Sta seduto nel suo ufficio, il solito ciuffo ora brizzolato ma sempre disordinato, sigaro spento tra le dita di una mano, il cellulare che non da tregua nell’altra. Risponde, se c’è chi protesta contro la sua scelta di fare di nuovo il candidato-sindaco di Palermo appena presentata, viene messo in riga con fermezza: "Io lo devo a Palermo". A 64 anni e tre mandati da sindaco alle spalle non è esattamente quello che si intende per ’il nuovo’, né in termini generazionali né in termini politici. Ma questo a Leoluca Orlando, fama da sindaco antimafia in tutto il globo, non interessa proprio. Non tramonta mai la stagione per un rinnovamento morale, etico e economico della sua città, anche se nel frattempo – dal suo primo mandato nel 1986 fino all’ultimo finito nel 2000 – sono passate epoche: l’era Berlusconi e le elezioni di Obama, 11 settembre e la guerra in Iraq, al posto di crescita si parla di spread e default. Non ha digerito la leggerezza con la quale i partiti del centrosinistra hanno approvato le primarie di Palermo, nonostante irregolarità e una sospetta spinta tattica del centrodestra del Governatore siciliano Lombardo, e così rompe con coalizioni e partiti come 30 anni fa.
Perchè non ha accettato Ferrandelli come candidato sindaco, perchè improvvisamente si è candidato Lei, correndo da solo?
Palermo ha bisogno di un governo di centro sinistra alternativo ai dieci anni di malgoverno di centrodestra, anni che hanno portato Palermo al dissesto finanziario. Il centro sinistra ha indetto delle primarie che sono state inquinate da brogli, scambi di voti, dalla presenza massiccia della destra che ha condizionato il risultato. Sono in corso alcune inchieste della magistratura. Ho rivolto un appello al centrosinsitra per trovare un candidato unitario e per non tener conto di risultati assolutamente inattendibili. Il PD si è rifiutato e ha confermato il candidato che è risultato essere vincitore per 120 voti su 30.000 e nonostante il fatto che siano stati contestati i gazebi il cui annullamento porterebbe addirittura rovesciare il risultato. A questo punto, di fronte ad un risultato ’alla perversione’ delle primarie, di fronte ad un PD subalterno a Lombardo, mi è sembrato proprio doveroso presentare la mia candidatura. Palermo ha il diritto di non essere ostaggio di una continua illegalità.
Ma il PD ha accettato questo risultato anche con il benestare del suo leader nazionale Bersani.
Il PD sta commettendo un grossissimo errore perchè ha messo sotto i piedi la questione morale due volte: in Sicilia sostenendo il governatore Lombardo, inquisito per Mafia, e lo fa riconoscendo delle primarie che si sono svolte in maniera irregolare. Palermo non merita di essere condizionata dalla sottovalutazione della questione morale!
Perche Ferrandelli, suo ex-pupillo, scende a questi patti?
Non posso che esprimere apprezzamento per il percorso di Ferrandelli, solo che poi questo percorso, per smanie di arrivismo e opportunismo, lo ha portato a consegnarsi nelle mani della peggiore politica siciliana, nelle mani di coloro che nel PD sono alleati con Lombardo, insisto ancora una volta, del centrodestra e inquisito per mafia. E poi questo percorso è culminato con i suoi rappresentanti di lista che alle primarie sono finiti sotto processo da parte dei magistrati per utilizzo illegale di schede elettorali e voto di scambio e per le minacce nei confronti di liberi elettori. Il suo è un percorso positivo che è finito malamente.
Parliamo del candidato Orlando che corre solo con il suo IDV. Qual è l’elettore che farà vincere Orlando?
Sono tutti i Palermitani che pensano di avere il diritto di coniugare il rating della Moody’s con i conti in regola, con i bisogni che emergono dai vicoli, con il diritto di vedere riconosciuti i propri meriti: cioè una città mediterranea ma anche europea, una città che ha il diritto di mettere in campo la sua migliore classe dirigente non affidandosi ai giochetti di palazzo, portandola allo sbaraglio.
