Da anni Monsanto è nel mirino della comunità globale di attivisti, ambientalisti e anti-multinazionali. Dal movimento Occupy Wall Street è nato il gruppo March Against Monsanto che sabato 23 maggio ha organizzato la terza manifestazione annuale del movimento. Il gruppo mira a bloccare “la corruzione da parte della Monsanto e le attività di questa azienda che danneggiano la vita sul nostro pianeta”. Manifestazioni ed eventi si sono tenuti in 428 città, sei continenti, 52 Paesi e 47 Stati americani e hanno coinvolto decine di migliaia di partecipanti, per mobilitare e informare l'opinione pubblica sulle attività della Monsanto.
Fondata nel 1901 a St. Louis, Missouri, Monsanto, è una multinazionale americana che opera nell'ambito dell'agricoltura biotecnologica e dell'agrochimica. Già negli anni Venti, nel tentativo di sottrarsi alle regolamentazioni ambientali, l'azienda fondò in Illinois una città che portava il suo nome. In seguito l'azienda è stata spesso oggetto di critica per le sue attività, tra cui la produzione dell'erbicida noto come Agent Orange, utilizzato dal governo americano nella guerra del Vietnam. Negli anni '90 Monsanto ha sviluppato un ormone ricombinante della crescita bovina da latte. Nel 1994 l'Environmental Protection Agency ha approvato l'ormone, motivo per cui la Monsanto ha iniziato a citare in giudizio le aziende che, pubblicizzando i propri prodotti come privi di questi ormoni artificiali, implicitamente ne denunciavano la presunta pericolosità.
L'ormone è in grado di aumentare la produttività delle mucche dell'11-16 per cento. Allo stesso tempo, secondo due diversi studi del Canadian Veterinary Medical Association, i bovini vedrebbero un incremento del 25 per cento del rischio di sviluppare mastiti, una riduzione della fertilità del 40 per cento e il rischio di problemi agli arti aumenterebbe del 55 per cento. 1994 una commissione scientifica dell'Unione Europea ha confermato che l'uso dell'ormone aumenta sostanzialmente i problemi di salute nei bovini. Rischi per la salute dell'uomo, tuttavia, non sono mai stati provati.
In seguito Monsanto ha iniziato ad acquisire aziende produttrici di sementi fino a diventare il più grande fornitore di sementi al mondo. Attualmente la multinazionale è nota per la produzione di due diversi tipi di colture geneticamente modificate che si servono di Bt e Roundup Ready. Il Bt, o Bacillus thuringiensis, è una batterio in grado di modificare la pianta in modo che questa produca un insetticida che scioglie le pareti dell'intestino degli insetti. Il nome Roundup Ready fa invece riferimento a colture progettate per resistere al Roundup, principale diserbante utilizzato dalla Monsanto. Recentemente, l'Environmental Protection Agency (EPA), facendo seguito a una richiesta dell'azienda, ha stabilito esenzioni dai requisiti di tolleranza per i residui di Bt nella soia. Il che significa che non sono stabiliti livelli massimi di residui Bt per la soia Monsanto.

Food Not Bombs, un’associazione che nutre i senza tetto con gli scarti di megozi e ristorante ha offerto da mangiare ai manifestanti all’arrivo a Tompkins Square Park
Oggi l'azienda è nota per discutibili pratiche commerciali e i potenziali rischi cui i loro prodotti espongono consumatori e ambiente. Monsanto, riferisce Bloomberg Business, è stata indicata come la quarta azienda più odiata in un sondaggio condotto dalla società di ricerche di mercato Harris Poll. “Bisogna capire che ci sono altre multinazionali, come Bayer, Dow, Syngenta, che giocano lo stesso tipo di gioco della Monsanto in materia di agricoltura”, ha detto a La VOCE Michael Basillas, uno degli organizzatori di March Against Monsanto.
A New York, i manifestanti si sono radunati intorno a mezzogiorno a Dag Hammarskjold Plaza su East 47th Street per poi muoversi verso Union Square fino ad arrivare a Tompkins Square Park dove la manifestazione, autorizzata dalla Città di New York ma confinata alla corsia degli autobus, è proseguita con discorsi pubblici e spettacoli.
