A Canneto di Caronia sono ricominciati i fuochi. Non sono i fuochi della festa del paese, ma qualcosa di inquietante che, dopo oltre dieci anni non è stato del tutto spiegato. Il “del tutto” – e scusate il gioco di parole – ci sta tutto, perché, bene o male, tutti hanno capito di che si tratta. Ma nessuno, in Italia, ha il coraggio di andare fino in fondo.
Canneto di Caronia – breve digressione per i lettori americani – è una frazione a mare di Caronia, paese della provincia di Messina che prende il nome dalle Caronie, monti che in Sicilia si chiamano anche Nebrodi.
Caronia, cittadina di circa 3 mila e 500 anime, si affaccia nel mar Tirreno con una frazione – Canneto di Caronia, per l’appunto – che da oltre un decennio, a corrente alternata, è oggetto d’interesse da parte del mondo dell’informazione per via di strani fenomeni: abitazioni che, improvvisamente, prendo fuoco, impianti elettrici che saltano, guasti alle automobili.
Fatti piuttosto inquietanti, a quanto pare legati a improvvise scariche elettromagnetiche di elevata intensità. Oggi, che si tratti di elettromagnetismo, è fuor di dubbio. Ma nei primi anni del 2000 quando iniziarono questi incidenti non si sapeva nulla. Tanto che qualche giornale, con una buona dose di fantasia, ipotizzò la presenza di Ufo.
In realtà la faccenda è molto più semplice. Ed è riconducibile – oggi sono in tanti ad esserne convinti – ad esercitazioni militari che vanno in scena nel basso Tirreno. Ma attenzione: con la dizione “esercitazioni militari” non significa che tutto è chiaro. Non si sa, infatti, che tipo di armi verrebbero sperimentate nelle profondità del Tirreno. E c’è chi non esclude che si tratti di sperimentazioni per indurre e ‘controllare’ possibili mutazioni climatiche.
Qui la storia si complica. Perché, a tutt’oggi, nonostante il manifestarsi di eventi climatici catastrofici nel passato mai così frequenti, non tutti, ad esempio, credono nelle cosiddette “Scie chimiche”. C’è, addirittura, chi nega gli studi in corso per cambiare il clima. Dicendo che sono solo “discorsi da film”. Dimenticando che certi film ‘surreali’, qualche volta, prendono spunto da fatti veri tenuti nascosti dalle ‘autorità’.
Da non dimenticare un altro particolare: la presenza, nel Tirreno, di un vulcano attivo, ovviamente sottomarino. Si tratta del Marsili. Un vulcano che gli esperti considerano pericoloso. Ne accenniamo per completezza d’informazione. Perché, in effetti, il Marsili, con l’elettromagnetismo, non dovrebbe avere nulla a che spartire.
A Canneto di Caronia, dicevamo, la gente ha paura. Gli abitanti di questa frazione erano rimasti in pace per un po’ di anni. Ma da qualche tempo i fenomeni inquietanti sono ricominciati.
La Regione siciliana (la Sicilia, come scriviamo spesso, è una Regione italiana autonoma, un po’ meno di uno Stato americano), per qualche settimana ha inviato la Protezione civile. Poi, però, ha deciso di interrompere questo servizio. “E ha sbagliato – ci dice il Sindaco di Caronia, Rino Beringheli -. Perché non si può abbandonare una comunità impaurita da fenomeni incontrollabili”.
Il Sindaco di Caronia, da sabato scorso, si è trasferito in questa frazione. “Da qui non mi muoverò fino a quando non interverranno le autorità a protezione dei cittadini”.
Dalla Regione siciliana non c’è molto da aspettarsi. Il Governo regionale è alle prese con un quasi fallimento. Da un paio di mesi non paga interi settori dell’Amministrazione perché non ha i soldi. Ma oggi il tema non è il fallimento prossimo venturo della Regione siciliana. Oggi il tema è una piccola comunità spaventata. E abbandonata da una Regione mezzo fallita.
Più serio il comportamento del numero uno della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli. Che lo scorso agosto si è catapultato a Canneto di Caronia per provare a capire quello che sta succedendo. Gabrielli, lo scorso 5 settembre, ha convocato una riunione a Roma con alcuni ministri, i rappresentanti della Regione e della Prefettura di Messina.
Il capo della Protezione civile italiana ha deciso di ricostituire un gruppo di studio, simile a quello che ha operato nei primi anni del 2000, quando iniziarono questi strani fenomeni. Gli scienziati che operavano allora costituivano un ‘Comitato interistituzionale’ che, in effetti, ha raggiunto risultati di una certa importanza. Indicando anche la strada da percorrere per cercare di capirne di più.
Poi, però, i fenomeni strani cessarono, quasi improvvisamente. E delle ‘raccomandazioni’ del ‘Comitato interistituzionale’ di quegli anni non si è saputo più nulla.
Oggi Gabrielli vuole ripartire da quelle osservazioni. Da qui la costituzione di un nuovo gruppo di lavoro.
Da allora ad oggi, in Sicilia, lo scenario è mutato. Nel senso che le aree dell’Isola dove avvengono questi strani fenomeni sono aumentate. E’ storia nota quello che succede in una galleria dell’autostrada Palermo-Catania, all’altezza di Tremonzelli. Succede che automobili che entrano in questa galleria, improvvisamente, si bloccano per guasti agli apparati elettrici. Superfluo aggiungere che nessuno ha spiegato, per filo e per segno, quello che succede.
Questi fenomeni non sono frequenti. Ci sono periodi in cui si verificano e periodi in cui non succede nulla. La stessa ‘sintomatologia’ di Canneto di Caronia, che in linea d’area dista meno di cento chilometri da Tremonzelli.
Alcuni fenomeni strani si sono verificati, qualche anno fa a Riesi, in provincia di Caltanissetta. Dove i pavimenti di alcune abitazioni raggiungevano temperature elevate.
Da non dimenticare altre due ‘novità’. Il Muos di Niscemi, un megaradar impiantato dai militari americani che dovrebbe iniziare ad emettere onde elettromagnetiche di elevate intensità.
Ancora onde elettromagnetiche, ancora elettromagnetismo. Quasi che la Sicilia non possa fare a meno di certe armi.
Infine una notizia particolare. La Nasa che si interessa di un osservatorio astronomico che dovrebbe sorgere sulle Madonie, a Isnello, piccolo centro di questa catena montuosa. Un paese che dista pochi chilometri dalla galleria di Tremonzelli.
Canneto di Caronia, galleria di Tremonzelli, il Muos di Niscemi, la terra che si riscalda a Riesi e, adesso, un osservatorio astronomico sulle Madonie. Ce n’è o no abbastanza per chiedersi: ma che cosa sta succedendo in Sicilia?