Come vorrà governare questa città, oggi a rischio default?
Il programma è: mai più come oggi, il futuro sarà il passato, legando quella straordinaria stagione che viene ricordata come la ’primavera’, in cui il Comune di Palermo aveva grande credibilità internazionale e in cui riusciva a trovare risorse internazionali e fondi europei perchè presentava progetti proposti da tecnici competenti, ma in cui allo stesso tempo la città aveva costruito una rete sociale e aveva puntato sul significato economico della cultura. Una città che era diventata modello può essere di nuovo modello.
Ma era un’epoca in cui c’erano tanti soldi, l’economia era in crescita, c’erano fondi pubblici e europei in abbondanza. Ora chi deve investire?
Lo possono fare i Palermitani. Lo può fare un’ amministrazione comunale credibile. Questa è una città dagli enormi potenziali. Io credo che il rigore della gestione finanziaria accumulato nelle mie esperienze passate e la credibilità internazionale servano anche a risolvere i problemi economici.
Credo che le due cose stiano insieme e costituiscano una straordinaria marcia in più che purtroppo in questi dieci anno Palermo non ha avuto.
Quali sono concretamente i settori di economia sui quali puntare?
Il settore sul quale puntare a Palermo è proprio Palermo. Occorre mettere Palermo sul mercato internazionale. Occorre che il mercato internazionale, anche quello finanziario, capisca che Palermo è un luogo dove investire, dove si possono realizzare rapporti con gli imprenditori locali. E’ una realtà dove le università possono interloquire con i centri di arte e scienze del resto del mondo. Il futuro di Palermo è esattamente nel suo nome, nel suo essere ’porto’: nell’essere un luogo di possibile approdo.
Quale ruolo e quale potere ha la mafia oggi a Palermo?
La mafia esiste ancora ma non si presenta piu con il volto della lupara. Si presenta con il volto di acluni pezzi della borghesia corrotta in giacca e cravatta che diventa il paravento di quella che noi chiamiamo la ’nuova mafia’. Si confonde con l’amministrazione e con l’economia rispettando apparentemente le regole ma il principio è sempre lo stesso.
Mentre su piano nazionale i partiti del centro sinistra cercano disperatamente consenso e idee, Lei rompe gli schemi e va a fare il candidato sindaco a Palermo.
Intanto vorrei ricordare che Palermo è una città importante per la vita del nostro Paese. In politica non esistono luoghi più o meno importanti dove impegnarsi e in questo momento ha un valore nazionale il fatto che io mi stia impegnando a Palermo. Ha un valore nazionale mandare il messaggio che per noi, per me, una coalizione alternativa al berlusconismo non può essere un berlusconismo in salsa siciliana, né può essere ignorare la questione morale, ancor meno può essere chiudere gli occhi a primarie false e inquinate.
Ma sul piano nazionale la già fragile unione tra i partiti di sinistra subirà un ulteriore ferita.
Mi auguro che faccia capire al PD che non si può giocare su due tavoli: non può da una parte difendere i diritti dei lavoratori e dall’altra parte subire le politiche di questo Governo, come non può da una parte affermare il principio di eticità e dall’altra parte essere conivolto in scandali a Milano, a Bari e in primarie inquinate a Palermo.
Ma come può la sinistra trovare una comune linea politica?
Quello che serve al Paese non è mettersi insieme comunque, quello che serve al Paese, esattamente come serve a Palermo e come serve alla politica italiana è che si stia insieme avendo gli stessi obbiettivi e gli stessi valori. Se gli obbiettivi sono diversi e i valori non coincidono, mettere insieme tutto in un’ammucchiata crea soltanto confusione nell’elettorato.
Prima sindaco antimafia, poi sindaco della ’primavera’: che motto dovrebbe essere legato, per questo mandato, al nome Orlando?
Vorrei che al mio nome fosse legato un messaggio molto semplice: Palermo ha il diritto di vivere il terzo millenio.
*precedentemente pubblicato su www.lindro.it