“Tante famiglie hanno partecipato – ha detto Basillas – Credo siano preoccupati per quello che mettono nel cibo dei loro figli. Abbiamo il sostegno di molti gruppi di attivisti. Gli agricoltori biologici locali sono i soldati del movimento e abbiamo anche forte sostegno dagli agricoltori che subiscono il bullismo agricolo, continuamente citati in giudizio perché i semi brevettati Monsanto vengono trasportati dal vento sui loro terreni e la Monstanto per questo li accusa di furto”.
Tra le varie performance quella della band The Special Interests che ha aperto con la canzone Roundup Blues che il gruppo ha presentato come “una canzone su un contadino che ha scoperto la verità nel modo più brutale”. Il Roundup è il più usato diserbante al mondo. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), un'agenzia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha recentemente dichiarato che il glifosato, il principio attivo del Roundup, è stato “classificato come probabilmente cancerogeno per l'uomo”. Un'affermazione cui Philip Miller, vicepresidente della Monsanto per le regolamentazioni internazionali, ha replicato in un comunicato: “Non capiamo come la IARC possa essere giunta a una conclusione così drasticamente distante dalle conclusioni cui sono arrivate tutte le agenzie di regolamentazione in tutto il mondo”.
Gli Stati Uniti considerano ancora sicuro l'erbicida e dati dell'agenzia governativa U.S. Geological Survey dicono che l'uso del glifosato è aumentato di 16 volte dal 1990, quando sono state introdotte sul mercato le colture geneticamente modificate. Nel 2013, la Monsanto ha chiesto con successo l'approvazione dalla Environmental Protection Agency per l'aumento dei livelli di tolleranza per il glifosato, mentre l'attuale regolamentazione europea che ne autorizza l'uso scade nel 2015 (la scadenza era inizalmente fissata per il 2012 ma su richiesta della Monstanto è stata prolungata, come riportato da Friends of the Earth).
A Tompkins Square Park, Steve Druker, autore del libro Altered Genes Twisted Truth (geni alterati verità ribaltata), ha accusato la Monsanto e i suoi “alleati” di disinformazione, di voler sovvertire la scienza, corrompendo il governo e ingannando sistematicamente i cittadini. “Le nostre leggi sono state violate”, ha detto alla folla. Druker ha in programma un tour con la star del rock Neil Young per il suo prossimo album The Monsanto Years. Al raduno c'erano anche i rappresentanti di Food and Water Watch, un'organizzazione non-profit che si batte per “politiche di buon senso, che si traducano in alimenti sicuri e sani e nell'accesso gratuito e generalizzato all'acqua potabile”; e Jeffrey Smith, autore di bestseller internazionali ed esperto di OGM, fondatore e unico dipendente de l'Institute for Responsible Technology. Entrambi hanno denunciato il rapporto di connivenza tra Monsanto e governo americano. “In questo paese abbiamo una separazione tra Stato e Chiesa, ma non abbiamo una separazione tra governo e aziende” ha chiosato Basillas.
Sono diversi i politici americani il cui nome è stato associato alla Monsanto. Toby Moffett è stato membro del Congresso degli Stati Uniti per poi iniziare a lavorare con la Monsanto. Josh Re è stato direttore di produzione degli eventi presidenziali, prima di iniziare a lavorare per la Monsanto. Linda Fisher ha ricoperto diverse posizioni all'interno dell'EPA e ha lavorato anche come vice presidente degli affari governativi per la Monsanto. Michael Taylor, un ex dirigente della Monsanto, ha in seguito avuto un incarico alla FDA come consulente senior e assistente esecutivo del commissario; dopo aver lasciato la FDA è passato a lavorare per uno studio legale dove si è impegnato per l'approvazione dell'ormone della ormone ricombinante della crescita bovina della Monsanto prima di ritornare alla FDA come vice commissario. Anche il giudice della Corte Suprema Clarence Thomas ha lavorato per la Monsanto. In passato è girata voce che anche Hillary Clinton abbia lavorato come consulente per la Monsanto negli anni in cui lavorava nello studio legale Rose Law.
