Chi indossa una divisa lo deve mettere in conto che un giorno può essere costretto da eventi indipendenti dalla sua volontà, a impugnare un’arma, fare fuoco; deve mettere in conto che può finir male: uccidere per difendere qualcuno o sé stessi; ed essere uccisi. Probabilmente lo aveva messo in conto anche il povero vice-brigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Tuttavia, anche se tutto ciò fa parte del “rischio” insito nel mestiere, non può non commuovere la sorte che un destino beffardo gli ha riservato: giovane, 35 anni; sposato da appena un mese… Quella fotografia che lo ritrae felice accanto alla neo-moglie, l’anello ben in vista, è qualcosa che strazia.

Purtroppo, al di là della frase fatta e di maniera che lo vorrebbe negare, si vive in un mondo dove si muore anche così: perché si cerca di fare il proprio dovere, nel corso di una banalissima azione di ordine pubblico; massacrati da dei balordi, incapaci di intendere, ma non di volere. C’è qualcosa che non è razionalmente spiegabile; ti interroghi sull’assurdità di quello che è accaduto, e ti resta solo dell’amaro in bocca, un’unica certezza: non è il primo caso, non sarà l’ultimo. E presto di questo ragazzo si smarrirà il ricordo, il dolore apparterrà solo a chi lo ha conosciuto e gli ha voluto bene…
E’ già di per sé un qualcosa di crudele, questa storia; non ci sarebbe alcuna : necessità di metterci altri “carichi”. Invece no: ecco una quantità di politici, ma anche di pseudo-commentatori, giornalisti a un tanto al chilo, presenzialisti specializzati nella volgarità e nella sguaiataggine, che ci mettono del loro; per nutrire e alimentare un clima di tensione e di odio, di intolleranza verso chiunque è considerato “diverso”, per questo automaticamente “perverso”.
Politici spregiudicati e cinici, incapaci di governare i fenomeni in atto, specialisti nell’insulto e nell’ingiuria, e loro manutengoli, in queste ore si sono oscenamente prodotti in spettacoli avvilenti e inquietanti. Il sangue del povero Cerciello Rega era ancora lì, su quella strada del quartiere Prati di Roma, e già scatenavano la loro campagna d’odio: dagli all’extra-comunitario, all’africano, al negro così perverso da essersi tinto i capelli di biondo… Uno spettacolo letteralmente osceno. Ancora non si conosceva la dinamica del delitto; gli stessi investigatori cercavano di capire; la pellicola delle telecamere ancora non era stata visionata; i testimoni ancora da interrogare… e già circolavano identikit, volti, nazionalità…
Poi, la conferma: si tratta di extra-comunitari, ma di tipo particolare, non quelli desiderati: non sono venuti con un barchino, non alloggiano in un fatiscente edificio occupato; sono due cittadini statunitensi, li trovano in un albergo di lusso. Il colore della pelle: bianco, non nero od olivastro; impasticcati di chissà quale droga. Delinquenti, ma non del tipo desiderato per poter imbastire l’ennesima campagna politico-mediatica.
E’ amaro trovare la conferma a un pensiero che inutilmente fin dalle prime ore, più per intuito frutto di anni di pratica che per conoscenza dei fatti, si è cercato di instillare a giovani colleghi, leoni della tastiera e che considerano wikipedia una Bibbia e un Talmud: forse, chissà, il povero Cerciello Rega, se avesse potuto dire la sua, avrebbe chiesto un po’ di silenzio; di smettere di berciare; avrebbe chiesto, a chi parla senza sapere, di tacere, e lasciare che i suoi colleghi potessero fare le indagini come vanno fatte, senza pressioni, senza intrusioni.
Ci sono riusciti, a fare il loro lavoro, mentre intorno a loro si sollevavano polveroni e ognuno faceva a gara per strillare le sue stupidaggini. Ci sono riusciti e hanno scoperto i colpevoli: due diciannovenni americani.
E ora Sarebbe doveroso un sussulto di vergogna, da parte dei tanti che si sono esibiti in volgari e osceni crucifige; ma possiamo esser sicuri che nessuno dei tanti berciati e cinici speculatori lo farà.
