Si allunga la lista delle persone infettate alla Casa Bianca. Dopo il presidente e la First Lady e altri undici stretti collaboratori del presidente tutti, ovviamente, contrari all’uso delle mascherine, si aggiungono la portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany e il capo della segreteria del presidente, Nick Luna.

Donald Trump manda i suoi tweet dall’ospedale e annuncia che torna alla Casa Bianca stasera. In questa corsa a farsi vedere subito al lavoro e in forma, sta cercando di recuperare terreno a meno di un mese dalle presidenziali, mentre Joe Biden vola nei sondaggi e quasi raddoppia il vantaggio su di lui dopo il disastroso dibattito di Cleveland. Lo evidenzia l’ultima indagine demoscopica condotta dalla NBC News/Wall Street Journal portandosi a 14 punti a livello nazionale. Sondaggio condotto tra gli elettori registrati: 53% a 39%. Un aumento di otto punti rispetto a quello è stato fatto prima del controverso faccia a faccia con Trump. In un altro sondaggio, condotto dal New York Times/Siena College, viene evidenziato come Joe Biden sia avanti in due grandi Stati in bilico: +5% in Florida (47% a 42%) e +7% in Pennsylvania (49% a 42%). Ma c’è di più: la maggioranza degli americani, stando a un sondaggio Reuters/Ipsos, pensa che il presidente avrebbe potuto evitare il suo contagio se avesse preso in considerazione più seriamente il virus. Secondo la rilevazione – che è stata fatta tra il 2 e il 3 ottobre, quindi dopo l’annuncio che il presidente aveva contratto il coronavirus – Biden ha un vantaggio del 51% contro il 41% di Trump.
Sondaggi negativi e Trump freme, s’infuria con chi lo ha in cura e vuole per questo essere dimesso il prima possibile. Si arrabbia con i medici che a quanto pare erano restii a dimetterlo e con i suoi più stretti collaboratori, soprattutto con Mark Meadows, il suo “Chief of Staff”, che sabato parlando con i giornalisti aveva contraddetto il quadro roseo della sua salute fatto dai medici, dicendo a mezza voce ad alcuni reporter amici, ai quali aveva chiesto di non identificarlo come fonte della notizia, che “non siamo sulla strada giusta per un miglioramento veloce”. Sfortunatamente per lui una telecamera indiscreta lo ha inquadrato mentre faceva queste confidenze rivelando così la “fonte anonima” delle dichiarazioni. Indiscrezioni che minano la credibilità dei medici che hanno in cura il presidente e che evidenzia come anche per la malattia di Trump non c’è quella trasparenza dovuta che una situazione simile richiede. E così per smentire la gravità della sua malattia, contro tutti i suggerimenti medici e del buonsenso, domenica pomeriggio si è fatto un giretto in auto con l’intento di rassicurare il suo elettorato smentendo di fatto uno dei suoi video postato su Tweet pochi minuti prima in cui affermava dall’ospedale di aver imparato la lezione sul coronavirus. “Sul coronavirus sono andato alla vera scuola e ho imparato la lezione” ha detto prima della sua passeggiata per salutare i suoi sostenitori.
“Evidentemente i quasi 210 mila morti per il coronavirus non gli hanno insegnato nulla”, commenta Glen Kessler sul Washington Post. “La sua irresponsabilità mi lascia senza parole. Penso agli agenti del Servizio Segreto che devono assecondare i suoi capricci. Non capisce che mette in pericolo la vita delle altre persone” afferma ai microfoni di CNBC uno dei medici che lo hanno in cura. E in effetti i contagi si moltiplicano nel circolo ristretto degli uomini del presidente: anche la portavoce della Casa Bianca, la biondissima Kayleigh McEnany e il segretario del presidente, Nick Luna, sono risultati positivi. Ad entrambi il contagio era stato confermato con un tampone giovedì scorso, ma entrambi, asintomatici, hanno continuato a lavorare alla Casa Bianca, facendo riunioni e incontrandosi con i giornalisti e con il personale, ovviamente senza mascherina e senza mantenere le distanze di sicurezza così altri due dipendenti della Casa Bianca sono stati infettati. E questa mattina la Casa Bianca ha mandato una lettera a tutti i dipendenti chiedendo loro di rimanere a casa se dovessero essere risultati positivi ai test, anche se asintomatici.

In questa mancanza di chiarezza e di rispetto verso gli altri, è difficile capire quali siano le effettive condizioni mediche di Trump. I medici affermano i miglioramenti senza dare particolari, la Casa Bianca si rifiuta di commentare. I medici hanno detto che sabato gli è stato dato il Dexamethasone uno steroide che viene somministrato solo nei casi gravi. Gli è stato dato anche il Remdesivir, un potente antivirale, e il Dexamethasone, un tipo di cortisone usato per le infiammazioni polmonari particolarmente gravi “Perché – hanno spiegato i medici- venerdì e sabato il presidente ha avuto due cali, seppur temporanei, nei livelli di ossigeno nel sangue”. Molti medici, commentatori nei programmi televisivi hanno insistito che la combinazione di questi farmaci disegna un panorama diverso e di gran lunga più preoccupante di quello descritto dal team sanitario che lo ha in cura.
E’ stata una settimana terribile per il presidente e per la sua campagna elettorale: non solo per i sondaggi, ma anche per le rivelazioni del New York Times sulle sue tasse (non mancano infatti i commenti graffianti sull’esercito di medici, infermieri, strutture, medicine per un contribuente che ha pagato $750 dollari di tasse per molti anni), al dibattito rissa con Biden con le carezze ai gruppi di suprematisti bianchi e così vede scivolare le possibilità della sua rielezione. Steve Cortes, uno degli organizzatori della campagna, si è detto ottimista sulla ripresa del presidente aggiungendo che tutto è sotto controllo, che i seguaci del presidente sono più attivi che mai, che la campagna non si ferma anche se i comizi sono stati disdetti e non si sa quale sarà il futuro dei restanti dibattiti. “Il movimento Maga è più grande del presidente Trump. Lui è essenziale, ovviamente, ma non è l’unico elemento chiave del movimento Maga”. Maga è l’acronimo dello slogan di Trump, “Make America Great Again”. Facendo capire che se il presidente non potesse continuare la campagna elettorale il peso sarà sulle spalle di Mike Pence, che di nuovo è risultato negativo al tampone.

Pence si sta preparando per il dibattito di mercoledì sera che lo vedrà opposto a Kamala Harris. Il dibattito si terrà dalle 9 alle 10:30 di sera alla Kingsbury Hall dell’Università dello Utah a Salt Lake City e verrà moderato da Susan Page, responsabile del Washington Bureau di Usa Today. Data la situazione di Trump il dibattito prende una nuova dimensione. Entrambi, Pence e Harris hanno fatto i test e sono negativi al coronavirus. Kamala Harris è già a Salt Lake City da venerdì scorso. Particolare cura viene presa per la scelta degli ospiti in sala e del personale selezionato per la preparazione dell’evento facendo tesoro dell’esperienza del dibattito di Cleveland in cui 12 persone, tra operai e impiegati sono risultati positivi.
Sul fronte politico il leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnel freme per avviare le procedure per la nomina di Amy Coney Barret alla Corte Suprema. Tre senatori, due della Commissione Giustizia del Senato, sono risultati positivi ai test del coronavirus. Non sono noti i test fatti su altri otto senatori repubblicani che hanno preso parte alla cerimonia di presentazione del giudice nel Rose Garden della Casa Bianca. Se cinque senatori si ammalano, Mitch McConnel perde la maggioranza al Senato e la nomina rischia di saltare.