Quando il Direttore de La VOCE di New York mi ha proposto di far descrivere da alcuni napoletani il loro sindaco Luigi De Magistris, sapevo che da napoletana verace come sono, sarebbe stato un articolo con troppo "feeling". Già, troppo sentimento per una città, Napoli, da dove io non sono mai partita. Vivo a Palermo da 10 anni, ma Napoli resta la mia capitale di riferimento, il mio sangue, la mia passione e la mia dannazione. Essere napoletani è un lasciapassare per il mondo, permettetemi questo privilegio. Stupor Mundi e Inferno allo stesso tempo. E la tengo d’occhio, anche a distanza, ci torno spesso.
Come mi disse una volta Erri De Luca, a proposito di Napoli e dell' essere napoletano: "Provenienza: sono napoletano per lingua madre e per sistema nervoso, addestrato a prontezze di riflessi e immunità ai rovesci. Sud è un vasto punto cardinale che occupa gran parte dell’emisfero nord, ha pure la maggioranza degli abitanti della terra. Mi onoro di appartenere a un Sud".
Napoli è una città fatta di tante contaminazioni, culturali e antropologiche, che assomiglia molto alla New York che si accinge ad accogliere il Sindaco De Magistris. Oggi ve lo presento, è appena atterrato a JFK, ricambia la visita di Bill De Blasio, il vostro sindaco di New York che venne in visita a Napoli tempo fa, con un’agenda fitta di appuntamenti.
Napoli è una città complessa, complicata ma per chi vuole fare il sindaco, è davvero la migliore palestra italiana. Dopo Antonio Bassolino, politico di indiscussa capacità che portò Napoli ad un Rinascimento storico, arrivò il grande vuoto amministrativo della città. Poi, 4 anni fa, arriva un magistrato, un PM, a cui strappano la toga. E’ Luigi De Magistris appunto, che rompe con il Pd, e corre da solo. Diventa Sindaco di Napoli, eletto con larga maggioranza da quei napoletani che avevano preso le distanze dai partiti politici. Il nuovo Sindaco di Napoli, porta una ventata di entusiasmo ma comincia a inciampare, vuoi perché governare Napoli non è uno scherzo, vuoi perché deve rodare, vuoi perché alcune scelte di squadra non sono proprio il massimo.
Ad un certo lo sospendono dalla carica di sindaco e De Magistris fa il Sindaco per strada, non molla come non molla ora che si riapre il suo caso giudiziario per la Legge Severino. Il Sindaco si dichiara sereno e va avanti. C’è una frase che De Magistris dice spesso, che porta con sé: “Napoli è una città bellissima, da amare, da visitare. Il mio primo amore al quale sto dedicando tutto me stesso”.
Ora è appena atterrato a New York, dove terrà incontri molto importanti, come quello sull’immigrazione e con Bill de Blasio e la pizza evento settembrino mondiale a Napoli. Non siamo qui per giudicarlo, ma nelle righe che seguiranno abbiamo dato voce ad alcuni napoletani, giornalisti, scrittori, persone comuni, che hanno un pensiero e un’idea di Luigi De Magistris. Un odi et amo, tra successi e insucessi del Sindaco di Napoli. Eccoli
Flavio Pagano, scrittore raffinato, giornalista di calibro, vincitore di premi come il Morante e il

Flavio Pagano
Selezione Bancarella. L’ultimo libro è “Senza Paura”, vincitore del Bancarella Sport, è editorialista di importanti quotidiani e settimanali, dirige il quotidiano on line napolistyle.it
“Mi si chiede di scrivere un odi et amo sul mio sindaco, Luigi De Magistris, ma, anche senza specificarlo, la contrapposizione di sentimenti sarebbe stata inevitabile. E non per lui, ma la città che tutti ci contiene: Napoli. Napoli è la città delle contraddizioni, e il suo sindaco non solo non può sfuggire a questa condizione naturale, più che storica, ma anzi deve fatalmente diventarne l'emblema. Così De Magistris è per me l'emblema dello sforzo secolare di cambiare, e l'emblema del quotidiano come problema da risolvere. Vedo lui confuso tra la folla, quando prendo la "metropolitana più bella d'Europa", e lo rivedo pure quando la metro sciopera senza preavviso, o tarda ad arrivare. Il sindaco di questa città è destinato ad oscillare come il sughero di lenza fra le onde, e ogni tanto è inevitabile che finisca pure sotto. Di buono, è uno che c'ha messo la faccia, in tutte le cose che ha fatto. Quello che invece non mi piace di lui è che, per quanto secondo me si sia impegnato nel cercare di uscire da quella prospettiva, resta un uomo della borghesia vomerese, incapace di vedere la città dal punto di vista di quelle sue anime segrete e dolorose, che sono i quartieri dove però si svolge la vera sfida di Napoli, e la sua vera lotta per la sopravvivenza. Applaudo il De Magistris capace di riconciliare la città con i turisti, ma non posso non fare qualche fischio al De Magistris incapace di riconciliare la città con (tutti) i napoletani”.
