E’ stata una campagna elettorale emozionante. Giocata e vinta sul filo delle emozioni. Rabbia e paura propagate da Beppe Grillo sono state trasformate in speranza da Matteo Renzi. Speranza di riforme istituzionali, della burocrazia, di tagli della spesa pubblica… e chi più ne ha, più ne metta. E che emozione vedersi in busta paga 80 euro in più: l’unica speranza per ora diventata realtà per 10 milioni di elettori. E c’erano dubbi che Renzi non ce la facesse?
Ecco il leader che il centro sinistra cercava da tanti anni. Vedremo se sarà anche lo statista di cui il Paese ha bisogno. Perché sulle emozioni si vola, ma non si campa. Benché Renzi delle emozioni abbia fatto marketing, sarà difficile continuare ad elargire senza monetizzare. Considerato poi che ogni giorno scopriamo che qualche banca italiana è stata depredata. E non dagli ostrogoti di Bruxelles, ma dai compari italiani che poi hanno cercato di occultare la pecunia in qualche banca estera.
Non si parla più del Montepaschi di Siena, i cui amministratori in quota Pd hanno rubato il rubabile mentre ora la banca sta cercando di recuperare euro su euro vessando con interessi stratosferici i piccoli clienti. Adesso l’attenzione è sulla Carige di Genova, il cui presidente Giovanni Berneschi, ex forzista, avrebbe sottratto dalla cassaforte 80 milioni, per farli custodire in Svizzera. Ma tutti contro Monti sospettato di fare gli affari per la Merkel… Certo, quando era premier ha cercato di salvare le banche italiane, di cui faceva parte. Ma le nostre banche si meritano di esser salvate? E i nostri banchieri certamente sono più scaltri dei nostri politici perché sanno fare meglio di conto. Perfino Berlusconi, che è un imprenditore di successo, a voler fare il politico alla fin fine ci ha rimesso, spendendo 98 milioni di euro in 20 anni per far stare in piedi Forza Italia. Ovvio che da qualche parte doveva prenderli questi soldi e così si è inventato la lievitazione dei costi delle fiction che comprava in California.
Mah, mi sembra che gli italiani abbiano il complesso del milionario e per diventarlo sono pronti a tutto. Come Corrado Clini, ex ministro dell’ambiente del governo Monti, che secondo l'accusa rubava i soldi del ministero per farsi un gruzzoletto che aveva nascosto a Lugano sotto il nome “Pesce”. Una pesca davvero miracolosa, che avrebbe effettuato con la moglie triestina Martina Hauser, la quale – chissà perché – lavorava come assessore comunale a Cosenza… Dal Friuli Venezia Giulia alla Calabria: lungo tutto lo stivale ci doveva essere davvero cosa pescare. Forse non ha saputo dire di no alla giovane moglie e ora si trova in carcere.
Come l’ex ministro Scajola, che sembra avesse perso la testa per Chiara Rizzo, la conturbante moglie dell’armatore Amedeo Matacena, ex deputato forzista, latitante a Dubai per concorso esterno in associazione mafiosa. Scajola, invaghitosi della Rizzo, cercò di aiutarli raccomandando il marito all’ex presidente libanese Amin Gemayel tuttavia, non fidandosi dell’amata, la fece pedinare e scoperse – ohibò – che era legata all’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone. Ma in Libano non è andato anche Dell’Utri, braccio destro di Berlusconi? E’ da prima delle elezioni che abbiamo perso il filo sulla faccenda degli appalti dell’Expo di Milano, nelle mani sporche di settantenni che già avevano dato il là vent’anni fa all’indagine “Mani Pulite” durante la cosiddetta Prima Repubblica.
“Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi emozioni”. Cantava Lucio Battisti oltre 40 anni fa. Forse sono emozioni incomprensibili: questi sono andati dentro e fuori dal carcere per un ventennio, e l’elenco sarebbe ancora lungo. Le loro famiglie però sono sistemate. Cosa non si fa per la famiglia, peccato però che ogni tanto ci si infila anche le troie: costano assai. In tutti i sensi.