President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara

  • Login
VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily Newspaper in the US

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
May 24, 2017
in
Primo Piano
May 24, 2017
0

Lacrime per Manchester, ma chi piange per le altre stragi degli innocenti?

Le giovani vittime del terrorismo islamista in Inghilterra commuovono, ma la maggioranza sono musulmane

Valter VecelliobyValter Vecellio
bambini afghanistan

Madre e figli in fuga in Afghanistan dopo un attentato (Foto UN News)

Time: 3 mins read

E’ frase fatta, e senza senso, quella che si pronuncia a ripetizione, dopo ogni attentato, dopo ogni strage: i terroristi non cambieranno la nostra vita, il nostro modo di relazionarci con il prossimo. Non è così, lo sappiamo tutti. Il terrorismo ha già cambiato, e snaturato, le nostre vite, il nostro modo di comportarci e (anche) di relazionarci con l’altro “diverso” da noi; e nelle “piccole” cose: prendete un qualunque aereo. “Prima” si arrivava al gate anche mezz’ora prima, ti imbarcavi, era tutto relativamente facile, “semplice”. Ora devi arrivare tre ore prima, poco ci manca che devi spogliarti, i bagagli attentamente radiografati, piccole dosi di sapone da barba come bagaglio appresso, non parliamo dei computer e dei tablet, fosse mai che hai la ventura d’esser nato in qualche paese strano, di passano documenti e te stesso ai raggi X… la vita cambia, è cambiata, eccome. Forse non ancora come racconta lo scrittore israeliano Amos Oz, che ha proibito ai due figli di prendere lo stesso autobus: perché se uno è vittima di un attentato, almeno si salva il secondo; ma insomma, che nessuno dica che il terrorismo non ha cambiato il nostro modo di vivere.

Frase anche con poco senso quella che accade spesso di sentire: “la domanda non è ‘se’ ci sarà un attentato; ma ‘quando’”. Oggi la domanda da porci non è né ‘se’ né ‘quando’. La domanda da porci è ‘perché?”.

Se a Manchester la strage sia stata consumata da una rete “dormiente” di attentatori, o da un “lupo solitario” serve, bisogna accertarlo; sono informazioni preziose per gli investigatori e per i servizi di sicurezza.

Come sia, tuttavia, occorre essere consapevoli che dietro ogni kamikaze ci sono migliaia di giovani che l’industria della predicazione estremista cerca senza sosta di indottrinare e arruolare in ogni parte del mondo. Al di là e al di sopra dei singoli autori, c’è appunto questa “industria”, che indottrina e arruola. Questo è il problema; l’autore della strage è il sintomo. E’ però la malattia che ci deve inquietare, va compresa, inquadrata, analizzata: il fatto che il terrorismo sempre più è strumento di lotta, perseguimento e tutela di interessi molto concreti e molto poco fanatici: di stati e di potentati che vanno al di là dei confini e delle frontiere.

Von Clausewitz, nel suo celebre trattato Della guerra, ci ricorda che i conflitti non sono che “la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi”. Definizione che possiamo benissimo attualizzare: “Il terrorismo non è che la continuazione della politica (e il perseguimento di interessi) con altri mezzi”, e di seguito il resto.

Il massacro della Manchester Arena ha gettato il Regno Unito, l’Europa, l’Occidente sotto choc; ma occorre rendersi conto che drammi come questo sono realtà quotidiana per tanti popoli: in Siria, fonte Unicef, l’anno scorso sono stati uccisi almeno 652 bambini e altri 850 sono stati impiegati nei combattimenti. In Afghanistan, fonte ONU, ogni settimana 53 bambini vengono uccisi o feriti. In Irak, nel 2016, su oltre 16.300 vittime civili, più del 12 per cento erano bambini, fonte Irak Body Count. La strage degli innocenti su scala industriale si consuma nella quasi generale mancanza di reazione, in un clima di assuefazione sconcertante.

