Ministri “tecnici” per il governo dell’emergenza. L’Italia affidata agli esperti e le scelte di Napolitano-Monti (le oltre due ore di consultazione prima di comunicare la lista hanno confermato quanto il Quirinale sia stato protagonista nella nomina dei ministri) sono promettenti. Il presidente del Consiglio, grazie all’aiuto di Napolitano, è riuscito a non cedere alle pressioni dei partiti (soprattutto quelle del Pdl) per innestare certi uomini di “fiducia” come sarebbe stato Gianni Letta per Berlusconi. Inoltre il Professor Monti sembra aver compreso che il governo che dovrà cercare di ristabilire la fiducia dei mercati nell’Italia e quindi nell’Europa, non può procedere cercando di ottenere sempre il consenso dei partiti, ma deve agire sulle riforme nonostante gli ostacoli posti dai partiti. Sarebbe stato inutile puntare tutto sulla durata di fine della legistaltura innestando nel governo lo scudo di qualche politico, cioè Monti ha realizzato che Napolitano lo ha incaricato perché tocca al suo governo “d’emergenza” fare quello che i partiti non erano più in grado di portare a termine in tempi strettissimi, che sono mesi non certo anni. Dal primo discorso che Monti terrà domani in Parlamento, si capirà quali saranno le scelte che il suo governo intende subito affrontare tra le priorità già dettate ad agosto dall’Europa. Nella lista dei ministri, certamente risaltano le tre donne per ministeri “pesanti”, con gli Interni, la Giustizia, il Lavoro-politiche sociali che rispettivamente vanno alle “tecniche” Anna Maria Cancellieri, Paola Severino ed Elsa Fornero. Ma da New York, ci interessa sottolineare la scelta di Monti per il nuovo ministro degli Esteri: Giulio Terzi di Sant’Agata. L’ambasciatore d’Italia a Washington, che conosciamo da quando arrivò a capo della missione italiana all’ONU, è una scelta che va interpretata ben oltre la “tecnica”. Con Terzi, il duo Napolitano-Monti lancia un chiaro segnale politico-strategico: il nuovo governo a Roma che tenta di salvare l’Italia e l’Europa, punta all’intesa transatlantica con gli Stati Uniti come condizione fondamentale per il successo. L’Italia e l’Europa, dicono in sostanza Napolitano-Monti, come prima e forse più di prima, hanno bisogno dell’aiuto dell’alleato americano. Terzi, con le sue indiscusse capacità ed esperienza, rappresenta soprattutto questo messaggio che il nuovo governo di Roma invia ad Obama, nominando ministro degli Esteri l’ambasciatore che la sua amministrazione apprezza da due anni. Ricordiamo che Terzi è stato il diplomatico che a Washington ha dovuto gestire la difficile convivenza tra l’amministrazione Obama e il governo Berlusconi, soprattutto dopo quelle imbarazzanti “rivelazioni” dei cables di Wikileaks. E’ vero, gli USA, come ha già indicato Obama, in questi tempi di recessione economica rivolgeranno lo sguardo sempre più verso l’Asia. Ma non potranno trascurare l’Europa. Anche ieri, durante il viaggio verso il vertice di Bali, Obama ha ripetuto quanto sia fondamentale per l’intera economia globale, la fiducia nelle capacità di ripresa del vecchio continente. Monti, per guidare la Farnesina, sceglie il diplomatico di carriera che col Dipartimento di Stato e direttamente anche con la Casa Bianca, ha saputo guadagnarsi rispetto e fiducia. La scelta di Terzi rientra nella strategia di Roma di recuperare Washington come spalla ideale per bilanciare in Europa il direttorio dell’asse Parigi-Berlino e ridare all’Italia il ruolo che le spetta nell’Ue.