Scriviamo mentre New York si prepara alla seconda notte di coprifuoco dopo una giornata di manifestazioni pacifiche nei cinque boroughs.
Fino a domenica, ogni sera dalle 20 alle 5 i residenti dovranno restare nelle proprie abitazioni. Sospeso il servizio Uber e Citi Bike (le biciclette a noleggio), mentre i taxi potranno accettare corse solo per i lavoratori essenziali, che non sono interessati dai divieti.
Ancor prima che scattassero le restrizioni stabilite alle 23, lunedì il sindaco Bill de Blasio aveva annunciato in diretta sul canale televisivo NY1 l’orario del nuovo coprifuoco per i giorni a seguire.
A poco è servito però l’ordine di rimanere a casa e il dispiegamento di ottomila poliziotti: la città si è svegliata martedì con la notizia di saccheggi e arresti.
“La NYPD e il sindaco non hanno fatto il loro lavoro ieri sera [lunedì]. Ne sono convinto”, ha dichiarato il governatore Andrew Cuomo in conferenza stampa da Albany, spiegando che de Blasio ha deciso di non accettare l’aiuto della Guardia nazionale.
“Ci sono 38mila agenti della NYPD, è il più grande dipartimento di polizia in tutti gli Stati Uniti. Usate 38mila persone e proteggete le proprietà. Usate la polizia, proteggete la proprietà e i cittadini. Guardate i video: è stata una vergogna”, ha aggiunto Cuomo nell’ennesimo attacco alla sua nemesi politica.
Come in decine di città, anche a New York gli episodi di violenza non hanno fermato la stragrande maggioranza di dimostranti pacifici, che sono tornati a sfilare nelle strade semi-deserte tra i negozi chiusi barricati da tavole di legno.
A Manhattan, appuntamento all’una a Foley Square nel Financial District. Da mezzogiorno abbiamo assistito all’arrivo di manifestanti di tutte le età e etnie vestiti di nero e abbiamo attraversato con loro Chinatown, Broadway, Washington Square Park e Union Square fino all’Upper East Side per onorare la memoria di George Floyd, il quarantaseienne afroamericano morto durante l’arresto a Minneapolis, e delle vittime del razzismo e della brutalità della polizia.
Durante la giornata, la partecipazione non ha accennato a diminuire e il corteo ha inglobato gruppi radunati in diverse parti con cori rivolti alla NYPD – How do you spell racist (“Come si scrive razzista? N-Y-P-D”) – e con momenti di silenzio. Più volte la folla si è inginocchiata per ricordare Floyd; ha alzato le mani gridando Hands up, don’t shoot (“Mani in alto, non sparate!”) per Michael Brown, ucciso nel 2014 a Ferguson, Missouri; ha intonato I can’t breathe (“Non riesco a respirare”) per Eric Garner, soffocato nello stesso anno a Staten Island.
In tanti hanno continuato a marciare anche dopo le 20 e dopo il coprifuoco, persino quando gli agenti hanno bloccato l’accesso a Manhattan. Per quasi due ore, in migliaia si sono trovati intrappolati sul Manhattan Bridge senza possibilità di passare oltre il cordone della polizia in tenuta antisommossa e sono stati finalmente costretti a tornare indietro a Brooklyn.
Solo in mattinata si saprà se scontri e saccheggi avranno preso di nuovo il sopravvento sul messaggio della protesta.