A ognuno la sua pena: si scrive, si parla. Noi che del nostro scrivere e parlare facciamo pane e companatico, qualche dovere si dovrebbe “sentirlo”. A volte si dovrebbe avere il coraggio e il pudore di non scrivere, di non parlare; di coltivare il dubbio. Una bussola potrebbe essere quel “I would prefer not to”, immortalato in “Bartleby the Scriveer: A Story of Wall Street”, di Herman Melville. Naturalmente – capita – bisogna sapere che quel “preferirei di no”, te lo fanno pesare; e che tanti che dicono SI’, dopo il primo vantaggioso, tanti altri ne diranno, e del loro lustrare le scarpe faranno mestiere ricavandone lucrosi benefici. E’ la regola di un gioco. Come si dice: forza e coraggio.
Di seguito trascrivo una minima parte dei commenti (coraggiosamente sempre anonimi) apparsi in queste ore sui social. Non è il caso di incrudelire su questi incapaci di intendere, ma non di volere. E’ piuttosto il caso di interrogarsi su chi alimenta e nutre queste bestialità, chi le usa cinicamente: politici e giornalisti per primi. Spero ardentemente che questa lettura vi provochi male allo stomaco.
“Grazie ai buonisti comunisti che hanno fatto entrare questi criminali. Adesso ci sarà il solito silenzio assordante dei vari Boldrini Fazio Saviano Lerner etc etc”.
“Povero uomo…povera famiglia… dove sono ora tutti quelli che predicano un’accoglienza così…alla rinfusa??? Io sono per accogliere…ma non così…questo deve finire!”.
“Questi sono i soggetti che giornalmente arrivano coi barconi in Italia con il benestare della “rete buonista”: papa, intellettuali e politici di sinistra, ecc ecc. Andrà sempre peggio perchè diventeranno in breve maggioranza!!!”.
“Ennesimo agente ucciso da un clandestino…RIP!…a proposito, che dicono le zecche rosse?”.
“RIP. ma mi viene spontanea una domanda: “cosa dicono quelli dei porti aperti ai migranti”? e non faccio nomi. intanto come al solito un bravo carabiniere è sempre un carabiniere morto…”.
“E questi fatti accadono anche grazie al senso di impunità generale dovuto alla Magistratura Rossa che libera continuamente le risorse che dovrebbero andare in galera. Sanno di non rischiare niente perché c’è chi li SCARCERA. Siamo noi italiani a rischiare addirittura se ci difendiamo. È poi hanno pure il coraggio di attaccare i decreti sicurezza perché le maglie larghe sono quelle che loro amano. PS vedrete che diranno pure che NON BISOGNA STRUMENTALIZZARE. Rossi, “vergogna senza fine”.
“La Trenta, anziché dispiacersi, dovrebbe fare i blocchi navali ed alle frontiere”.
“Boldrini PD queste cose non vi dicono niente??? E quelle povere ragazze stuprate e poi uccise non vi dicono niente?? Ed al prete vestito di bianco non dicono niente? E non sono solo questi i fatti, si potrebbe riempire una pagina intera. W i buonisti.!!!”.
“Cara ministra Trenta, lo sa lei quanto guadagna un carabiniere ? Neanche il 10% di quello che guadagna lei. Lei che si oppone a non far entrare delinquenti e assassini, la colpa un po’ è anche sua. Dei sinistri non voglio più parlare, ormai lo sanno tutti che sono d’accordo con le ong”.
“Anche quei due africani fanno parte delle GRANDE risorse della Boldrini e della sinistra che hanno permesso l’ingresso di clandestini senza nessun controllo nel periodo degli ultimi anni che ha governato la sinistra è i più grande regalo che abbiano fatto a tutto il popolo Italiano e ancora vogliono l’arrivo di clandestini, grazie a Salvini che ha rallentato il flusso”.
“Purtroppo di questi episodi ne vedremo sempre di più in futuro. Quando da una parte si favorisce l’ingresso indiscriminato a qualsiasi delinquente che non ha nulla da perdere e i cui crimini vengono regolarmente mitigati/assolti dalla magistratura, e dall’altra si legano le mani alle forze dell’ordine, è evidente che il triste risultato non può che essere questo. Gli italiani si dovrebbero chiedere: questa semplice strategia è frutto del caso o di una precisa volontà?”.