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May 18, 2015
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Giovanni Falcone e Francesca Morvillo: un’ingiusta separazione

Pippo GiordanobyPippo Giordano
Il giudice Giovanni Falcone con la moglie, Francesca Morvillo

Il giudice Giovanni Falcone con la moglie, Francesca Morvillo

Time: 3 mins read

Cosa nostra nel commettere un omicidio eccellente non lesinava “anteprime”. Giova evidenziare che la mafia, in qualche modo per taluni omicidi, ha editato un “avviso”. Potrei citare la telefonata del libanese, che preannunciava l'esplosione di un'autobomba, come poi realmente accadde con la strage di via Pipitone Federico a Palermo, dove persero la vita il Consigliere istruttore Rocco Chinnici, il maresciallo Mario Trapassi e l'appuntato Salvatore Bartolotta, entrambi dell'Arma. Morì anche il custode dello stabile Stefano Li Sacchi. Si salvò miracolosamente Giovanni Paparcuri, a cui va tutta la mia solidarietà per ferite riportate nell'esplosione.

Potrei evidenziare il ritrovamento di due cadaveri dentro un'auto, parcheggiata innanzi ad una caserma dei carabinieri e fatta rinvenire da una telefonate anonima: “ ..questo è un regalo per il generale Dalla Chiesa”. Messaggi, tuttavia, ignorati.

Ma il più eclatante “avviso”che nessuno ha visto o sentito è quello mandato in onda dal network Cosa nostra qualche giorno prima della strage di Capaci. Non sto parlando di relato, ma di un episodio che mi sono occupato in prima persona, per aver svolto indagini sul luogo. Poco tempo prima della strage di Capaci, gli uomini di Salvatore Riina, scelsero una strada nell'agro di Altofonte: una strada pubblica, isolata ma non disabitata. Ebbene, in quella contrada, i mafiosi imbottirono una cunetta con dell'esplosivo e fecero esplodere un tratto di strada, per poi rifarla nelle stesse condizioni di prima.

In sostanza fecero le prove generali de “ attentatuni” che compirono, poi, per assassinare il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie e gli agenti di scorta. Questi i fatti, inconfutabili, che mi fanno pensare ad uno Stato che non c'è mai stato nel porre in primo piano, la sicurezza dei magistrati, poliziotti e carabinieri impegnati nella lotta alla mafia.

Del resto pongo una domanda ai lettori, ma soprattutto al mondo politico, perchè Cosa nostra, ha ucciso singoli magistrati, appartenenti alle Forze dell'ordine e politici? Riflettete!

Ma ora occupiamoci della commemorazione del funesto evento di Capaci. Il prossimo 23 maggio è un sabato, come lo era quel 23 maggio di ventitré anni fa: un sabato che avrebbe dovuto cambiare l'Italia. E invece “ 'n canciò nenti” Si, manifestazioni oceaniche attraversarono il Paese, fiumi di parole solo ad uso e consumo dei TG. E poi? E poi altri tristi eventi, via D'Amelio, il mancato attentato a Maurizio Costanzo, Milano, Firenze e Roma. Riusciamo ad assorbire tutto, abbiamo assistito alla nascita di un'altra formazione politica e scopriamo anche politici collusi, (dal 1860) peraltro condannati in via definitiva, come del resto tra investigatori.

Il prossimo sabato, la salma del dottor Falcone verrà traslata dal cimitero monumentale, nella chiesa di San Domenico a Palermo, e pur essendo un diritto della famiglia, io dissento per due motivi: il primo è che Giovanni Falcone dovrebbe rimanere nella cappella, per consentire a tutti di omaggiarlo in un luogo pubblico.

La seconda, perchè non condivido la scelta di dividere Giovanni Falcone da sua moglie Francesca Morvillo. Ed è per questo che ho originato una petizione chiedendo di revocare la traslazione o in subordine, che anche la salma del magistrato Francesca Morvillo, venga traslata a San Domenico.

In ogni caso, il prossimo sabato commemorerò le vittime della strage di Capaci insieme ad alcuni studenti marchigiani. E' un evento organizzato da tempo, altrimenti per non deludere gli studenti, avrei evitato di partecipare. In ogni caso sarà l'ultima mia partecipazione all'anniversario della strage di Capaci. Non ho bisogno di ricordare Giovanni Falcone solo il 23 maggio. L'ho sempre ricordato e lo ricorderò in tutti gli incontri con gli studenti. Mi spiace tantissimo che Giovanni e Francesca (mi scuso per l'espressione familiare) dal 23 prossimo verranno separati.

Comunque entrerò nella chiesa di San Domenico per pregare, ma non visiterò la tomba di Giovanni Falcone. Non ho bisogno di farlo, il dottor Giovanni Falcone, occupa un posto nel mio cuore e la cappella del cimitero rappresentava per me il luogo del "dialogo" tra me e lui. Mi recherò ugualmente al cimitero di Sant'Orsola e chiederò a Francesca Morvillo di "salutarmelo".
 

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Pippo Giordano

Pippo Giordano

La legalità è il mio chiodo fisso perché fin da piccolo ho respirato la mafia e la sua brutalità. Sono stato ispettore della DIA e ho lavorato nella Squadra Mobile di Palermo di Ninni Cassarà. Ho diretto la Sezione antiterrorismo della Digos di una città del Nord. Ho collaborato con i giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Oggi, da pensionato, racconto agli studenti degli uomini che hanno scritto col sangue la lotta alla mafia. Con Andrea Cottone ho scritto un libro, Il sopravvissuto, l'unico superstite di una stagione di sangue, che parla delle ombre in quella zona di contatto fra mafia e pezzi di Stato.

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