L’Europa aveva predicato misure rigide e sacrifici in autunno, per potersi permettere delle feste più serene. Giungono buone notizie sul fronte del vaccino, che dovrebbe essere approvato dall’EMA a ridosso di Natale per avviare la campagna a inizio gennaio nello stesso giorno, il V-Day, comune per tutta l’Unione, tuttavia il vecchio continente ormai accetta che non sarà un “buon” Natale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità mercoledì ha avvertito l’Europa del rischio di una nuova crescita nei contagi, e ha raccomandato di indossare la mascherina anche dentro casa nel periodo delle feste.
La situazione italiana continua ad essere in bilico: l’indice di positività dei tamponi cala (8,8%), con i contagi a 17.572 oggi, e i decessi a 680. La regione più colpita resta il Veneto. Nonostante il lento ma costante miglioramento dei numeri di ricoverati e terapie intensive, i numeri sono ancora preoccupanti, e gli ospedali troppo sotto pressione, per rilassare le misure e affrontare cenoni e ritrovi famigliari, rischiando di fronteggiare un’ondata accavallata sull’altra.

Il Comitato Tecnico Scientifico invoca un aumento dei controlli; si unisce al coro anche il Presidente del Veneto, Luca Zaia. Il Governo ha tenuto una riunione ieri sera, decidendo di rendere l’intero Paese zona rossa dal 24 Dicembre al 3 Gennaio, chiedendo alla popolazione di tornare in quasi totale lockdown. Si attende solo il benestare di Italia Viva per approvare il dpcm e ufficializzare le misure, causando non pochi problemi a commercianti e ristoratori, cui era invece stato promesso di poter rimanere aperti durante le festività, solo una manciata di giorni fa.
Mentre si barcamena tra misure, contromisure e regolamenti da cambiare, l’esecutivo deve anche confrontarsi con un polverone di polemiche.
Da una parte c’è Matteo Renzi, che una settimana fa in Senato si è scagliato contro il premier lasciando intendere di essere pronto a ritirare il suo supporto, e a far dimettere le “sue” ministre (ma non erano Ministri della Repubblica?) se Conte non si dimostrerà più collaborativo e dialogante con i partiti che lo sostengono. Giovedì mattina i due si incontreranno a Palazzo Chigi per appianare le loro divergenze, e gli italiani, già col fiato sospeso in attesa delle nuove misure restrittive, capiranno anche se il governo reggerà ai giorni di intense turbolenze che attraversa.
Dall’altra parte c’è l’opinione pubblica, che si indigna con l’esecutivo per la sua gestione poco lungimirante e i suoi continui cambi di opinione: a molti pare un controsenso remunerare i cittadini perché vadano a fare acquisti di persona, con il cashback di Stato, e l’indomani sgridarli esattamente perché sono andati a fare acquisti di persona, dando luogo agli affollamenti e assembramenti le cui foto sono rimbalzate su tutti i media.
Mal comune mezzo gaudio, e tutto il resto dell’Europa fa i conti con l’arrivo del Natale. In Gran Bretagna, mercoledì, Boris Johnson ha difeso la sua decisione di allentare le misure di sicurezza a cavallo del 25 Dicembre dai rimproveri di due riviste scientifiche prestigiose, The Health Service Journal e British Medical Journal, che gli ricordano che i contagi sono in aumento. Il primo ministro dichiara “Non vogliamo bandire il Natale perché sarebbe inumano”. Al contempo, tuttavia, pone anche Londra in zona rossa, in semi-lockdown.

Trials have demonstrated that the coronavirus vaccine developed by the University of Oxford and AstraZeneca is safe and effective at stopping people developing COVID-19.
La Francia, invece, mercoledì è uscita dal suo secondo lockdown dell’anno, nonostante i contagi giornalieri siano attorno agli 11mila, e il governo si fosse posto l’obiettivo di scendere sotto i 5mila prima di riaprire. Fino a oltre la metà di gennaio, la riapertura sarà solo “parziale”: i luoghi di ritrovo come ristoranti, bar e cinema rimarranno chiusi, e il Paese sarà sottoposto a coprifuoco dalle 20.
L’Olanda si arrende al lockdown duro, previsto per le prossime cinque settimane, accettando che le sue misure più gentili non abbiano funzionato a sufficienza. Da oggi sono chiuse anche tutte le scuole e le università.
Tuttavia, la giornata più dura mercoledì è stata quella della Germania. Unico Paese d’Europa che distribuisca addirittura mascherine FFP-2 gratuitamente alle fasce della popolazione maggiormente a rischio, ha raggiunto oggi il suo record di morti dall’inizio dell’emergenza sanitaria. I decessi sono 952, nel primo giorno di lockdown nazionale annunciato da Angela Merkel, tre giorni fa, con la voce rotta dalla commozione.
Nel frattempo, negli USA, la pandemia infrange continuamente nuovi record. Per la terza volta in una settimana, sono state registrate oltre 3mila vittime. Nel momento più tragico della primavera, i decessi giornalieri si aggiravano attorno ai 2800, confermando che la seconda ondata del virus non è né meno aggressiva né meno fatale della precedente.
Come previsto dagli esperti, tra cui il dottor Fauci, gli USA stanno cominciando a contare le vittime degli spostamenti del Ringraziamento, e si avviano verso il Natale in condizioni gravissime. Oltre 100mila persone sono ricoverate, in tutti gli Stati Uniti, a causa del COVID, e una recente analisi del New York Times mostra che oltre un terzo degli americani, con gravi difficoltà soprattutto nel Midwest, vivono in aree in cui gli ospedali sono a corto di posti di terapia intensiva, e dunque, se contagiati, non avrebbero dove andare.

Nel vacuum di direzioni da parte del governo federale, gli Stati per ora impongono misure relativamente leggere , con solo 3 Stati che implementano misure restrittive di semi-lockdown paragonabili a quelle europee (Ohio, North Carolina e California).
L’amministrazione Trump punta tutto sulla vaccinazione di massa, cercando di assicurarsi altre decine di milioni di dosi del vaccino Pfizer, che dovrebbero arrivare tra Aprile e Giugno, cercando di rattoppare l’errore di rifiutarle quando furono offerte questa estate. Nel frattempo, i leader del Congresso hanno appena annunciato di essere vicini ad un accordo per un piano da 900 miliardi in sussidi e sgravi fiscali per le attività in crisi a causa della pandemia.
A quasi un anno esatto dall’esplosione del COVID, insomma, il mondo sembra stare ancora rincorrendo un’emergenza che continua a sfuggire di mano, in attesa di poter finalmente giocare d’anticipo, con l’inizio della vaccinazione di massa.