A sinistra Antonio Iavarone e Anna Lasorella del Columbia University Medical Centre
Martedì sera il Columbia University Medical Center terrà uno speciale “fund raising”, «Accelerate the Cure», per reperire fondi da destinarsi alla ricerca sui tumori al cervello dei bambini. L’importante appuntamento avrà luogo al Sistina (tel. 212 304-7223). Muoiono più bambini per tumori al cervello che non perché colpiti da leucemia. Ogni anno se ne diagnosticano oltre 3.000 casi nuovi, con il 70% per chi non abbia ancora compiuto i quindici anni d’età.
La ricerca ha permesso di ridurre la mortalità di almeno il 20% negli ultimi trent’anni nella popolazione in generale e, in particolare per i bambini, questa pecentuale sale addirittura al 40-70%. Una pronta diagnosi e una migliore qualità di vita sono gli elementi che più hanno contribuito a ciò. Ciò che, purtroppo, continua a difettare, è la mancanza di interesse e di fondi per queste ricerche. Ependimoma, medulloblastoma e altri tumori cerebrali sono forme tumorali rare, ancora purtroppo difficili da curare e, soprattutto, poco studiate, alle quali i ricercatori si stanno dedicando per migliorare drasticamente le terapie disponibili. Molte forme di cancro dei bambini si riescono già oggi a curare, come detto prima, con successo: le leucemie e i linfomi, in particolare, guariscono in due casi su tre. Spesso gli ex piccoli malati di linfoma o di leucemia tornano a distanza di anni a trovare i loro medici, magari per presentare la fidanzata o i figli.
Ma per altri tumori, lo scenario è ben diverso. La sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è ancora limitata.
Sono bambini molto sfortunati. Innanzitutto perché la loro malattia si chiama cancro. Poi perché il loro tumore è ancora difficile da guarire. Infine perché è una malattia rara, quindi meno toccata dai progressi della ricerca. Per di più, anche dopo la guarigione spesso i guai non sono finiti perché questi piccoli ex pazienti, che i pediatri oncologi continuano a seguire negli anni, sono a volte costretti a pagare un prezzo molto alto come conseguenza sia del tumore sia delle cure a cui sono stati sottoposti.
È una realtà che lascia il segno anche in medici abituati a fronteggiare la sofferenza e sono stati proprio i pediatri oncologi a segnalare questo problema grave e tutt’altro che risolto.
L’équipe del Columbia University Medical Center (di cui fan parte i dottori Antonio Iavarone e Anna Lasorella) ha colto il peso morale di questo dramma e quindi ha deciso di farsi carico dei piccoli malati di tumore al sistema nervoso centrale creando una task force scientifica che mettesse in atto un programma di ricerca volto a migliorare drasticamente le possibilità di trattamento di questi bambini.
Le difficoltà da affrontare erano e restano molte. Poiché questi tumori sono rari è innanzitutto difficile il reperimento di materiale tumorale adeguato da studiare. Fortunatamente lo sviluppo tecnologico in campo molecolare di questi ultimi anni consente oramai di fare ricerca anche su pochissima materia prima e permette studi impossibili fino a pochi anni fa. I tumori nei bambini differiscono di gran lunga da quelli che interessano invece gli adulti. Mentre per gli adulti queste forme cancerogene s’originano nella corteccia cerebrale, nei piccoli ciò si verifica nei cosiddetti “cerebellum, brain stem & fourth ventri- cular region”. Il modello della disseminazione tumorale è estremamente importante per i tumori al cervello. Il controllo “locale” è problematico per molte delle forme che interessano i bambini. Alcuni di essi, specialmente quelli detti embrionali, tendono a ramificarsi presto e in fretta attraverso il sistema nervoso e il trattamento iniziale deve tener conto di ciò.
Le basi neurobiologiche di tali differenze sono ancora per lo più sconosciute: la relazione tra il tipo di tumore e la parte ove si sviluppa è capita assai poco e anche le ragioni per cui un particolare tumore si
sviluppa in una parte del cervello anziché in un’altra restano tuttora misteriose. Anche lo studio di quei tumori che si sviluppano sia nei bambini sia negli adulti non porta a conclusioni rilevanti.
Ciò che si conosce fino ad oggi è l’unicità degli aspetti che interessano il cervello di bambini e adolescenti. Alcuni par che siano congeniti (come quelli teratoidi), e la ricerca sul loro modo di manifestarsi e diffondersi può portare a significativi risultati, anche in ambito neurobiologico. Occorre perciò fissare di più atten ioni ed energie 1) sulle cellule d’origine dei vari tipi di tumori cerebrali per bambini, 2) sulla relazione fra un normale sviluppo cerebrale e le basi biologiche di un tumore infantile, 3) sui fattori responsabili di alcuni di questi tumori che si sviluppano nel sistema nervoso, 4) sulle differenze fra i timori cerebrali nei bambini e quelli negli adulti, 5) studiare negli animali le similitudini con i tumori cerebrali pediatrici, e 6) su migliori definizioni molecolari per le giuste e tem-
pestive prognosi.
L’impedimento maggiore a che questo accada è nel non capire la distinzione fra i tumori pediatrici e quelli adulti. Inoltre occorrerebbe intensificare il più possibile gli studi sugli aspetti molecolari, genetici e biologici che interessano questi particolari tumori. Questo tipo di ricerca viene effettuato nei laboratori del Columbia Medical Center di New York e, tra gli scienziati coinvolti, ci sono i dr. Iavarone e Lasorella. A determinare la malignità di questi tumori è soprattutto la loro crescita dipendente soprattutto dalle intrinseche alterazioni del ciclo cellulare e la tendenza all’angiogenesi, la formazione cioè di nuovi vasi sanguigni. Perché si possa agire contro di essi con più efficacia e tempestività occorre ovviamente intensificare le ricerche apposite; ecco perché “Accelerate the Cure” diventa perciò anche un “must” morale.