Lucilla Parlato, giornalista graffiante e battagliera, dirige Identità Insorgenti, quotidiano online dedicato alle lotte e alle eccellenze del Sud e dei Sud del Mondo. Una che ha lavorato in Italia e all’estero, spaziando, tra Mediaset, web tv, uffici stampa istituzionali e carta stampata.

Lucilla Parlato
Sei tornata, come tu spesso dici "nell’unica capitale del mondo", Napoli, guidata da Luigi De Magistris. Un tuo “insorgente” commento?
“Oggi, 31 maggio sono 4 anni esatti dall'elezione di De Magistris. Io sono stata estremamente critica con la sua azione nei primi due anni del suo mandato quando, con i finanziamenti dei fondi fesr dell'America's Cup, ha buttato un'opportunità enorme di rilancio dell'area del lungomare, che resta il suo totem. Detto questo, lungo la strada credo che il sindaco abbia corretto il tiro sopratutto nell'ultimo anno e dopo la sospensione. Parlano chiaro i dati del turismo, dato in crescita da tutte le rilevazioni… E inoltre c'è stato un avvicinamento ulteriore sia ai temi del meridionalismo che ai temi dell'autonomia di Napoli…
E' da lunedì, da dopo le regionali, che però credo che De Magistris si giocherà tutto: tra un anno si vota per la città metropolitana e capiremo presto il sindaco con chi vuole fare rete, se con le forze vive della città, associazioni e movimenti liberi da condizionamenti partitici, o con i partiti tradizionali. Io mi auguro che scelga la prima strada per un secondo mandato completamente diverso e rivoluzionario, dove si faccia capo di una rete virtuosa tra realtà sane di Napoli. Troppi tagli del governo, troppi abusi sulla città e uno sputtanapoli dei media mainstream permanente richiedono un'azione forte e decisa. De Magistris si gioca tutto adesso”.
Giuseppe Manzo, giornalista e scrittore, tra inchieste scomode e interviste graffianti, dirige il

Giuseppe Manzo
giornale online ilbelpaese.it. L’ultimo libro, scritto a 4 mani con il cronista talentuoso difanpage.it, Ciro Pellegrino, dal titolo “L’Invisibile. Scandali, inchieste e potere nella Campania di Stefano Caldoro”.
Leggo l'introduzione del saggio su MicroMega scritto da te e Ciro Pellegrino che recita così: “Dal problema irrisolto della monnezza alla mancata democrazia partecipativa, passando per i tagli alle politiche sociali, gli scandali familiari e il suo protagonismo sui social network. Il consenso di de Magistris è a picco, della sua rivoluzione arancione nemmeno l’ombra. E dal varo della giunta a oggi sono cambiati dieci assessori su dodici”. Era del 2013, oggi puoi tracciare un bilancio sul Sindaco di Napoli?
“Il bilancio del Sindaco De Magistris si riassume in sintesi così: le occasioni mancate. Da una parte è emersa la voglia dell'uomo "solo al comando" con un via vai in Giunta e tra i collaboratori mentre ora sente l'isolamento. È chiaro che alcuni interessi hanno giocato contro (Bagnoli e rifiuti) ma è anche vero che su alcune vertenze non è arrivato un cenno: Napoli est è la ferita più grande di questa Amministrazione, troppo distante da una periferia che ha dato un consenso alto nel 2011 mentre non si è sciolta ambiguità con il progetto edilizio di Naplest”
Cioè?
“Di fronte ai tagli e all'ostilità del governo e al prossimo consiglio regionale il primo cittadino deve capire bene chi sono le forze sane. Nell'ultimo anno di consiliatura l'ex pm deve trovare alleanze in città, soprattutto tra i ceti popolari che avevano creduto al cambiamento. Napoli ha perso troppe competenze in questi mentre troppi avvoltoi svolazzano in cielo per azzannare la preda”.
Luigi Roano, giornalista di spessore e cronista politico de Il Mattino di Napoli, ha il polso delle notizie in città. Grande esperienza politica, gli chiedo un commento sui 4 anni di amministrazione comunale di Luigi De Magistris.

