Un risveglio particolare per la città di New York. Poco dopo le 11:30 della mattinata, tutti i telefonini dell città esplodono in una forte allarme. Arriva, attraverso il sistema di avviso di emergenza nazionale, la seguente notifica: “Residents on W 58th St Between Columbus and 8th Ave shelter in place immediately”, in italiano “Residenti sulla 58esima Ovest tra la Columbus avenue e l’ottava, trovare riparo immediatamente”. Un’emergenza anticipata di poco dalla notizia dei pacchi bomba recapitati negli uffici postali in casa Soros, Clinton, e Obama.
In quella fetta di Manhattan, all’angolo sud-ovest di Central Park, risiede il palazzo Time Warner – CNN. Immediatamente, l’NYPD, assieme a tutte le grandi testate internazionali, dichiarano l’esistenza di un pacco bomba negli uffici della CNN.
Scatta dunque immediatamente l’allarme dell’NYPD. Il palazzo viene prontamente evacuato nei minuti che circondano le 11:30. Le prime voci, da fuori il palazzo a Columbus Circle, raccontano l’esistenza di un pacco sospetto nella mail-room degli uffici del gigante giornalistico americano, che negli ultimi anni e mesi è stato ripetutamente preso di mira dall’amministrazione Trump, assieme a tutta l’estrema destra.

Più o meno 45 minuti dopo, intorno alle 12:15, arriva l’annuncio ufficiale: il pacco sospetto è stato rimosso in tutta sicurezza dalla bomb squad dell’NYPD. Stando ai primi fatti, non si registrano ne vittime ne feriti, seguendo lo stesso corso degli sviluppi paralleli in casa Clinton, Obama e Soros.

Alle 12:55, il sindaco di New York Bill De Blasio, accompagnato dal governatore dello stato Andrew Cuomo e dal commissario dell’NYPD James O’Neill, ha parlato davanti alle migliaia di telecamere presenti fuori gli uffici CNN a Columbus Circle. Il primo comunicato indica che l’ordigno esplosivo fosse ancora “live”. Il pacco, che la polizia dice sia stato indirizzato a John Brennan, ex direttore della CIA, era relativamente piccolo in dimensioni, ma “non lasciava alcun dubbio riguardo possibili contenuti esplosivi”. La bomba, poi rimossa dalla squadra bomba della polizia newyorkese, era dunque “innescata” e pronta ad esplodere. Assieme alla bomba, dice il commissario O’Neill, le forze dell’ordine hanno trovato anche della sospetta polvere bianca, sulla quale non hanno commentato oltre.
“Questo tipo di cosa non ci è nuova. Abbiamo visto di peggio. Non ci faremo intimidire, e porteremo gli autori di questo crimine alla giustizia”, ha commentato a caldo sempre O’Neill. Il sindaco De Blasio, intervenuto prontamente sulla scena definisce inesorabilmente l’episodio come un act of terror, un atto terroristico. “Quello che abbiamo visto oggi è stato fatto con l’intento di terrorizzare. È stato chiaramente un atto terroristico, che prova ad attaccare la nostra libertà di stampa ed i leader della nostra nazione”.
Arrivano poco dopo le dichiarazioni di Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York, e racconta intoner che è stato trovato un altro ordigno ancora all’interno dei suoi uffici, ma ribadisce che “il terrorismo funziona solo se lasciamo che ci terrorizzi”. Stessa vecchia linea New Yorkese, dunque anche per il governatore, in una strana giornata di attacchi a quella che sembra essere la sinistra americana. “Ci sono stati un numero di ordigni, e sembra esistere un filo conduttore tra tutti loro – potrebbero esisterne altri”.
New York non si farà terrorizzare, questo è certo. Saranno però da vedere gli sviluppi di questa storia. Nessuno dei portavoce ha rilasciato dichiarazioni o indicazioni riguardanti i primi sospetti in termini di colpevoli. Tutto ciò che sembra filtrare dagli uffici CNN e dai portavoce delle forze dell’ordine, è il fatto che ognuno dei pacchi in questa serie di attentati provati, sembra essere stato consegnato (o piazzato) a mano. La storia, senza dubbio, sarà da seguire con estrema attenzione, per stabilire se a capitolare la lista dei colpevoli saranno gruppi estremisti interni o esterni. Questa catena di attentati chiaramente orientati su un’agenda strettamente politica sarà senza dubbio il soggetto d’infiniti dibattiti e miliardi di testate giornalistiche.