Tra due mesi l’America andrà alle urne e la campagna elettorale alza i toni. Gli elettori dovranno scegliere se promuovere l’agenda di Donald Trump o se, invece, voltare pagina e mandare Joe Biden alla Casa Bianca. I sondaggi demoscopici, per il momento, danno Biden in vantaggio con 7-11 punti sul presidente, ma due mesi di campagna elettorale sono lunghi soprattutto in un Paese come gli Stati Uniti dove l’umore dell’elettorato è particolarmente volubile.
Secondo il sondaggio Grinnel College/Selzer Biden è in vantaggio di 8 punti, secondo Quinnipac di 10, secondo USA Today/Suffolk di 7, secondo CNN di 8, Reuter Ipsos di 7 e secondo Economist YouGov di 11. Tutte le indagini demoscopiche sono a carattere nazionale e sono state condotte al 31 di agosto. Una delusione per il candidato del GOP che sperava dopo le quattro serate di sperticate lodi alla sua persona nella Convention repubblicana se non nel superamento, almeno nel raggiungimento di Biden.
Forse è per questo che mercoledì Trump, in un comizio in North Carolina, ha chiesto ai suoi di votare due volte: prima di persona e poi per posta. Ovviamente non si può fare ed è contro la legge, ma il suo era un riferimento a presunti brogli elettorali nelle elezioni presidenziali. Un chiodo fisso della sua campagna elettorale dove trame oscure, complotti, intrighi, bugie, fantasia, “fatti alternativi” si fondono e si confondono in una caricatura politica largamente accettata dal suo elettorato. Dichiarazioni senza una benché minima prova dette, forse, nel tentativo di sminuire il valore dei 3 milioni di voti in più ottenuti da Hillary Clinton alle scorse presidenziali.
Sta di fatto che questo riferimento in aggiunta alle costanti insinuazioni sulle presunte irregolarità del voto sta lentamente avvelenando la legittimità della contesa elettorale specialmente se si associano le elezioni, in questo periodo di coronavirus, al voto per posta dove migliaia di cassette postali, in maggioranza nelle zone più rurali d’America, sono state rimosse per ordine del direttore delle Poste, un fedelissimo di Trump. Azioni che evidenziano le paure del presidente per una massiccia risposta elettorale e le sue dichiarazioni potenzialmente tendono a cercare di delegittimare il risultato.
Non aiuta Biden lo scivolone della speaker della Camera, Nancy Pelosi, ripresa all’interno di un salone di bellezza – da sola – a San Francisco nonostante le attività commerciali in California siano limitate per arginare la diffusione del Covid-19. Il filmato ha scatenato le ire dei repubblicani che accusano la leader del partito democratico di ipocrisia: mostra la Pelosi, con la mascherina intorno al collo e non sul viso, mentre cammina all’interno del salone di bellezza. Un regalo vero e proprio per Trump che ne ha subito approfittato per rilanciare la polemica per il voto per posta: “Se va dal parrucchiere può anche votare di persona”.
La strategia di Donald Trump è quella di puntare su “legge e ordine” e di instillare paure alla classe media. “Votare per Biden – affermava il presidente alla convention repubblicana della scorsa settimana – significa portare il socialismo e il caos nelle vostre città”. Una strategia efficace fintanto che i disordini continuano.

