Sabato sera, la giuria ha giudicato George Zimmerman non colpevole delle accuse che riguardano l'uccisione di Trayvon Martin, portando al termine un caso che ha provocato uno scossone nell'opinione pubblica americana e che con molte probabilità, creerà proteste ed ulteriori dibattiti sul razzismo e sulle leggi di autodifesa, non solo in America.
Zimmerman, un vigilante di quartiere volontario di 29 anni, di origini ispaniche, è responsabile di aver colpito e ucciso il 17enne afroamericano Trayvon Martin nel Febbraio dello scorso anno, a Samford in Florida. La difesa si è presentata con le accuse di omicidio di secondo grado, che prevede una condanna di carcere a vita e di omicidio colposo, che si limita a 30 anni di reclusione.
Quando è stato letto il verdetto in aula, Zimmerman appariva calmo ma con il volto teso, la sua famiglia dietro di lui, attendeva con ansia la decisione della giuria. Nel momento in cui è stato dichiarato non colpevole, i membri della famiglia Zimmerman si sono riuniti in un abbraccio, la polizia della corte ha rimosso il braccialetto dalla caviglia di George il cui viso, si è illuminato subito in un sorriso.
I sei giudici, tutte donne, dopo tre settimane di processo, sono riuscite a deliberare solo dopo due giorni di consultazione.
L'accusa si è mossa incolpando Zimmerman di aver identificato Trayvon Martin come un criminale, di averlo seguito e provocato, fino a che durante la colluttazione lo ha colpito sparandogli con la sua pistola. La difesa invece ha sostenuto il contrario. Cioè che Martin è stato il vero aggressore, che ha colpito per primo Zimmerman in faccia, buttandolo a terra e facendogli sbattere la testa contro un marciapiede. Un processo lungo e complicato quindi, il cui verdetto non ha messo ancora la parola fine rispetto a tutte le polemiche sulla razza e sulle leggi sul porto d'armi che ha scatenato nell'ultimo anno e che continua ad alimentare in tutta la nazione.
Molti americani hanno manifestato fin da sabato notte, con dimostrazioni di dissenso nei confronti del verdetto della giuria. Ma questa decisione per molti era piuttosto prevedibile. La maggior parte delle proteste sono avvenute nella West Coast, dove centinaia di persone hanno marciato in diverse città della California. Il più delle volte si è trattato di manifestazioni pacifiche, per ora si registrano pochi sporadici atti di vandalismo e violenza, persone che hanno bruciato bandiere USA, appiccato incendi in piccoli centri abitati, danneggiato con graffiti tribunali e macchine della polizia.
A San Francisco, turbolenti ma pacifici manifestanti hanno marciato nel vicinato del Mission District; mentre circa 200 persone a Los Angeles si sono riunite per una veglia nel Leimart Park, e nei quartieri storici a maggioranza nera della città. Il City News Service di Los Angeles ha riportato che un piccolo gruppo di persone ha fermato un treno passeggeri in un punto della città, l'Expo Line train, ma la polizia non è riuscita a dare ulteriori dettagli. Andy Neiman, del Los Angeles Police Department Lt., ha dichiarato che piccoli gruppi di 50/100 persone hanno marciato dopo la mezzanotte di sabato ad L.A.. Non ci sono stati arresti per il momento.
A Sacramento, circa 40 persone hanno manifestato fuori dal Comune, cantando slogan che criticavano il sistema giudiziario americano, e che recitavano più o meno così "Cosa vogliamo? Giustizia. Quando la vogliamo? Adesso. Per chi? Trayvon".
Nello stato della Florida, dov'è accaduto l'omicidio, non ci sono state proteste violente dopo il verdetto. Anche personaggi famosi hanno dato importanza alla vicenda. La cantante pop Beyonce ha osservato un minuto di silenzio per Trayvon Martin sabato sera, durante il suo concerto presso la Bridgestone Arena di Nashville in Tennessee, poche ore dopo il verdetto.
Nell'Empire State invece, si prevedono raduni soprattutto nella città di New York, dove da Harlem a Brooklyn, gruppi di manifestanti si stanno organizzando per la "Justice 4 Trayvon Martin" che partirà dalle 13 di questa domenica, ora di New York.