Silvio Berlusconi è stato condannato a 7 anni ed interdetto permanentemente dai pubblici uffici. La sentenza è arrivata questo pomeriggio (ora italiana) dai giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano. Il bando dalle cariche politiche potrebbe dunque significare, il termine ufficiale della carriera politica di Berlusconi. Ci saranno comunque, ancora due livelli di appello prima che la sentenza diventi definitiva.
Il processo Ruby lo vedeva imputato per concussione e prostituzione minorile. Ironia della sorte è stato proprio un gruppo di giudici donne a decidere le sorti dell’ex premier. Orsola De Cristofaro, Carmela D'Elia e il presidente Giulia Turri si sono ritirate verso le 9.45, ed hanno emesso la sentenza dopo oltre sei ore di camera di consiglio. La corte di Milano ha quindi stabilito che l’ex premier Silvio Berlusconi ha pagato delle prostitute minorenni durante i famosi “bunga bunga” party nella sua villa di Arcore nel 2010, e che abbia poi cercato di nascondere tutto grazie alla sua influenza ed il potere della carica politica che investiva al tempo.
La sentenza è stata dura, condanna a 7 anni di carcere. Precedentemente, per la precisione il 13 maggio scorso, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini ed il pm Antonio Sangermano avevano chiesto invece 6 anni di carcere, cinque anni per concussione e uno per prostituzione minorile, senza attenuanti, con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di assumere cariche in strutture praticate abitualmente da minori. Silvio Berlusconi si è sempre dichiarato innocente ed i suoi legali,
Niccolò Ghedini e Piero Longo, avevano replicato alle accuse chiedendo l'incompetenza funzionale e territoriale del Tribunale di Milano e poi l'assoluzione del loro assistito. Il cavaliere al momento non ricopre alcuna posizione ufficiale nella politica italiana, ma rimane influente nella coalizione politica che ha rappresentato, soprattutto dopo le scorse elezioni di Febbraio.
La giovane Ruby, Karima el-Mahroug – questo il suo nome per intero- è stata convocata diverse volte dalla difesa nel corso di questo processo, ma senza successo. Berlusconi non era in tribunale lunedì mentre le tre giudici hanno iniziato la discussione sulle sue sorti. Fuori dal tribunale di Milano si trovavano già nelle prime ore del mattino alcune persone con dei cartelli contro il premier ed in supporto della giustizia italiana, incluso uno in cui si leggeva “Giustizia, legalità e dignità”. Per contro c’erano anche sostenitori del cavaliere, che ovviamente hanno manifestato la loro poca fiducia nella giustizia italiana. Berlusconi stesso, ha espresso in più occasioni il suo disappunto nei confronti di giudici e apparati di giustizia, accusandoli di essere motivati politicamente ad agire contro di lui.