La Russia scommette sulla Campania con la riapertura a Napoli di una sede consolare che diventa occasione per l'imprenditoria e lo sviluppo commerciale tra i due territori. Il 10 luglio in via Partenope a Napoli, città storicamente legata alla Russia, è stato inaugurato il Consolato della Federazione Russa. Il sindaco della città, Luigi De Magistris, ha accolto in sala Giunta, in conferenza stampa, l'ambasciatore straordinario e plenipotenziario in Italia della Federazione Russa, Sergey Razov e il console onorario Vincenzo Schiavo, alla presenza del prefetto di Napoli, Gerarda Maria Pantalone e dei rappresentanti della comunità russa a Napoli.
L’apertura della nuova sede consolare assume immediatamente un significato importante sia per i rapporti economici tra i due Paesi, sia per il settore turistico. Con dati alla mano, il console onorario Vincenzo Schiavo, nel suo intervento in conferenza, ha spiegato il quadro generale dei rapporti con le imprese che investono in Russia e le imprese che esportano: "Il Consolato da oggi rappresenta il principale punto di riferimento dei quasi 170.000 turisti oltre che i 4.000 residenti russi in Campania. Per Napoli è un giorno importante, non solo per l'inaugurazione della sede di un prestigioso Consolato ma perché rappresenta un passo in avanti nella direzione dello sviluppo economico e culturale del nostro territorio. Il Consolato si propone come una mano tesa ai cittadini russi residenti in Campania, per i migliaia di turisti che apprezzano enormemente la nostra terra e per le imprese campane che intendono provare a fare business in Russia”. E la città sembra avere tutte le carte in regola per aprire un ponte con un Paese in crescita: “Abbiamo eccellenze, imprese pronte ad investire, abbiamo anche a disposizione un aeroporto che fa voli diretti quotidiani per la Russia – ha detto ancora il console – Il turista russo è quello che lascia sul nostro territorio in media più soldi di tutti gli altri viaggiatori stranieri: circa 170 euro al giorno e mediamente restano in Campania per almeno 4 giorni. L'apertura del Consolato è un'opportunità, una grande occasione per una fusione tra il capoluogo partenopeo e la Federazione Russa con la possibilità di una serie di interscambi di natura economica, culturale e turistica”.
Il console Vincenzo Schiavo, già presidente campano di Confesercenti, ha poi approfondito l’aspetto economico tra la Russia e la Campania, parlando con La VOCE: “La Campania è ricca di eccellenze, nella gastronomia abbiamo tante imprese che hanno la possibilità di portare prodotti in Russia. Già oggi ci sono 23.000 imprese che producono verso la Russia, queste opportunità, con le sanzioni, si stanno riducendo ma non vuol dire che chiuderemo i rapporti con la Russia. Il Consolato si impegnerà affinché questi rapporti possano crescere. Solo nel settore enogastronomico ci sono oltre 1 miliardo e 78 milioni di euro di produzione del Made in Italy verso la Russia. In Campania ci sono ci sono circa 280 milioni di euro di gastronomia che vanno verso la Russia. Questo Consolato aprirà una corsia ancora più grande per quelle imprese che vogliono portare i propri prodotti verso questo grande Paese che è la Russia”.
Sono proprio le sanzioni imposte alla Russia, che hanno creato un forte disagio economico alle imprese del Sud Italia e della Campania, un aspetto su cui ha posto l'accento, commentando con La VOCE di New York, l'Ambasciatore Sergey Razov: “Le sanzioni certo non aiutano, ma se sono qui, è proprio per trovare delle soluzioni. Per quanto riguarda l'economia una soluzione potrebbe essere la localizzazione per l'industria italiana in Russia, questa inversione potrebbe favorire il rapporto import-export. Sotto l'aspetto turistico, invece, di certo non aiuta il cambio rublo-euro: oggi un viaggio in Italia per i russi è molto costoso. Sono qui per trovare delle soluzioni e risolvere queste difficoltà oggettive sia per i rapporti economici che per quelli turistici".
L'Ambasciatore Sergey Razov ha poi fatto un passaggio sulla storia che lega Napoli alla Russia condito anche da un pizzico di ironia: “Napoli è una città stupenda, degna di essere visitata. Noi russi sappiamo che dopo aver visto Napoli possiamo anche …morire! Già nel 1777 il Regno di Napoli aveva instaurato rapporti diplomatici con la Russia”.
Razov ha poi proseguito illustrando le finalità del Consolato: “Il Consolato della Federazione Russa a Napoli costituirà un punto di riferimento fondamentale per la difesa dei diritti dei cittadini russi. Con il sindaco De Magistris, Schiavo ed io, abbiamo parlato della possibilità di collaborazione tra Napoli e molte città russe sul piano dell'economia, del turismo e della cultura. I rapporti tra Italia e Federazione Russa sembrano una specie di mosaico, ci sono delle cose belle e delle cose meno belle che si intersecano. Quando parlo delle cose meno piacevoli mi riferisco alle sanzioni. In questo periodo difficile e complesso dobbiamo cercare di non perdere tutto quello che di positivo abbiamo costruito nei rapporti bilaterali. Tra il presidente Putin e Renzi si sono tenuti diversi incontri, di cui l'ultimo il mese scorso. Negli ultimi due anni questa è stata la terza visita di Putin in Italia. Questo è un segno importante dei rapporti tra i due paesi”.
A concludere la conferenza stampa è stato De Magistris che ha ribadito l'importanza per la città di questa nuova strategia diplomatica: “Napoli punta sempre di più ad un ruolo internazionale forte, che non può esistere senza un legame con la Federazione Russa. Indipendentemente dalle relazioni contingenti tra i governi, la città di Napoli vuole costruire rapporti amicali. Non dimentico il ruolo del popolo russo nella metà del '900. Non possiamo dimenticare che se oggi siamo liberi e abbiamo scritto le nostre costituzioni liberamente è merito anche di un grande popolo. Napoli ha dei legami storici con la cultura, la letteratura e la musica russa. Napoli è multietnica, multi religiosa, multiculturale, ed è al centro del mediterraneo. L'apertura del Consolato rafforza il ruolo di Napoli”. Quello tra Napoli e la Russia è infatti un legame secolare, suggellato da un'amicizia che risale ai tempi di Ferdinando II di Borbone e dello Zar Nicola I: per trovarne traccia basta guardare dalla finestra della Sala Giunta del Comune di Napoli e ammirare le statue giganti dei I Cavalli Russi ribattezzati dai napoletani Cavalli di Bronzo, un regalo dello Zar alla città di Napoli, che con la corte borbonica, aprì un lungo ponte tra le due città. A San Pietroburgo, infatti, furono rappresentate le opere liriche del Teatro di San Carlo, e a Napoli, capitale del Grand Tour e della cultura europea, arrivarono intellettuali e scrittori russi, per respirare quell’aria creativa che offriva la città. In quegli anni d'oro, Napoli, con la fabbrica reale di Pietrarsa, oggi Museo Storico, costruiva la prima ferrovia italiana: lo Zar Nicola I, dopo averla visitata, decise di costruirla anche nel suo Paese. Se la storia si ripete tra la Russia e Napoli, con la riapertura del Consolato, nel prossimo futuro, le imprese campane in Russia potrebbero trovare…l’America.