Mentre sorreggevo la riproduzione di una camicetta, attaccata ad un bastone, col nome di Maria Giuseppa (Tortorelli) Lauletti, di 33 anni, sentivo tutto il peso della sua storia, in particolar modo poiché sapevo che fino a poco tempo fa era ancora una delle sei "non identificate", finché cinque anni fa il genealogista Michael Hirsch riuscì ad identificarla.
Nata nel 1878, il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, santo in onore del quale venne battezzata, nel 1896 sposò Egidio Lauletti, di diciannove anni; la coppia viveva al 133 di Thompson Street, appena pochi isolati dal luogo dell'incendio.
Avevano cinque figli, ma tra il 1906 e il 1911, Egidio morì lasciando Maria vedova con cinque figli. Lei e sua sorella minore, Isabella, che al tempo aveva 18 anni, erano impiegate come lavoratrci tessili alla Triangle Waist al 9° piano del Palazzo Asch all'angolo nord ovest di Greene Street e Washington Place (dichiarato bene culturale, l'edificio è ora il Brown Building della New York University).
Saranno uno dei nove gruppi di sorelle a morire in uno dei più tristi incidenti industriali negli Stati Uniti, l'Incendio della camiceria Triangle che da generazioni colpisce l'immaginazione di molti e dei nuovi immigrati. Delle 146 vittime, 30 erano di età inferiore ai 18 anni e di queste due erano appena quattordicenni; 23 avevano 18 anni e 14 vittime, tra cui Maria Giuseppa Lauletti, superavano i trent'anni; solo due erano sopra i 40.
Il tempo quel sabato 25 marzo, 1911, era molto simile a questo mercoledì 25 marzo, un frizzante e soleggiato giorno d'inverno. La città era silenziosa, le ragazze ebree lavoravano durante lo Shabbat, a dimostrazione delle necessità economiche in cui versavano. E nonostante i padroni della fabbrica fossero meno peggio di altri, nemmeno loro rispettavano le leggi sul lavoro minorile né seguivano la benché minima regolamentazione antincendio.
Fino alla distruzione del World Trade Center l'11 settembre 2001, l'incendio della Triangle Shirtwaist Factory è stato considerato il più letale disastro sul posto di lavoro a New York e ha avuto una profonda influenza sui regolamenti edilizi e leggi sul lavoro. Nelle ceneri furono piantati i semi per il New Deal di due decenni dopo che attraggono numerosi giovani donne – Clara Lemlich, Frances Perkins e Rose Schniderman – che ha assunto la carica. Un organizzatore chiave nello sciopero delle sarte del 1919, l'italoamericana Angela Bambace fu la prima donna italo americano ad essere eletta presidente dell'International Ladies Garment Workers Union nel 1956.
I proprietari della Triangle Shirtwaist Factory, Max Blanck e Isaac Harris furono incriminati con l'accusa di omicidio colposo di primo e secondo grado a metà aprile 1911. Nonostante la testimonianza di 103 testimoni, la giuria ha assolto Blanck e Harris il 27 dicembre in parte screditando i testimoni, per cui l'inglese era la seconda lingua. Le compensazioni per le famiglie furono molto ridotte.
Dal lato personale, mia madre, oggi novantasettenne, ricorda di aver espresso in famigliail desiderio di fare la sarta, ma sua madre, di nascita calabrese, all'idea trasalì, poiché l'incendio della Triangle Factory era avvenuto pochi anni prima della sua nascita. Ribellandosi contro la madre, che avrebbe preferito che le diventasse una segretaria, lei e la sua amica hanno ricordato il loro primo colloquio di lavoro in Named for Royalty che ha vinto la menzione d'onore al concorso di poesia Allen Ginsberg:
Named for Royalty
My mother named me Mafalda Yolanda Margherita
the names of all the King’s daughters. I just hated it.
There I was sewing buttons on cardboard squares,
40 cents for 144 named for royalty.
I remember the shop I went to for my first job.
It was down some steps on South St., like a dungeon.
All the girls at the machines were wearing
their underwear and skimpy blouses. I was so proud
of my diploma how smart I was and all the floor
man wanted was to see me in my underwear.