Luigi Roano
"4 anni di amministrazione per una città come Napoli, sono un’eternità con milioni di cose che sono successe. Andiamo per gradi. Per quanto riguarda la questione della sospensione di questa empasse giudiziaria che tocca moltissimi amministratori italiani nell’applicazione della legge Severino, molto controversa, perché si parla di un abuso di ufficio senza danno territoriale, bisogna sanare. Lo dice la politica, lo dice il Parlamento e lo stesso Renzi che probabilmente, lo ha dichiarato, ci metterà mano a questa legge, per renderla plastica per chi deve amministrare. De Magistris, come tutti quelli che si sono confrontati con Napoli, ha fatto delle cose buone e altre le ha lasciate in sospeso. Metterei tra le cose positive avere ridato lo slancio culturale, un’anima, la speranza a Napoli e a molti napoletani, facendo quel che poteva fare, compatibilmente con una situazione oggettivamente di crisi. Penso alla realizzazione del lungomare di Napoli, senza auto, che ha fatto sì che diventasse meta di migliaia di turisti. Lo stesso vale per il centro storico valorizzato semplicemente facendo rispettare alcune regole elementare, aprendo ciò che era chiuso, un po’ per inedia, un po’ perché non c’erano molti soldi, e quindi riportando Napoli su un palcoscenico importante. Napoli è davvero gremita di turisti e questa cosa io la metterei in cima a tutto quello che ha fatto De Magistris. Così come il fatto di avere evitato una nuova emergenza rifiuti.
Qui però cominciamo ad entrare in un territorio già di mezzo: lui è stato bravo a trovare una soluzione, seppure non definitiva, nel portare i rifiuti all’estero con le navi non lasciandoli sulla strada e nei cassonetti. Dando un’immagine diversa di Napoli ma allo stesso tempo non è riuscito a mettere a sistema il ciclo dei rifiuti, non ci sono stati impianti, la difficoltà sulla raccolta differenziata è nota. Ha detto no al termovalorizzatore che ci può stare ma bisogna proporre l’alternativa che non può essere soltanto quella di portare i rifiuti all’estero. Questo succede, come dicevo, nel territorio di mezzo.
Cosa dovrebbe fare per migliorare la città? Credo sia la manutenzione più complessiva sul cosidetto vivere ordinario. Penso allo stato delle strade ancora dissestate, ai trasporti. Due ambiti diversi: abbiamo la metropolitana che è un vero e proprio gioiello riconosciuto a livello internazionale, ma il trasporto su gomma, purtroppo, è l’altra faccia della medaglia, non è consono alle aspettative di 1 milione mezzo di napoletani che tutti i giorni deve attraversare la città e non può prendere la metro. Questo è un quadro molto generale”.
Alcuni sostengono che De Magistris abbia corso troppo da solo, che non abbia scelto le persone giuste per governare, quelle che conoscono bene il territorio. Cosa ne pensi?
“Penso che chiunque faccia il Sindaco a Napoli e in qualsiasi altra città, sia un po’ una specie di capitano che deve trainare la ciurma. Noi abbiamo avuto l’esempio di un Sindaco come Antonio Bassolino, un uomo di grandissima personalità, si era contornato di persone intelligenti e pratiche, alla fine era lui che decideva così come è accaduto a De Magistris. E’ vero però che De Magistris ha vinto nella competizione elettorale, non se lo aspettava. Credo che questo abbia nei primi due anni dimostrato una certa approssimazione in alcuni elementi della Giunta. Ora la Giunta si è un po’ ricalibrata però il problema è più ampio. De Magistris è uno che non ha un partito politico, è un sindaco che è stato voluto da una larga parte di napoletani che lo ha votato. Non è un classico personaggio politico espresso da un partito. Lui arriva a fare il Sindaco rompendo con il PD, nell’area di riferimento del centro sinistra e la gente lo ha scelto per questo motivo. Poi è stato un declinare di questa opzione politica in tutta Italia. Vediamo contestualmente come sono esplosi i Cinque Stelle, la competizione regionale, vedendo i protagonisti come Caldoro e De Luca, a proposito di personalità senza partito, i Cinque Stelle, con la Ciarambino, secondo i sondaggi, raccolgono già il 20-25%, dei consensi dei campani. Questo significa, in generale, che la gente vede con un minimo di sospetto il quadro politico tradizionale e cerca di appoggiarsi a persone esterne ai partiti. De Magistris è stato antesignano di questa tendenza. Poi è chiaro che se dovessi dare un voto da 1 a 10, gli dò un 6, nemmeno tanto politico, un 6 perché è compatibile con quello che ha trovato, per le cose che è riuscito a fare e molte altre che però sono in sospeso”.