Tre mele e tre mandarini in una pentola di metallo. Il massimo totale è sei. Sei cose che se ne stanno in una pentola di metallo tutte zitte, nessuno ne parlerebbe se nulla accadesse. L'evento sarebbe mangiarne una, il mio palato ne avrebbe piacere. Se mangiassi la mela, però, la farei scomparire. Mi piacerebbe masticarla… Eccola in bocca e subito.
La mela mangiata mi ha dato molto piacere e io l'ho goduta. Ma il suo piacere non è più mio, visto che lei è scomparsa, peraltro per colpa mia. Ma io non ho fatto niente di male alla mela. Anzi, mi piaceva tanto e dopo averla mangiata ne ho parlato ad altre persone per dire che quella mela era proprio buona.
Oddio. Quella mela io l'ho mangiata, cioè l'ho uccisa, e quindi è morta. Che posso fare? Ne parlo molto bene. Dico a tutti che era fantastica. Racconto che la sua polpa era grandiosa, ma il problema è sempre lo stesso. Ah! Il mio parere è al passato. Vuol dire che lei non c'è più e vuol dire che l'ho ammazzata io.
Suvvia, non usiamo il verbo ammazzare. Se diciamo morire, però, resta sempre lo stesso problema. La mela è morta e io l'ho uccisa, l'ho mangiata. Però di lei ho sempre parlato bene, come quando una persona muore, tutti ne parlano con molta tristezza.
Adesso però stiamo a esagerare. Dopotutto la vita della mela consiste nel farsi mangiare. Oh Dio! Che devo fare? Insisterò che lei era buona, buonissima. Ne dirò che era l'unica al mondo! E poi farò… Niente!
Basta con questa storia. Ognuno vive la sua vita e ognuno la sua fine. Lei è stata così. Io invece sono ancora qui, cercando qualche mela da ammazzare.
Questo articolo chiude la serie del "Fuoriuscito" . Tornato in Italia, Franco Pantarelli saluta con affetto i lettori sparsi nel mondo