Tra coloro che hanno preso la parola durante la manifestazione c'è stato anche chi ha voluto ricordare la proposta di legge A.617 dello Stato di New York, che renderebbe obbligatoria l'etichettatura dei prodotti OGM: “Abbiamo quattro settimane per far sì che il disegno di legge arrivi al voto” ha detto uno dei partecipanti alla folla.
“Che si sostenga il movimento per l'etichettatura o che si marci per le strade, queste sono tutte opportunità per la collettività di connettersi. Tuttavia non credo che l'etichettatura sia l'unica soluzione. Dobbiamo mettere in campo tutte le possibilità” ha detto Basillas.
Nonostante diversi sondaggi condotti da importanti mezzi di comunicazione mostrino che oltre il 90 per cento degli intervistati è favorevole all'etichettatura a livello nazionale dei prodotti OGM, attualmente il Vermont è l'unico stato ad aver preso quella direzione. Una decisione che è costata allo Stato una causa da parte della Grocery Manufacturers Association (GMA), associazione di categoria che rappresenta i più grandi marchi mondiali di prodotti alimentari, bevande e generi di largo consumo, tra cui Monsanto, Dow AgroSciences, Coca-Cola, Del Monte, Dole, General Mills, Hershey, Kellogg Company, Kraft, McDonald, Nestlé USA, Ocean Spray Cranberries, Pepsi, Starbucks, Target e Welch Foods.
In un comunicato ufficiale la GMA ha affermato che i produttori sarebbero stati danneggiati da “nuovi e incostituzionali requisiti [limitativi della libertà] d'espressione per i produttori di alimenti e i rivenditori”. Il tribunale tuttavia, ha deliberato in favore del Vermont. Ronnie Cummins, direttore internazionale della Organic Consumer Association, associazione di difesa dei consumatori di prodotti biologici, ha dichiarato: “Questa storica sentenza non solo consente alla legge dello Stato del Vermont sull'etichettatura degli OGM di entrare in effetto nei tempi previsti, il 1° luglio 2016, ma è soprattuto una prova del fatto che il tribunale concorda sul fatto che gli Stati abbiamo il diritto costituzionale di approvare leggi in materia di etichettatura degli OGM”. Il disegno di legge servirà probabilmente da quadro di riferimento per altri Stati nell'attuazione di leggi in materia di etichettatura.
“L'opinione pubblica non considera gli OGM necessariamente perico. E sono stati fatti diversi tentativi di studi. In altri paesi, come in Europa, sono state condotte ricerche indipendenti ma il nostro Paese non riconosce gli studi stranieri. La Duke University ha preso l'iniziativa di fare uno studio indipendente, ma ne hanno ottenuto una citazione da parte della Monsanto perché non hanno cil permesso all'azi. loro gli unici a conoscere davvero gli effetti delle colture geneticamente modificate”, ha ancora Basillas.
Tra coloro che hanno preso la parola c'è stato anche Adam Weissman, attivista di Global Justice for Animals and the Environment e di Trade Justice, una coalizione con sede a New York che si oppone agli accordi di libero scambio nati sul modello del North American Free Trade Agreement. Weissman ha parlato del Transatlatic Trade and Investment Partnership (TTIP), la proposta di accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europea, come di un “accordo globale per la protezione della Monsanto”, aggiungendo che il Congresso “ha accelerato il processo accelerato” e che il Trans-Pacific Trade Partnership (TPP) è stato fatto “in segreto”. Il 25 maggio il Pesticides Action Network ha reso pubblici documenti secondi i quali l'UE avrebbe smesso di spingere per regolamentare ed eventualmente vietare 31 pesticidi contenenti interferenti endocrini collegati al cancro e alla sterilità maschile, per timore di ripercussioni da parte della lobby industriale che sostiene il TTIP. “Questo 'accordo globale per la protezione della Monsanto' mira a proteggere i profitti e i prodotti dell'azienda, attraverso brevetti e norme anti-etichettatura” ha detto Basillas a La VOCE.
