Non si placa la rabbia dei manifestanti che da settimane occupano giorno e notte il piazzale del City Hall di New York per chiedere tagli agli oltre 6 miliardi di dollari in fondi del Dipartimento di Polizia (NYPD).
Dopo i tafferugli delle scorse ore, anche l’alba di mercoledì mattina ha registrato scontri tra i dimostranti e gli agenti in tenuta antisommossa, che sono stati costretti alla ritirata.
La tensione rimane ancora alta all’indomani del voto sul bilancio della città, approvato poco dopo la mezzanotte con 32 favorevoli, 17 contrari, 1 astensione e 1 assente. Nel mezzo della crisi economica e politica provocata dalla pandemia e dalle proteste per la morte di George Floyd, le trattative tra il sindaco Bill de Blasio e i consiglieri comunali sono state tutt’altro che agevoli.
Di fronte a perdite di 9 miliardi per la chiusura delle attività economiche non essenziali durante il lockdown, la Grande Mela è obbligata a battere cassa e mettere mano al portafoglio per finanziare un già limitato bilancio di 88 miliardi. Eliminato il sistema di riciclo dei rifiuti organici e rinviata la riapertura delle piscine pubbliche per la prossima estate, saranno ridotti i servizi di raccolta di spazzatura, i traghetti notturni gratuiti per Staten Island, gli ausiliari del traffico e la potatura degli alberi.

Non solo: come riporta il New York Times, in attesa di un intervento federale o statale de Blasio ha attinto a oltre 4 miliardi in riserve comunali e ha messo in guardia sul rischio di dover procedere al licenziamento di 22mila impiegati pubblici.
Nonostante la sforbiciata di un miliardo ai conti della NYPD, le rivendicazioni del movimento “Occupy City Hall” sono state disattese. In molti casi infatti il Consiglio comunale ha provveduto a una mera redistribuzione delle stesse voci di spesa dal Dipartimento di Polizia ad altre agenzie municipali, come per la sicurezza delle scuole ora in gestione al Department of Education, e non ha investito abbastanza in programmi per la comunità.