
Democratici alla ricerca dell’America perduta. Calato il sipario della prima giornata della Convention che si sta tenendo a Milwaukee, in Wisconsin, in attesa di questa seconda serata con gli interventi di Bill Clinton, della combattiva Alexandria Ocasio-Cortez, del leader della minoranza democratica al Senato, Chuck Schumer e con Jill Biden, la moglie dell’ex vicepresidente e attuale candidato per la Casa Bianca che traccerà la visione e i traguardi che il marito si propone di raggiungere se sarà eletto, si può abbozzare un primo sommario bilancio di questa anomala Convention nell’era del Coronavirus.
Messi da parte cappellini, trombette, bottoni, e storiche bevute prima e dopo nei bar della città, i delegati stanno come tutti noi a casa loro a seguire una convention in tv. Le grandi linee della piattaforma politica del partito sono state tracciate. In 80 pagine i delegati hanno trovato l’accordo per stabilire il percorso da seguire una volta conquistata la Casa Bianca. Al primo posto è stata messa la protezione degli americani e le misure da seguire per uscire dalla pandemia. Al secondo la ripresa economica del Paese, con riforme “giuste” e con particolare attenzione alla classe più disagiata, al terzo la riforma della sanità con una mutua universale poco costosa e di qualità, al quarto la riforma del sistema giudiziario e poi a seguire immigrazione, clima, diritti degli elettori, rispetto per le istituzioni, scuola. Sicuramente un’agenda molto sociale che peraltro se a novembre oltre a conquistare la Casa Bianca i democratici non manterranno la maggioranza alla Camera e otterranno quella al Senato, difficilmente potrà essere applicata.

La prima serata ha visto questa Convention concentrarsi su due punti principali: unità nel Paese e dignità nella carica. Unità nel partito mettendo da parte tutti i disaccordi interni per sostenere Joe Biden. La pacificazione è stata lanciata dal senator Bernie Sanders, amico-rivale di Joe Biden, che ha spronato le sue truppe a votare per Biden. A sottolineare la necessità di unire il Paese anche un gruppo di repubblicani, primo tra tutti l’ex governatore dell’Ohio, John Kasich, l’ex congresswoman di Staten Island, Susan Molinari, l’ex governatore del New Jersey Christie Whitman, che hanno duramente accusato Trump per la sua gestione caotica del Paese, per le divisioni interne.
“Il Paese ha bisogno di unità, ha detto Kasich – soprattutto in un momento in cui siamo alle prese con una pandemia. Puntare su ciò che ci divide anziché su ciò che ci unisce, danneggia la nostra Nazione”. Kasich, Molinari, Withman sono politici che oramai non hanno più forza nel partito repubblicano, ma tanti altri, a cominciare dall’ex presidente George W Bush e dal senatore Mitt Romney, difficilmente daranno il loro sostegno alla campagna elettorale di Trump.
Dignità nella carica, nelle istituzioni, nelle procedure, nel porre gli interessi nazionali sopra quelli individuali. L’affondo è stato lanciato dall’ex First Lady Michelle Obama. Un discorso che, per una donna che afferma di odiare la politica, è stato molto politico e molto diretto a Trump giudicato da lei incapace di saper gestire le difficili situazioni che si presentano. A giudicare dalla infantile reazione del presidente che, come un bambino capriccioso ha subito twittato ringraziandola delle gentili parole, l’ex first lady deve aver fatto centro.
Da vedere ora se i messaggi di unità e dignità saranno percepiti.