniziato già nella primavera 2020 ed è ancora in corso aggiungendo che gli esperti della società hanno riscontrato che tantissime altre istituzioni pubbliche e private in Nord America, Europa, Asia e Medio Oriente sono state colpite in questa offensiva degli hacker. Secondo la Homeland Security l’attacco è stato lanciato mesi fa ed è “probabilmente il più sofisticato degli ultimi cinque anni”.
In questo clima carico di timori e di incertezza venerdì sera la Camera ha approvato un provvedimento per evitare lo shutdown federale per le prossime 48 ore con l’obiettivo di allungare per altri due giorni le discussioni sul bilancio 2021 ed evitare la paralisi dell’amministrazione federale. E soprattutto per cercare di strappare un piano di sostegno all’economia. Non è chiaro però se la misura passerà in Senato, dove alcuni senatori repubblicani sono contrari ad evitare lo shutdown.
Rinviata la paralisi degli uffici federali democratici e repubblicani continuano i negoziati su un nuovo pacchetto di aiuti per le famiglie e le imprese duramente colpite dalla crisi causata dal coronavirus. Avranno tempo fino a domani sera per trovare un accordo sullo stanziamento di 908 miliardi di dollari. Le lancette dell’orologio continuano a segnare i secondi e gli Stati Uniti d’improvviso si sono resi conto che sono senza un leader capace di affrontare la grave situazione in cui il Paese si trova.