In un video visibile in rete mercoledì, si vede Kyle Howard Rittenhouse, un ragazzo bianco di 17 anni, armato di fucile, che spara martedì sera ai dimostranti di Black Lives Matter che protestano in Kenosha, Wisconsin. La loro protesta è contro la polizia per aver due giorni prima sparato alle spalle Jacob Blake, un afroamericano, che ora si trova paralizzato in ospedale. Martedì sera per i colpi sparati durante la protesta, muoiono due persone a Kenosha e una resta gravemente ferita.
Il giorno dopo, in rete appare quel video in cui durante la sparatoria, mentre la gente urla contro quel ragazzo che avrebbe appena sparato uccidendo, si vede Rittenhouse che calmo, camminando armato di fucile si avvicina verso i mezzi delle forze di polizia che non fanno nulla, non lo arrestano (immaginate un attimo se fosse stato un nero che si avvicinava armato…), ma lo lasciano tranquillo camminare col suo fucile verso di loro indisturbato… Un altro video, che forse sembra avvenire prima della sparatoria, mostra sempre quel ragazzo armato con altre persone che si avvicina a dei poliziotti per chiedere dell’acqua, ci sono alcuni scambi di battute, delle congratulazioni, come se i poliziotti stessero apprezzando il “lavoro” di quei “vigilantes”.
Kyle Rittenhouse è stato arrestato mercoledì mattina quando non si trovava più in Wisconsin, ma nello stato di sua residenza, l’Illinois. E’ stata chiesta l’estradizione dalle autorità del Wisconsin dove era da poche ore ricercato con l’accusa di omicidio. Vedremo nei prossimi giorni se oltre Kyle Rittenhouse, anche altri dovranno essere incriminati per aver permesso, a un ragazzo di diciassette anni, di imbracciare un fucile e puntarlo contro dei dimostranti che esercitavano il loro diritto costituzionale di poter protestare contro la polizia che aveva giorni prima sparato alle spalle di un uomo disarmato.
Mercoledì sera, quando erano passate quasi 24 ore dalla sparatoria di Kenosha, si è tenuta la terza serata della convention repubblicana che incorona Donald Trump come candidato del GOP per la riconferma alla Casa Bianca. Il discorso clou atteso per la terza serata era quello di Mike Pence e il vice presidente di Trump, alla convention del Gop e ai milioni di americani che lo ascoltano in diretta tv, la sera dopo i fatti di Kenosha, dice che si dovrà votare Trump se si vorrà “che l’America resti America”, ed evitare che invece possa finire in mano a Joe Biden, definito “un cavallo di Troia” di socialisti radicali che con lui renderebbero l’America insicura e in balia della violenza.
Pence, nel suo attacco a Biden, non dirà nulla, non una sola parola sui fatti e i morti di Kenosha (menzionerà il nome della cittadina insieme ad altri senza accennare nulla a cosa è successo, ndr) che hanno coinvolto un ragazzino bianco di 17 anni, fatti che il governo federale deve conoscere già molto meglio di chi, come noi, ha visto i video on line.
Il filo del discorso di Pence? Nel momento in cui in America un ragazzino bianco di 17 anni può girare tranquillamente armato, poi sparare e forse essere lui ad ammazzare dei dimostranti mentre tranquillamente dalla polizia viene lasciato libero di dileguarsi, ecco sembra che per Mike Pence questa sarebbe una America più sicura di quella che invece verrebbe messa in pericolo con l’elezione di Biden. Sarebbe quindi più sicura l’America dove un bianco minorenne può sparare ai dimostranti neri senza che la polizia provi a bloccarlo, ma anzi offrendogli pure dell’acqua?
Vi racconteremo di più sulla terza serata della convention del Gop in altri articoli, ma intanto ho voluto qui sottolineare ciò che ritengo certo: le parole del discorso di Mike Pence pronunciate da Baltimora il 26 agosto del 2020, a poche ore dai fatti di Kenosha, Wisconsin, rimarranno scolpite nella storia del razzismo di questo paese.
ps: Onore a tutti quei giocatori della NBA che si sono rifiutati di scendere in campo per le partite delle finali in protesta al comportamento della polizia di Kenosha.
Discussion about this post