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March 15, 2020
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Coronavirus? Sorry Trump, Macron, Johnson, Merkel, Xi, Putin… Italians do it better!

Abituati a essere guardati dall’alto in basso da mezzo mondo, ora proviamo a guardarlo noi, dall'alto dei balconi, questo mezzo e piccolo piccolo mondo

Valter VecelliobyValter Vecellio
Coronavirus? Sorry Trump, Macron, Johnson, Merkel, Xi, Putin… Italians do it better!

Italian Ballad 2020. by Flavio Bragaloni. Acrylic on canvas. This painting was born on March 15, 2020 after connecting at 6:00 pm in Italy from New York to sing with my friends Fratelli D'Italia, for the emotion I also mistaken the words ... This painting of mine I dedicate to all Italians united in this difficult moment

Time: 5 mins read

Viva l’Italia. Ci voleva il Covid-19 a farmi scoprire “nazionalista”? D’accordo: anche in Italia si “inciampa” su qualche fesseria retorica. Si prenda, per esempio, il proclama: “Tutto andrà bene” che viene appeso sui balconi. Lo si vada a dire, “tutto andrà bene”, ai congiunti di quelle migliaia di poveretti che sono stati uccisi dal Covid-19; e ditelo anche a chi da un giorno all’altro ha dovuto chiudere attività, negozio, impresa, e potrà ricominciare a lavorare chissà quando. A loro bisogna dirlo che “tutto andrà bene”: a quanti si sono visti stravolta la vita; anche quando l’emergenza sarà superata, comunque nulla sarà più come prima. Ci vorranno anni per rimarginare le ferite: quelle concrete, e quelle dello spirito. Il tunnel appena imboccato è lungo e periglioso. Un corno, “andrà tutto bene”.

Abituati a essere guardati dall’alto in basso da mezzo mondo, ora proviamo a guardarlo noi, questo mezzo mondo che ci prende le misure e ci dà i punti.

Ecco: almeno gli italiani, con la loro retorica consolatoria, si sono risparmiati la disgustosa esibizione della ex première dame di Francia Carla Bruni: “Ma certo, baciamoci, non facciamo gli stupidi! Noi siamo della vecchia generazione! Non abbiamo paura di nulla, non siamo femministi e non abbiamo paura del Coronavirus”. Questo afferma la signora Bruni coniugata Nicholas Sarkozy, mentre saluta con un bacio affettuoso il presidente di Lvmh Fashion Group, Sidney Toledano. I due si sono incontrati a un evento che si è svolto nel corso della settimana della moda di Parigi. Poi, ripresa dalle telecamere, finge un attacco di tosse e una crisi respiratoria, come a voler ironizzare sull’epidemia di Covid-19 che in quei giorni si affaccia pericolosamente in Europa e in particolare in Italia. Chiede poi scusa, e sai che ci può fare, la signora. Se la si qualifica come cretina, non c’è il rischio che i cretini si offendano?

Per restare ai francesi, come definire madame Christine Madeieine Odette Lagarde, nata Lallouette, presidente della Banca Centrale Europea? Con sconcertante, irresponsabile leggerezza dice che lo spread dei titoli italiani non è un suo problema, e fa crollare la Borsa. Il suo predecessore, l’italiano Mario Draghi, da chi è stato sostituito! In Francia, dopo settimane di menefreghismo, si accorgono che il Covid-19 è un problema anche loro, con centinaia di morti e migliaia di contagiati. Chiusi locali, scuole, tutto; ma il voto per le amministrative, quello no, non viene rimandato. Tutti in fila, mascherina sul viso, e matita portata da casa. Flaubert per i suoi manuali sull’umana stupidità avrebbe trovato ispirazione e materiale in abbondanza.

Francia e Germania, con un cinismo di cui converrà serbare il ricordo, egoisticamente e irresponsabilmente riducono le esportazioni di forniture mediche verso l’Italia; violano in questo modo plateale la regola base del mercato unico. Dank, frau Angela Merkel; merci, monsieur Emmanuel Macron: la vostra miopia, il vostro egoismo, ha potentemente aiutato la causa di quanti vogliono sabotare il sogno che fu di Spinelli e Rossi, Schumann, Adenauer e De Gasperi, e perfino di Churchill. Non si deve dimenticare che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen attende ben 46 giorni prima di indirizzare un saluto di solidarietà agli italiani, e proposto un intervento di 25 miliardi di euro, un’equivalente di un’aspirina per chi ha la polmonite.

