Qualunque cosa si pensi delle due incoscienti rapite in Siria e liberate a spese dei contribuenti è intollerabile che Maurizio Gasparri (leggete la sua biografia su Wikipedia per capire di che tipo di personaggio si sta parlando) le accusi pubblicamente su Twitter di avere avuto rapporti sessuali con i loro carcerieri. Come se non esistessero studi sulla condizione di sottomissione psicologica in cui una vittima spesso si trova nei confronti del suo aguzzino (la cosiddetta sindrome di Stoccolma). E come se dare obliquamente della puttana a una donna costituisca un’aggravante a suo carico, roba da decerebrati del secolo scorso, purtroppo ancora diffusi in Italia. (Ve lo potete immaginare il trionfalismo maschilista della destra se si fosse avuto anche solo il sospetto che i due marò si fossero scopati qualche poliziotta o soldatessa indiana).
Ma il punto non è questo. Il punto è che Gasparri non può garantire che la notizia sia vera. Dice di averla trovata su internet, in un sito qualsiasi, e non si è preoccupato di verificarla prima di usarla per il suo attacco. “Senatore, quel sito è autorevole?”, gli è stato chiesto. Risposta: “Che ne so”. Non stiamo parlando di un quindicenne inesperto o di un utente qualsiasi: stiamo parlando di uno dei vicepresidenti del Senato, quasi sessantenne. Però un perfetto esempio del tipo di politici che il berlusconismo ha creato e che il renzismo ha entusiasticamente ereditato: politici che occupano posizioni di potere e prestigio e che pretendono di essere pagati conseguentemente e di godere di ridicoli privilegi pur non avendo alcuna dignità e qualità, e che soprattutto si rifiutano di assumersi più responsabilità e vincoli di una persona ordinaria. Molto comodo.
“I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore” sancisce la Costituzione. Invece da qualche decennio la casta che controlla il paese pretende disciplina e onore dalla gente ma non da sé stessa. “Inglesi boriosi e coglioni” scrisse Gasparri dopo la vittoria dell’Italia sull’Inghilterra ai mondiali dello scorso anno: esponendo ovviamente il nostro paese al sarcasmo generale dopo che Costa Rica e Uruguay ci buttarono fuori dal torneo. Ma è tipico di questa classe dirigente, la più squallida e inetta della nostra storia, coprire la propria mediocrità e assoluta mancanza di stile con la strafottenza.
Gasparri non è nuovo a comportamenti offensivi e arroganti sui social: lo scorso ottobre insultò una ragazzina di tredici anni commentando così sotto la sua foto: “Meno droga, più dieta… sei messa male”. Chi legge i miei post sa che critico spesso gli Stati Uniti, dove abito, ma qui un cyberbullo compulsivo come lui (così lo definì L’Espresso) non potrebbe conservare una posizione pubblica e tanto meno un carica di rilievo istituzionale.
Questo il testo del cinguettio di Gasparri sulle ragazze rapite: “Sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo!” Noi? noi chi? Noi che paghiamo il suo stipendio o lui, rinviato a giudizio per peculato? Interessante il fatto che i rapitori li chiami guerriglieri invece che, come mi sarei aspettato, terroristi. Cos’è? Un involontario ritorno al lessico degli anni settanta, quando militava fra i neofascisti del Fronte della Gioventù? Esilarante la sua autodifesa: “Mica faccio un'affermazione, faccio solo una domanda”. Gasparri è cioè convinto che il fatto di aver messo un punto interrogativo al termine dell’insinuazione la renda ipotetica e dunque non impugnabile. Ma davvero.
Ne deduco che non ci sia nulla di male a chiedersi cosa ci sia dietro, a chi giovi questo inutile sfoggio di insolenza. A chi serve Gasparri? Il liberismo gioca spesso la carta del meno peggio: Berlusconi ormai non ha nessuna reale possibilità di vincere ma deve apparire sufficientemente minaccioso da spingere gli indecisi, o almeno parte di loro, a turarsi il naso e votare Renzi. È questo il patto del Nazareno. Nella cui prospettiva Gasparri, lo scurrile Gasparri, torna utile. Guardate i suoi ritratti, leggete il suo curriculum e i messaggi che scrive. Comprereste un’auto usata da un uomo simile? Lo vorreste al governo, magari di nuovo in una carica simile a quella che ricoprì dal 2001 al 2005, di ministro delle comunicazioni? (lo è stato davvero, proprio lui, colossale gaffista e pessimo comunicatore: sarebbe comico se non fosse tragico). Ovviamente no: nessuno lo vorrebbe al governo. Meglio piuttosto… E Renzi sorride.
Altri articoli di Francesco Erspamer nei blog Controanalisi e Il pensiero inelegante.