Tu quoque, Cyrano? Colui che ci ha svelato cos’è un bacio e ci ha insegnato ad assaporare l’anima a fior di labbra, Gerard Depardieu, il prode spadaccino e timido amante, anche lui è finito nel mediatico tritacarne di uomini potenti e famosi che non devono chiedere mai. Perché tanto gli è sempre stata donata per ottenere una parte.
Sarebbe andata così. Il 5 agosto la ballerina ventenne si reca a casa dell’attore francese settantenne, in arte poeta, per discutere di lavoro. Perché a casa? Viene stuprata, sostiene lei. Sarà perché deve discutere ancora, sarà perché le sono piaciute le sue poesie, ritorna a casa di Gerard il 13 agosto. Viene stuprata di nuovo, sostiene lei. Quando mai una che viene stuprata una volta ritorna dal suo stupratore? Mai, a meno che non sia masochista o malintenzionata. In entrambi i casi è un’idiota, perché ritengo inaccettabile farsi malmenare da un uomo quanto pensare di far passare per stupro due rapporti sessuali reiterati. Se torni sul luogo del misfatto, sei consenziente. Ergo: non hai ottenuto quanto volevi e denunci la violenza. Un calcio tra le gambe, no? Non è conveniente. Meglio fare la vittima e finire sui media.
Le donne che si prostituiscono per far carriera, come poi possono essere credute? A parte il codice etico violato, che non sanno neanche cosa sia, se denunciano uno stupro, viene a galla il sottostante contratto verbale di compravendita del proprio corpo che non è stato, diciamo così, onorato. Contratto vietato dal codice civile dei Paesi civili, ma che procura sanzioni penali. Un gran pasticcio.
Certo, il lavoro è ancora in mano agli uomini che promettono molto, per cogliere i fiori, ma poi non dispongono di sufficienti vasi per sistemarli tutti. Che si fa, donne? Semplice, basta dire di no, se il fine era meramente utilitaristico e non prettamente erotico. Del resto Cyrano si è bevuto il cervello: come poteva pensare che a settant’anni e con quella pancia e quel naso, una ventenne rimanesse affascinata da lui? Voleva prenderlo per il naso ed è rimasta tramortita sotto la sua pancia.
Lago di Como: stuprate due minorenni da quattro ventenni. Hanno accettato un passaggio in auto da sconosciuti. Ai miei tempi le mamme insegnavano a non accettare da uno sconosciuto neanche una caramella. Era l’inizio di giugno, io non avevo ancora 14 anni e quando tornavo a casa da scuola, una decapottabile blu mi seguiva a passo d’uomo per tutto il mese. Lui era biondo e aveva un bellissimo sorriso, mi diceva che ero un sogno. Io ero molto infastidita e non sarei salita su quell’auto per niente al mondo: sapevo che poi gli sarebbe bastato premere l’acceleratore per portarmi chissà dove e trasformare il suo sogno in realtà. Per conoscermi mi seguì fino in Inghilterra, dove studiavo in un college estivo con delle sue amiche. Ma io avevo lasciato il cuore nella mia città ed egli non riuscì a infatuarmi né con inviti né con regali.
Spiaggia di Rimini: la scorsa settimana è stata stuprata in spiaggia una quindicenne alle 5 del mattino. E i genitori dormivano il sonno dei giusti? Ma come si può lasciar andare in giro una ragazzina fino a quell’ora? Non è stato un caso isolato, è successo ancora. E cosa ci vanno a fare? Io penso che se vai là con uno sconosciuto, vai per un unico motivo: fare sesso. Magari sei ubriaca o pure drogata, ma non è un’attenuante.
Qua bisogna rivedere il codice etico: la famiglia non esiste più. Nessuno insegna più cosa è giusto, cosa è sbagliato, i limiti oltre i quali ci sono i leoni, hic sunt leones, come dicevano i romani parlando dei confini del mondo civilizzato, dove stavano i barbari, dov’era il pericolo inteso come disordine, luogo senza leggi civili. In un mondo globalizzato, ognuno va ovunque per lavoro e per diletto, fa qualsiasi esperienza e finisce per confondere i confini territoriali con i limiti interiori. Poi però quando quei barbari osano venire da noi, ci chiediamo perché i confini siano permeabili. Non vogliamo gente che non rispetta le nostre leggi, la nostra religione. Ma ancora non ci siamo chiesti perché abbiamo lasciato che i nostri figli si imbarbarissero, che il nostro vicino si comportasse da barbaro, che le nostre scuole glissassero sull’apprendimento dei giovani, che il nostro sistema economico fosse amorale, che la nostra burocrazia ci imponesse un sistema fiscale iniquo, che i nostri governanti parlassero senza realizzare. Insomma che i nostri simili ci mancassero di rispetto. I barbari non potranno essere peggiori.