E' tanto piccolo e vispo che è difficile tenerlo vicino. E' tanto vivace che a momenti mi attrae e a momenti si allontana. Sembra che si diverta a sconcertarmi, lanciandomi sguardi invitanti, o almeno così sembra. Se azzardo a prenderlo in mano, si mostra chiaramente seccato della mia presenza. Talvolta gli accarezzo la schiena e sembra che gli aggrada molto. Ma poi, alla mia prova di gioia, mi fissa severo e rapidamente volta lo sguardo altrove.
Spesso mi viene voglia di approfittare della mia forza superiore per punirlo. Ma lui non sembra neanche percepirla, l'idea di punizione. Una prova? Poco fa ho stretto la sua morbida testina per dargli un po' di dolore come un padre severo che darebbe uno schiaffo al suo figliolo per fargli capire che deve o non deve fare qualcosa, lui ha reagito con un salto che mi è parso di gioia. Forse ciò che io considero di avergli fatto un po' male, lui stranamente lo considera un piacere. Forse è ignaro del bene e del male e non sa reagire. Del resto non sa parlare e sicuramente non sa neppure pensare come un adulto.
Una confessione: mi piace questo intercorrere. Posso fare tutto ciò che voglio, con lui. Posso essere cattivo o divertirmi alle sue spalle, se voglio posso metterlo in gabbia e posso perfino abbandonare a qualche pratica peccaminosa, ché tanto lui non lo sa.
Come? Mi state dando del pedofilo? No. Non avete capito nulla. Lui non è un neonato. E soltanto un colibrì.