Ogni anno, in concomitanza con la Giornata Mondiale dei Minori scomparsi, il Kiwanis International Distretto Italia – San Marino, organizza l’I-Day, la giornata degli Irreperibili e dei Minori Scomparsi. È un momento per fare il punto della situazione insieme a vari Partner e Autorità, e valutare le strategie da attuare nel futuro prossimo.
I dati mostrano che circa il 23% dei minori scomparsi sono vittime di rapimenti a causa dei conflitti tra i genitori, spesso di nazionalità diversa. Mentre in crescita è il numero degli adolescenti che scappano di casa o dagli istituti perché soffrono di una qualche restrizione; secondo le statistiche il numero arriva al 55%. Ma molteplici sono le cause: sequestrati da parte di pedofili o dalla criminalità organizzata per tratta o sfruttamento sessuale e traffico di organi umani. Purtroppo, spesso, queste reti criminali vengono rintracciate con ritardi. Tra le altre cause ci sono anche il bullismo e il cyberberbullismo. Bisogna considerare anche i minori migranti di cui si perdono le tracce quando arrivano in Europa. Ed ecco che per questi bambini, la terra promessa somiglia più ad un inferno.
Insomma, si tratta di un “esercito degli invisibili” fatto da bambini e adolescenti, di cui, probabilmente non si saprà mai più nulla.
Nel mondo ogni 8 minuti viene segnalato un bambino scomparso. Il tempo di segnalazione potrebbe addirittura diminuire, se si tiene in considerazione il fatto che molte scomparse non vengono nemmeno denunciate a causa del meccanismo di segnalazione, più sviluppato in Europa, ma meno in altre parti del mondo.
Ma nel caso dei minori migranti non accompagnati allibiscono i dati nei paesi maggiormente sviluppati.
Migliaia di migranti, quando entrano in Europa, vengono respinti ed utilizzano così mezzi meno convenzionali, come il gommone, per fuggire dal loro paese. Soprattutto dopo le ultime questioni con i porti italiani, i fuggitivi cercano vie di entrata tramite la Spagna e la Grecia. I dati comunicano 82239 di minori stranieri non accompagnati scomparsi. Di alcuni si perdono le tracce solo dopo poche ore il loro ingresso in Europa. Molti altri sono minori affidati alle comunità dello Stato. Quando questi scompaiono, ci si limita a registrarli per nome e a chiamarli gli “irreperibili”.
In Russia, in un solo anno, i bambini scomparsi sono circa 45 mila. La Germania, che ha fatto dell’accoglimento e dell’inserimento sociale dei rifugiati in Europa una bandiera, non è esente da questa piaga, sono infatti decine di migliaia gli adolescenti e i bambini “irreperibili”.
Il fenomeno non riguarda solo l’Europa Occidentale, ma anche gli Stati Uniti, dove i migranti fuggono dal Sud America, in particolare da El Salvador, Guatemala e Honduras, passando per il Messico. I migranti chiedono asilo politico o accedono illegalmente nei confini statunitensi. In questo tema l’America si divide: una parte è favorevole ad una gestione più intelligente ed accurata, mentre un’altra parte chiede l’irrigidimento delle politiche migratorie. Il presidente Donald Trump sembra essere favorevole a questa ultima corrente, e infatti difende con forza la sua idea di costruire un muro di confine lungo il Messico. Questa situazione però si riversa sui minori. Negli USA sono infatti oltre 32 mila i bambini scomparsi nel 2017.
Il problema è la mancanza di direttive internazionali su come agire in caso di sparizione di un minore nei singoli Stati e a livello internazionale, e mancano anche misure concordate sulla prevenzione del fenomeno. Addirittura l’Europol imputa alla mancanza di coordinamento internazionale l’aumento del dati. È fondamentale rendere attivo il network, aumentando la collaborazione tra paesi, attraverso le associazioni, istituzioni non-profit e le forze dell’ordine. Sono necessarie azioni coordinate, concentrandosi nello sviluppo di due temi fondamentali: prevenzione e rintraccio.
Le misure preventive si concentrano sulla riduzione del rischio. Non può esistere un modello unico e infallibile, ma si possono adottare prassi e comportamenti che possano aiutare. Capire le cause è il primo fondamentale passo per prevenire il fenomeno. Per esempio è possibile agire tempestivamente nei casi della categoria dei minori che si allontanano volontariamente: il genitore potrebbe essere in grado di cogliere se nel minore c’è qualcosa che non va, in modo da evitare un’ipotetica fuga. Negli altri casi, i genitori o chi ne fa le veci, potrebbero insegnare al minore le precauzioni da adottare perché non cada in mani sbagliate o fornirgli gli strumenti che gli permettano di capire per tempo se si trova in una situazione potenzialmente pericolosa. Sono accorgimenti semplici, utili, ma che tante volte non vengono incentivati con nessuna iniziativa. È necessaria la sinergia da parte di tutti: genitori, docenti, amici e compagni di scuola.
Per quanto riguarda il rintraccio in caso di scomparsa, bisognerebbe adottare misure efficienti, anche se va tenuto presente che in un momento di panico le norme di comportamento possono essere difficili da ricordare. L’UNICEF definisce un sistema di protezione dei bambini come leggi politiche, regolamenti e servizi necessari in tutti i settori sociali: istruzione, salute, sicurezza, giustizia per sostenere la prevenzione e rischi connessi. Anche in questo caso, non esiste una procedura valida a livello universale, ma sicuramente un allarme rapido, rivolgendosi alle forze dell’ordine e ai media, fornisce dei vantaggi. Più rapida è la diffusione della notizia di scomparsa e maggiore sarà l’intervento positivo. È fondamentale la denuncia alle Forze dell’Ordine, oppure chiamare tempestivamente il numero d’emergenza 112, fornendo tutte le informazioni a disposizione.
Migliorare il sistema di ricerca e la strategia di comunicazione, fondati sulla collaborazione con lo Stato e tutte le istituzioni che compongono la rete di ricerca, sono tra i nuovi obiettivi. L’alleanza istituzione-cittadino è centrale affinché si lavori con maggiore efficacia. Importante è anche l’implemento dell’uso della tecnologia, che potrebbe dare un grande aiuto, anche grazie a Facebook e Google.
Per quanto riguarda i dati italiani c’è una buona notizia: i casi sono calati durante il lockdown. Le denunce di scomparsa nell’ultimo trimestre, febbraio-aprile 2020, sono diminuite di circa l’83%, ma di certo il lavoro di prevenzione e contrasto del fenomeno non possono fermarsi.