Vogliamo fare due passi dalle parti del Regno Unito? Il primo ministro britannico Boris Johnson con un cinismo che mette i brividi comunica che non intende adottare particolari problemi. Annuncia giulivo che “molti perderanno i loro cari”. Fatevene una ragione. Il Covid-19 sarà sconfitto con la politica del “gregge”: più contaminati producono più immunità; e pazienza per i più anziani, i più deboli. Perché, a imitazione della rupe Tarpea, non buttarli direttamente dalle scogliere di Dover? Si risparmia tempo e fatica.

Lasciamo perdere la Cina: un regime violento e dispotico: per un mese buono ha taciuto al mondo la gravità dell’epidemia; l’ha negata prima, l’ha combattuta dopo imponendo la legge del ferro e del fuoco. Ora Pechino fa sapere che l’epidemia, da loro è stata sconfitta; se una cosa insegna questa vicenda è che di un paese schiacciato dal tallone di una dittatura feroce (già dimenticata piazza Tien An Men? Già dimenticati i ragazzi di Hong Kong?) non ci si può fidare. Capaci di tutto, non meritavano fiducia prima, non la meritano ora. Non parliamo poi della Russia di Vladimir Putin: assurdo che non si registrino casi di Covid-19. Semplicemente la macchina dell’occultamento della verità continua a funzionare, e Putin del resto, è un degno figlio dei despoti di quando c’era l’Unione Sovietica. Stesso discorso vale per paesi come l’Iran, o l’Arabia Saudita.   

Donald Trump parla agli americani

Gli Stati Uniti, la più grande e potente democrazia del mondo. Il suo presidente, Donald Trump, quello che dovrebbe essere il “comandante in capo”, quello a cui affidarsi quando hai paura perché ti tranquillizza; che sa cosa fare, come farlo, quando farlo… Prima minimizza; poi adotta una misura più balorda dell’altra. Dice che non bisogna preoccuparsi, ma al tempo stesso raccomanda di fare provviste. Decreta nel giro di pochi minuti il blocco dei voli, e pazienza se ci sono migliaia di americani che non sanno come tornare a casa; e pazienza se ci sono migliaia di europei con i voli di ritorno “saltati”; bloccati i voli per l’Europa, ma non quelli da Gran Bretagna e Irlanda, e vai a capire per quale ragionamento; poi però anche quei voli si vietano. La famiglia ha frequentato persone infettate dal virus. Lo vogliamo fare il tampone? No, non serve. Sì, forse lo farò. Sì l’ho fatto, sono negativo… C’è l’emergenza? Make America. C’è l’emergenza? Great Again… Perfino Clint Eastwood è stomacato. Per fare John Wayne, occorre essere John Wayne, ed essere diretti da John Ford; e dire che George W. Bush è stato lapidato…

Altro che conferenze stampa senza permesso di far domande e in testa un berrettino da baseball con inciso USA; il fatto concreto, duro e vero, è che non c’è ombra di ipotesi su come contenere e contrastare l’annunciata epidemia. Ora che ha dichiarato l’emergenza nazionale, gli Stati Uniti, qualcuno lo dica alla “CNN”, così brava a fare cartine dove si punta il dito contro l’Italia; qualcuno lo dica al “New York Times” con le sue corrispondenze che fanno arrossire Adolph S. Ochs, l’autore del famoso motto “All the News That’s Fit to Print”. Il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo dice che mancano risorse, respiratori, mascherine, tamponi kit, posti letto, personale qualificato… Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Malattie Infettive denuncia la chiusura dell’Ufficio Pandemie al National Security Council, voluta dall’allora consigliere di Trump, John Bolton. Amazon fa sapere che “nessuna data di consegna è disponibile. Provate la prossima settimana”. Caos, improvvisazione, leggerezza, improvvisazione… No, sorry: Italian is better. Much better.

 

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Valter Vecellio

Valter Vecellio

Nato a Tripoli di Libia, di cui ho vago ricordo e nessun rimpianto, da sempre ho voluto cercare storie e sono stato fortunato: da quarant'anni mi pagano per incontrare persone, ascoltarle, raccontare quello che vedo e imparo. Doppiamente fortunato: in Rai (sono vice-caporedattore Tg2) e sui giornali, ho sempre detto e scritto quello che volevo dire e scrivere. Di molte cose sono orgoglioso: l'amicizia con Leonardo Sciascia, l'esser radicale da quando avevo i calzoni corti e aver qualche merito nella conquista di molti diritti civili; di amare il cinema al punto da sorbirmi indigeribili "polpettoni"; delle mie collezioni di fumetti; di aver diretto il settimanale satirico Il Male e per questo esser finito in galera... Avrò scritto diecimila articoli, una decina di libri, un migliaio di servizi TV. Non ne rinnego nessuno e ancora non mi sono stancato. Ve l'ho detto: sono fortunato.

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