
Mancano solo 22 giorni alle elezioni presidenziali americane. Trump fa la prima comparsa in pubblico da quando è stato diagnosticato con coronavirus appena una settimana fa. Parla davanti a un pubblico di 5000 sostenitori, a pochi passi dall’aereo presidenziale Air Force One, all’aeroporto di Sanford, Florida: l’evento segna un ritorno vigoroso per il presidente sotto assedio per problemi politici e di salute. L’inizio del rally è fissato per lunedì sera, le 7 pm, ma alle 3 comincia già ad affluire il pubblico. È una folla mista con giovani, anziani, e famiglie con bambini, quasi esclusivamente bianchi. Pochissimi, forse uno su venti, portano la mascherina.

Lungo la strada che porta al comizio, vari venditori di memorabilia Trumpista. Uno di essi, Adrian Robinson, ci dice: “amo il nostro presidente.” Robinson e tra i rari afro-americani visti all’evento. “Mi piace come ci parla il presidente, e amo che a volte sia volgare e che non è sempre politicamente corretto, perché capisco il suo linguaggio”. Robinson lo apprezza anche come businessman: “Molti dicono che non è un uomo di successo perché è fallita la sua linea aerea. L’università privata che ha fondato – anche quella è fallita. Io invece vedo una persona che non si arrende”. Chiedo a Robinson cosa pensi del coronavirus di Trump, pero evita la domanda, spiegando che non è il caso di parlare di un caso di virus tra tanti milioni.

Altri sono più disposti a dare il loro parere: “Non mi sorprenderebbe se fosse stato contagiato non a caso, ma apposta,” dice Nathan Robin di Ormond Beach, Florida. “È incredibile che abbia contratto il coronavirus”. La sua amica Sandy la vede diversamente: “Penso onestamente che lui non sia stato attento. Ma non vuol dire che non voterò per lui!”
Debbie, la terza di questo gruppo di anziani seduti su lettini all’ombra, condivide i sospetti di Nathan: “Sono stati troppi a contrarre il virus *bang* tutti allo stesso tempo, non è possibile che ciò accadesse con la stretta security che circondava il presidente. Io penso che la sinistra stia facendo tutto il possibile per ostacolare il presidente, per ribaltare i risultati di quest’elezione”.

Uno studente universitario, Matthew Peterson, vende cioccolata incisa con la faccia di Trump. “Che ti piaccia o no la sua politica, non puoi negare che sta mantenendo le sue promesse elettorali”.
Atterra Air Force One in perfetto orario. Un organizzatore ferma la colonna del pubblico per il controllo della temperatura. “Allineatevi l’uno accanto all’altro come il muro di Trump!” ci ordina scherzosamente. Il muro si sfalda e tutti si lanciano in avanti appena il presidente sbarca dall’aereo. L’organizzatore perde controllo della folla, riuscendo solo a prendere la temperatura di quei pochi che gli passano a fianco.
L’evento si svolge sulla pista di decollo incorniciato dagli hangar, il podio di Trump e l’aereo presidenziale ai due estremi. La pista contiene migliaia di partecipanti. Si ammassano vicino al podio, senza che alcun distanziamento fisico venga imposto dagli organizzatori.

Il discorso di Trump non devia dalle formule consuete, con qualche elemento aggiunto riguardando eventi recenti. Non ha per niente l’aspetto di un malato, a differenza di quando comparve davanti ai media sul balcone della Casa Bianca qualche giorno fa. Ricorda i suoi successi con il muro sul confine e il rimpatrio dei criminali. Si vanta di aver distrutto l’economia iraniana e dice che “si aspetta una loro chiamata” dopo l’elezione.
La sua capacità di arringare la folla non è stata intaccata dai molteplici problemi che hanno caratterizzato la sua amministrazione, tra cui il coronavirus e la sua performance al dibattito con Joe Biden. Sul virus, dice in modo giocoso: “Per fortuna non sono vecchio, sono una persona molto giovane” e la folla risponde con gran risate. Quando afferma di essere immune, il pubblico canta “TI AMIAMO! TI AMIAMO!”