Sia ben chiaro che gli incendi e i saccheggi sono una cosa mentre le dimostrazioni contro le violenze della polizia, sono un’altra. Ma Trump e i repubblicani convenientemente mescolano le carte associando le due cose. E proprio per sottolineare questa differenza oggi il vicepresidente Biden con la moglie Jill è andato a Kenosha, la città del Wisconsin dove due settimane fa la polizia ha gravemente ferito Jacob Blake con sette colpi di pistola mentre voltava le spalle agli agenti. E Joe e Jill Biden si sono incontrati con la famiglia del giovane afroamericano. Cosa che i genitori di Blake non hanno voluto fare due giorni fa quando a Kenosha è andato Donald Trump. Poi Joe ha anche parlato al telefono con il figlio ricoverato in ospedale. Joe Biden con la visita a Kenosha, invece, cerca di evidenziare come i duri toni di “law and order”, in un paese avvelenato dalla discriminazione razziale, siano discordanti senza che ci sia una giustizia uguale per tutti.
Ed è proprio di poche ore fa la notizia che altri due afroamericani sono stati uccisi dalla polizia. A Washington “gli agenti si sono avvicinati a un’auto da cui sono fuggite alcune persone e un poliziotto ha fatto fuoco colpendo uno di loro”, ha spiegato il capo della polizia, Peter Newsham. “Riteniamo che fossero armati e infatti sul luogo sono state trovate due pistole”. Il ragazzo colpito, di 18 anni, è stato portato all’ospedale dove è stato dichiarato il suo decesso. Per sedare gli animi Newsham ha detto che verrà immediatamente reso pubblico il video della telecamera di servizio dell’agente che ha fatto fuoco. E sta suscitando indignazione un video, rilasciato ieri, ma il fatto è avvenuto a marzo, di un afroamericano fermato e ucciso dalla polizia a Rochester, New York. Daniel Prude, di 41 anni, con problemi psichiatrici, correva nudo per le strade della città il 23 marzo scorso ed è stato raggiunto dagli agenti, che gli hanno messo un cappuccio antisputi.
Nel video diffuso solo ora dalla famiglia si vedono i poliziotti coprire con lo “spit hood” la testa di Prude e spingerlo per terra per circa due minuti. Prude è morto il 30 marzo per complicazioni respiratorie. La sua morte è avvenuta due mesi prima di quella di George Floyd ucciso a Minneapolis in un altro caso di violenza della polizia. Una vicenda che ha scatenato forti proteste del movimento Black Lives Matter in tutti gli Stati Uniti. Le proteste si sono estese dopo il grave ferimento di Jacob Blake, il 29enne afroamericano rimasto paralizzato dalla cintola in giù il 23 agosto a Kenosha, in Wisconsin, dopo che un poliziotto gli ha sparato sette volte alla schiena.

Sul terreno della sicurezza e dell’ordine pubblico si sta consumando uno degli scontri più accesi di questa campagna elettorale: Donald Trump a Kenosha ringrazia le forze dell’ordine e promette aiuti finanziari per i poliziotti, Joe Biden invita alla calma e promette giustizia. Joe Biden ha affermato che gli agenti che hanno sparato a Blake e che hanno ucciso a Lousville Breonna Taylor nel letto della sua abitazione, dovrebbero essere processati. “E’ il minimo che si possa fare, la giustizia deve fare il suo corso”, ha detto il vicepresidente. L’avvocato della famiglia, B’Ivory LaMarr, ha detto alla Cnn che la famiglia di Blake “ha ripetuto numerose volte che loro non vogliono che la tragedia diventi un caso politico”. L’Attorney General dello Stato del Wisconsin, Josh Kaul, ha detto che la visita di Biden è stata utile per la riconciliazione degli abitanti di Kenosha. “Il presidente – ha detto Kaul – non è interessato alla pacificazione dei nostri cittadini. Nella sua visita ha incontrato solo i poliziotti e i proprietari dei negozi distrutti dai disordini.
Mercoledì, in una lunga intervista alla CNN, il ministro della Giustizia, William Barr, ha detto che “la narrativa secondo cui la polizia prenda di mira uomini di colore disarmati è semplicemente una falsa narrativa, e anche la narrativa che ci sia una motivazione razziale”.
Biden con la visita a Kenosha ha voluto rimettere a fuoco i temi della campagna centrandoli sulla pacificazione nazionale, sulla lotta al razzismo e alla pandemia dopo giorni di attenzione sulle questioni relative alle forze dell’ordine affermando che Trump con i suoi interventi sta dividendo l’America, deludendo genitori, insegnanti e studenti.
“Il presidente non è riuscito a gestire il Covid-19 e ora i nostri studenti e insegnanti ne stanno pagando il prezzo. Tanti studenti inizieranno il nuovo anno scolastico come hanno chiuso lo scorso anno, da casa. Trump non offre altro che fallimento, delusione odio. Se invece il presidente e la sua amministrazione avessero fatto il loro lavoro all’inizio, le scuole sarebbero aperte e sarebbero aperte in sicurezza”.
E proprio dell’odio mercoledì sera il presidente in uno dei suoi livorosi tweet ha detto di aver dato disposizione per definanziare le città dove avvengono i disordini razziali: New York, Washington, Chicago, Portland, Seattle. Ovviamente non lo può fare perché la legge glielo impedisce. Ma questo per Trump non vuol dire nulla.

C’è stata però l’immediata risposta del governatore di New York Andrew Cuomo. “Non può avere abbastanza guardie del corpo per passeggiare per le strade di New York, meglio che abbia un esercito. I newyorchesi non vogliono avere nulla a che fare con lui”, aggiungendo che forse Trump ce l’ha con la sua ex città perché New York l’ha “rifiutato”, considerandolo un “clown” e un “fumetto da tabloid”.

Si allunga infine la lista dei politici repubblicani che appoggiano elettoralmente Biden. L’ultimo, il centesimo, è l’ex governatore del Michigan, Bill Weild già sfidante senza successo di Trump alle primarie repubblicane che abbandonò a febbraio.