La dinamica e i meccanismi sono diversi da quelli che presero corpo fra il 1935 e il 1936, quando Gran Bretagna e Francia, dominatrici, con gli Stati Uniti, della Società delle Nazioni, inflissero all’Italia un pesante embargo in termini commerciali, finanziari, industriali: Roma aveva dichiarato guerra all’Etiopia, e questo le Grandi Democrazie non intendevano accettarlo.
Nella sua essenza, il clima che si respira ora in Europa, soprattutto nell’Europa Occidentale, e a discapito dell’Italia e del popolo italiano, assomiglia difatti alle Sanzioni… Il cui effetto, storicamente provato, fu quello di avvicinare al Governo Mussolini socialisti, comunisti, liberali che contro il Fascismo s’erano battuti con coraggio fino al 3 gennaio 1925, fino all’instaurazione della dittatura mussoliniana, giunta sulla scia del delitto Matteotti.
Eccome se c’è aria di “sanzioni” sull’Italia da parte dei soliti oligarchi Ue ai quali è stato assegnato un potere spropositato, innaturale; iniquo. Da parte dei padreterni che mercoledì scorso hanno bocciato, con sussiego e perentorietà, il programma governativo elaborato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, e schiaffato sulla graticola anche l’ex-Presidente del Consiglio Enrico Letta, il Letta scalzato di recente dall’arrembante, torrentizio toscano della Valle dell’Arno: un uomo prima blandito e carezzato dai ‘mandarini’ della Ue, e poi piantato in asso con modi un pochino ‘quaccheri’.
Ora Renzi ci viene a dire che “noi non accettiamo compiti a casa da parte della Ue”. Bello, il concetto. Bellissimo… Qualcuno vi riscontrerebbe una magnifica fierezza, noterebbe un incoraggiante cipiglio. Se allora “noi non accettiamo compiti a casa da parte della Ue”, uscire quindi dall’Unione Europea, la quale crea povertà, invece di ricchezza; la quale a certi Paesi tipo la Germania (anno 2003) permette di “sforare”, ma ad altri no…
Restare in questo nauseante, debilitante ‘agglomerato’ per poi essere, (non si sa mai…), espulsi a brutto muso da mercanti simili a quelli del “tempio” della Società delle Nazioni, del “tempio in cui non si lavora per la pace, ma si prepara la guerra”… ? Pensate la figura che faremmo verso noi stessi, ammesso che noi italiani abbiamo ancora presente il concetto di “brutta figura”… Quindi, andiamocene. Usciamo, sì, da questo tempio popolato di speculatori, di spiriti aridi; di nemici del popolo. Ci abbiamo già rimesso vent’anni di vita; vent’anni di Storia. Pensavamo che ci convenisse collocarci sotto la pancia della chioccia, la quale avrebbe a tutto pensato… Nossignori: credere nella “chioccia” è suicida. Ora viene dimostrato che questo, sissignori, è suicida.
Lasciamo quindi l’organismo più innaturale della Storia e, come già sottolineato qui con "Furore", riscopriamo il piacere, l’orgoglio, di fare per conto nostro. Una qualche molla potrebbe pur scattare nel corpo di quest’Italia diventata grigia, cenciosa, ma che pure dimostra un perverso attaccamento al superfluo; che sguazza nella squallida imitazione di casate quali i Frescobaldi, i Piccolomini, i Ripa di Meana…
Ci vorrebbe, sì, uno sforzo titanico. Proviamo, allora, a stupire noi stessi. Mettiamoci in testa che ci tocca versare il sudore versato dai nostri padri, dai nostri nonni, artefici della splendida, rapida Ricostruzione Nazionale seguita alle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale.
Ma una via come questa, oggi, non la sa indicare nessuno… Ah, vascello senza nocchiero!
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