Ecco: oltre all’orribile strage degli innocenti consumata a Manchester, tante altre analoghe, se ne consumano, ignote e ignorate, ogni giorno: in Siria, in Afghanistan, in tanti altri disastrati paesi, sempre a opera dell’estremismo terrorista islamista. Non solo colpiscono gli “occidentali”, i “crociati, ma anche tra i musulmani stessi. Servirebbe a noi, per prendere consapevolezza della dimensione globale del fenomeno; servirebbe anche ai tanti musulmani che non sono preda dell’estremismo islamico, e ne sono anzi vittime: in Italia, in Occidente, e nei loro paesi d’origine: piangere i loro figli, i loro bambini massacrati dal terrorismo, li farebbe forse sentire meno soli nella loro tragedia; giustamente chiediamo a loro di dissociarsi e condannare i terroristi che in nome del loro dio uccidono e massacrano; la nostra richiesta sarebbe più efficace, credibile, fondata, se anche noi, ogni volta, quando sono i loro figli a morire, piangessimo i loro, come oggi piangiamo i nostri. Quasi mai accade, purtroppo. E’ ora di cambiare: ai massacri che si consumano in paesi lontani dobbiamo imparare a prestare la stessa attenzione che riserviamo a quelli che si consumano qui, “a casa nostra”.

 

 

 

Share on FacebookShare on Twitter
Valter Vecellio

Valter Vecellio

Nato a Tripoli di Libia, di cui ho vago ricordo e nessun rimpianto, da sempre ho voluto cercare storie e sono stato fortunato: da quarant'anni mi pagano per incontrare persone, ascoltarle, raccontare quello che vedo e imparo. Doppiamente fortunato: in Rai (sono vice-caporedattore Tg2) e sui giornali, ho sempre detto e scritto quello che volevo dire e scrivere. Di molte cose sono orgoglioso: l'amicizia con Leonardo Sciascia, l'esser radicale da quando avevo i calzoni corti e aver qualche merito nella conquista di molti diritti civili; di amare il cinema al punto da sorbirmi indigeribili "polpettoni"; delle mie collezioni di fumetti; di aver diretto il settimanale satirico Il Male e per questo esser finito in galera... Avrò scritto diecimila articoli, una decina di libri, un migliaio di servizi TV. Non ne rinnego nessuno e ancora non mi sono stancato. Ve l'ho detto: sono fortunato.

DELLO STESSO AUTORE

Anche la Chiesa di Zuppi vuole riforme per la Giustizia

Anche la Chiesa di Zuppi vuole riforme per la Giustizia

byValter Vecellio
Che eredità lasciare ai giovani con gli ospiti dei talk show?

Che eredità lasciare ai giovani con gli ospiti dei talk show?

byValter Vecellio

A PROPOSITO DI...

Tags: bambini uccisiIslamistiManchestermusulmaniterrorismoVittime
Previous Post

Il musulmano e l’agnostico: dentro il pensiero di Tariq Ramadan

Next Post

Il Salone del libro di Torino si è concluso: consigli di lettura

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

falcone capaci

Ricordare Capaci e le sue tante verità

byValter Vecellio
Un testimone libero chiamato Ennio Flaiano

Un testimone libero chiamato Ennio Flaiano

byValter Vecellio

Latest News

Yet Another Pompeiian Surprise: A Nearly Perfectly Preserved Pregnant Tortoise

Yet Another Pompeiian Surprise: A Nearly Perfectly Preserved Pregnant Tortoise

byEmmelina De Feo
Via libera del Congresso all’accordo bipartisan contro le armi libere

Via libera del Congresso all’accordo bipartisan contro le armi libere

byMarco Giustiniani

New York

Da vedere: weekend d’arte al museo, in galleria, o per strada

Da vedere: weekend d’arte al museo, in galleria, o per strada

byFrancesca Magnani
Il porto di New York diventa un punto di ristoro e spionaggio per i delfini

Il porto di New York diventa un punto di ristoro e spionaggio per i delfini

byMaria Sole Angeletti

Italiany

Con il falso Made in Italy gli Usa vogliono invadere il mercato europeo

Con il falso Made in Italy gli Usa vogliono invadere il mercato europeo

byLa Voce di New York
Lo staff di In Scena!

In Scena! Sipario sul festival del teatro italiano a New York che reagisce alla pandemia

byManuela Caracciolo
Next Post
Salone Internazionale del Libro di Torino 2017

Il Salone del libro di Torino si è concluso: consigli di lettura

La Voce di New York

President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Expat
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In