Sono un eterno sognatore. S'era incuneata nella mia mente l'idea che potesse sopravvenire un ravvediment, circa l'inopportunità di dividere il dottor Giovanni Falcone da sua moglie, Francesca Morvillo. Ma, la firma del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, sull'autorizzazione alla traslazione della salma del dottor Giovanni Falcone, mi ha fatto comprendere, ahimè, che non bisogna mai sognare.
Oggi, 3 giugno 2015 sono triste, perchè la traslazione è già avvenuta. Metto fine a qualsiasi riferimento, dico solo che non lo trovo giusto. L'ho detto alla professoressa Maria Falcone (sorella di Giovanni) e l'ho scritto tante volte, che la decisione attiene alla famiglia, ma ciò non toglie che in ragione del mio intimo convincimento, io non possa dissentire: dissento eccome!
E con l'occasione vorrei far rilevare ai tanti che si ergono quali unici detentori di un presunto copyright del dottor Falcone, che l'ho conosciuto nticchia (un poco) e quindi ho ben donde di ricordarlo quando e come voglio e sono, parimenti, triste per l'avvenuta traslazione.
Traslazione che poteva in parte essere mitigata, se insieme al dottor Falcone, si fosse traslata la salma di sua moglie, Francesca Morvillo.
Pertanto, rimarco il mio diritto di espressione e al solo fine di far comprendere a coloro, che spesso veleggiano sul mare tempestoso dell'idiozia, che il dottor Giovanni Falcone appartiene a TUTTI GLI ITALIANI.
Detto questo, esprimo con amarezza e disappunto la decisione di traslare la salma, per tre motivi. Il primo è, che trovo iniquo identificare nell'attività del magistrato Falcone come l'unico referente in grado di poter essere tumulato nella Chiesa di San Domenico. Vorrei ricordare a tutti che sono tanti i magistrati siciliani che hanno perso la vita per mano violenta di Cosa nostra. Per esempio, il Consigliere istruttore, Rocco Chinnici – Padre del pool antimafia – che non divenne “famoso” a causa della sua prematura morte violenta. Potrei citarne altri, come il “giudice ragazzino” Rosario Livatino.
In sostanza, la decisione di traslare solo la salma di Giovanni Falcone nella chiesa di San Domenico, a mio parere stabilisce una sorta di classificazione delle vittime di mafia. Non me ne vogliano i familiari del magistrato Giovanni Falcone, ma l'univocità della traslazione rappresenta una “graduatoria di merito”.
Il secondo motivo è, che la cappella dell'attuale dimora di Giovanni Falcone, rappresentava il luogo laico di raccoglimento e preghiera, ove tutti potevano onorare la sua memoria e quella della moglie.
Il terzo e ultimo, che mi colpisce ancor di più è pensare che, seppure legittimati da decisioni familiari, siamo promotori nel dividere due persone che in vita si sono amati all'unisono e sono morti l'uno accanto all'altra. Non trovo giusto che Francesca Morvillo sia stata divisa dal marito. E per favore non venitemi a raccontare che sono già uniti in cielo.
So soltanto, che quando mi recherò nella cappella del cimitero di Santo Spirito, non troverò più il magistrato Giovanni Falcone. Ed ora mi taccio, con la tristezza cala il silenzio..