(Mia madre mi ha chiamato Mafalda Yolanda Margherita / i nomi di tutte le figlie del re. Lo odiavo. / Ero lì a cucire bottoni su quadratini di cartone / 40 centesimi per 144 dal nome regale. / Ricordo il negozio dove sono andata per il mio primo lavoro. / Si scendevano alcuni gradini giù da South Street, come una segreta. / Tutte le ragazze sedute alle macchine indossavano / la loro biancheria intima e bluse striminzite. / Ero così orgogliosa del mio diploma e di quanto fossi intelligente e tutto quello che gli uomini del piano volevano era vedermi in mutande).
I bambini che hanno partecipato alla cerimonia commemorativa dell'incendio di quest'anno erano di età compresa tra i 7 e i 12 anni e venivano da varie scuole tra cui l'Immaculate Conception di Astoria, la Trilock, una scuola alternativa di Brooklyn, e diverse scuole pubbliche.
Ruby, otto anni, ci ha raccontato cosa significava essere lì: "I capi fuggirono passando da un edificio adiacente" ha detto. I suoi genitori sono entrambi sindacalisti e di conseguenza è un'esperta di manifestazioni. "So tutte le canzoni e so che alcuni datori di lavoro pensano di poter fare quello che vogliono… al tempo, le ragazze non avevano i sindacati ad aiutarle".
La poetessa Bracha Nehama Bomze ha letto dal suo libro appena uscito, Love Justice. La nonna paterna, Schifra Bomze era un orgoglioso membro dell'International Ladies Garment Workers Union (ILGWU) ed è sepolta con "le sorelle e i fratelli del sindacato" nella tomba dell'ILGWU al cimitero Beth Moses. La poetessa ha raccontato un aneddoto che le fu raccontato dalla nonna: Schifra era veloce e spesso si offriva di strappare via o riparare gli errori delle sue sorelle lavoratrici in modo che fossero pagate abbastanza per avere di che mangiare; il suo leader sindacale si complimentava ma i padroni si lamentavano del fatto che perdesse tempo ad aiutare altri lavoratori (piuttosto che sfornare un lavoro perfetto a rotta di collo!). In risposta, pare abbia tirato fuori la sua tessera sindacale, sbattuto il pugno sulla macchina da cucire, e dichiarato al capo fabbrica, "Questo è quello che ti becchi, non avrai un punto di più!".
L'evento annuale richiama il coro New York Labor Choir, oltre che politici, sindacalisti, ufficiali e rappresentanti dei lavoratori aeroportuali, oltre che il New York City Fire Department che suona la campana, un rintocco per ognuno dei nomi delle vittime pronunciati dai partecipanti mentre depongono garofani sul marciapiede su cui i corpi delle ragazze caddero nel 1911.
Presto in questo angolo un memoriale avrà un posto di rilievo. Suzanne Pred Bass, discendente di Rosie Weiner, una vittima dell'incendio, dice: "Il memoriale all'incendio della Triangle sarà importante e gratificante per i membri delle famiglie in quanto assicura che la loro tragica perdita non sarà dimenticata. Parlerà alle generazioni future di quanto le condizioni di lavoro siano cambiate come conseguenza dell'incendio".
I vincitori del concorso internazionale di progettazione in due fasi, indetto dalla Remember the Triangle Fire Coalition per la realizzazione del memoriale sono Richard Joon Yoo e Uri Wegman con la proposta Reframing the Sky, un progetto composto da aggraziati pannelli in acciaio visibili da lontano.
La missione del Remember the Triangle Fire Coalition e del Labor-Management Documentation and Archives della Cornell University è di informare il pubblico sull'incendio della Triangle Shirtwaist Factory attraverso i vari progetti in corso e la raccolta di documenti sulle vite delle vittime.
Oggi, le vittime non sono più soltanto numeri sui libri di storia o piccoli volti e corpi in dilaniati in fotografie color seppia. Ogni cerimonia è l'ennesima occasione per accrescere la consapevolezza delle gente di ieri e di oggi.
Solo due anni fa, in Bangladesh, il crollo della fabbrica Rana Plaza provocò la morte di più di 1.130 lavoratori tessili, schiacciati sotto otto piani di cemento; una tragedia che dimostra che c'è ancora molto da fare.
Per ulteriori informazioni sul memoriale, visitare: Remember the Triangle Fire Coalition o The Kheel Center, Cornell University.