Alcuni italo-americani che apprezzano il sistema americano, non possono che applaudire al fatto che in Italia si pensi di eliminare il finanziamento pubblico ai partiti. E' uno dei tanti sprechi che servono a mantenere in piedi i partiti, ad esclusione del Movimento 5 Stelle, che li ha da sempre rifiutati.
C'e’ infatti un disegno di legge del PD, in via di discussione che all'articolo N. 1 annuncia: "E' abolito il finanziamento pubblico ai partiti".
In realta', classico dell'Italia, i partiti tradizionali continueranno a ricevere fondi pubblici, perche ovviamente hanno delle strutture non in grado di sopravvivere senza risorse. Cio' che si butta dalla porta rientra dalla finestra. Infatti continuando a leggere il disegno di legge, ai partiti gli si continueranno ad elargire fondi che non credo siano poi tanto diversi, nell'ammontare, da quelli dell'attuale legge.
Infatti la legge se approvata, stabilira' che le spese relative alla sedi (locazione, spese per luce, acqua, riscaldamento) saranno a carico dello stato.
Inoltre gli italiani con la loro dichiarazione dei redditi potranno devolvere il 2 per mille delle loro tasse.
Oltre alla discussione sul finanziamento pubblico, vorrei far notare che gli italiani, sono gia' obbligati a devolvere l'8 per mille a confessioni religiose, principalmente alla Chiesa Cattolica, e salta agli occhi, almeno per chi apprezza vivere in uno stato laico, che l'importo destinato alle confessioni religiose e' di fatto il quadruplo rispetto a quello che sara' devoluto ai partiti. In un certo senso, per lo stato italiano, la Chiesa e' 4 volte piu' importante dei partiti.
Insomma, discutiamo pure se il finanziamento pubblico ai partiti sia giusto o sbagliato.
Dove invece non c'e' niente da discutere e' che in Italia, il potere statuale e civile e' subordinato a quello religioso e ecclesiastico. Siamo cioe' una teocrazia.
Arturo Busca, Florida
* Nelle elezioni politiche 2013 Busca era tra i candidati nelle liste del Movimento Cinquestelle per la Circoscrizione Nord e Centro America