A conclusione del raduno a Tomkins Square Park, i manifestanti si sono spostati nel vicino community garden La Plaza Cultural e al Museo of Reclaimed Urban Spaces dove March Against Monsanto aveva organizzato una “free school”, che comprendeva una conferenza in tre parti. Nella prima parte si è discusso dei fondamenti degli OGM, con un focus particolare sul loro ruolo nella riduzione della popolazione di api e farfalle monarca.
Secondo Greenpeace, le api mellifere d'allevamento e selvatiche sono responsabili dell'80 per cento dell'impollinazione del mondo. Un terzo di ciò che mangiamo sparirebbe se sparissero le api il cui valore economico è stimato oltre i 289 miliardi dollari all'anno, per una produzione agricola di 40 miliardi di dollari negli Stati Uniti. A partire dal 1990, gli apicoltori hanno osservato un fenomeno improvviso detto Colony Collapse Disorder (CCD), una sindrome che provoca la morte di intere colonie. Dal 1940, la popolazione americana di api è passata da 5 a 2.5 milioni e continua a diminuire ogni anno, causando perdite annuali pari a $ 30 miliardi. Dal 2006, gli Stati Uniti hanno visto una diminuzione del 40 per cento sia nel miele commerciale che nella popolazione. La Casa Bianca ha avviato un piano per promuovere la salute delle api e altri impollinatori, che tuttavia non affronta adeguatamente il problema dei pesticidi.
Sebbene non siano gli unici responsabili della CCD, i pesticidi sono stati collegati alla morte delle api. Una ricerca della Harvard University dimostra che, quando le colonie sono esposte a neonicotinoidi, o neonics, l'insetticida più usato al mondo, la metà muore. L'uso dei neonicotinoidi è stato sottovalutato in passato poiché molti studi, compresi quelli governativi, non tengono conto del trattamento delle sementi, un processo mediante il quale un seme viene trattato con il pesticida prima di essere piantato. Almeno il 79% dei campi di mais americani usa questo processo. Gli agricoltori lamentano difficoltà a procurarsi semi non trattati.
Ma il principale responsabile dei decessi delle api è oggi cosiderato l'acaro Varroa, scoperto nel 1987. Monsanto, Dow e altre aziende sono corse ai ripari mettendo in commercio insetticidi e pesticidi modificati per bloccare le invasioni parassitarie che avevano colpito le colonie di api, che tuttavia si teme possano finire per indebolire le difese genetiche delle api contro i parassiti.
Steve Druker, nell'intervento dal titolo Raising Our Sights Beyond Monsanto, ha sostenuto che tutte le colture geneticamente modificate, non solo quelle progettate per tollerare il glifosato, presentano rischi inaccettabili. Il suo intervento si è inoltre concentrato sulle relazioni tra Monsanto e Food and Drug Administration. “Sotto l'amministrazione Reagan – ha detto Druker – la FDA ha ribaltato l'onere della prova spostandolo da chi sviluppa biotecnologie ai consumatori”. Più tardi Druker ha detto a La VOCE che nel suo libro racconta di molti casi in cui la FDA, nelle sue valutazioni, ha ascoltato solo un paio di esperti sulla sicurezza o meno di prodotti OGM. Druker ha aggiunto che la Monsanto e i suoi alleati sono in grado di bypassare l'emendamento del 1958 sugli additivi alimentari perché la FDA non richiede notifica né collaudo di prodotti che sono “generalmente riconosciuti come sicuri”.
“Se lo paragoni all'ingegneria informatica, questa non è bioingegneria ma hacking biologico – ha detto Druker – Se il programmatore produce un qualche piccolo, chirurgico cambiamento, trasformazioni impreviste possono verificarsi altrove. L'interruzioni o la mutazioni di geni nativi e la comparsa di geni estranei tra i maggiori problemi”.
Altri incontri nel corso della giornata si sono concentrati su come utilizzare lo streaming online e come incorporare musica, arte e danza nelle azioni di disobbedienza civile. “Alla fine si tratta di lavorare insieme a gruppi già esistenti che combattono per questi problemi e allo stesso tempo riuscire ad ampliare la nostra battaglia”, ha concluso Basillas.
Tradotto ed editato dall'originale inglese da Maurita Cardone.