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March 6, 2018
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Nissoli, Alderisi e La Marca: le donne che lotteranno per gli italiani in America

Interviste a confronto a Fucsia Nissoli (FI), Francesca Alderisi (FI) e Francesca La Marca (PD), elette in Parlamento nella ripartizione Nord-Centro

Giulia PozzibyGiulia Pozzi
Nissoli, Alderisi e La Marca: le donne che lotteranno per gli italiani in America

Le tre elette nella ripartizione Nord Centro America: da sin., la deputata Fucsia Nissoli Fitzgerald (FI), la senatrice Francesca Alderisi (FI), la deputata Francesca La Marca (Pd).

Time: 8 mins read

Tre donne in Parlamento per rappresentare gli italiani in Nord-Centro America. Le deputate Fucsia Angela Fitzgerald Nissoli, del Connecticut, e Francesca La Marca, di Toronto (entrambe già elette 5 anni fa), e la senatrice Francesca Alderisi, conduttrice televisiva Rai al primo mandato politico, sono le tre elette d’Oltreoceano in questa tornata elettorale di cui tutto il mondo sta parlando, perché, in Italia, a fare l’exploit sono state due forze politiche – Movimento Cinque Stelle e Lega – tradizionalmente classificate come “populiste” ed euroscettiche. All’estero, invece, gli elettori sembrano essere stati più conservatori, tanto che il Pd – nonostante il tracollo patrio – è rimasto il primo partito quasi ovunque tranne che, principalmente, in Nord America, dove a fare cappotto è stato il Centrodestra. I pentastellati, invece, sono rimasti decisamente al di sotto della media nazionale. Non a caso, Fucsia Nissoli – che ha superato il collega leghista Matteo Gazzini – è di Forza Italia, come Francesca Alderisi, mentre Francesca La Marca è del Pd. Ma al di là delle rispettive appartenenze politiche – che evidenziano una controtendenza rispetto a quanto avvenuto in Italia -, impossibile non parlare del “boom rosa” giunto da Oltreoceano in un momento storico di “riscossa”, in tutti i settori, per le donne, con il movimento #MeToo che, soprattutto in America, fa un gran parlare di sé. Abbiamo chiesto dunque alle neoelette di commentare per noi della Voce questo risultato elettorale, e di ricordare ai nostri lettori (ricordare perché, come i più affezionati si ricorderanno, prima delle elezioni abbiamo intervistato appositamente tutti i candidati) le priorità del proprio mandato, anche in quanto donne, in Parlamento.

Domanda – In Italia, un indubbio trionfo di M5S e Lega, e un innegabile crollo del Pd. All’estero, invece, il M5S non sfonda, il Pd resta in molte zone primo partito, ma in Nordamerica vince il Centrodestra. Gli italiani all’estero sono meno “arrabbiati” di quelli che vivono in Italia? E, in generale, che riflessione si può trarre da un risultato così netto in patria?

Nissoli “È un risultato che in parte era atteso, ma la geografia elettorale denota un profondo cambiamento dell’Italia. Il centrodestra vince in Nord America ma va forte anche in Italia, solo che l’analisi del dato interno alla coalizione ci porta a rilevare un aumento di consensi della Lega sicuramente legato ai problemi derivanti dall’aumento dei flussi migratori. Infatti, gli italiani all’estero sono sì meno arrabbiati degli italiani in Italia perché non vivono quotidianamente il contatto con gli immigrati e quindi le problematiche derivanti sono meno percepibili all’estero”.

Alderisi “Credo che in generale abbiamo assistito ovunque a un voto orientato al cambiamento dopo anni di fallimentari Governi di centrosinistra. Il risultato di questa volontà è che la coalizione di centrodestra si è rivelata la prima forza politica. La maggioranza dei cittadini, che vivono in Italia e non, hanno deciso di dare fiducia a chi ha veramente la voglia di fare e di cambiare con tanta determinazione. Ora è il momento di ripartire e io sono molto motivata e pronta a dare il mio contributo. Il mio impegno, come ho sempre ribadito, è rivolto particolarmente ai nostri connazionali che vivono lontano da qui ma che vogliono un contatto vivo e reale con l’Italia e soprattutto essere fieri della loro madrepatria”.

La Marca “L’esito del voto è abbastanza chiaro per quanto riguarda il giudizio degli elettori, abbastanza oscuro invece circa le prospettive che si aprono per il governo del Paese e per il suo cammino di ripresa dalla crisi molto profonda che l’ha stretto negli ultimi anni. Non c’è dubbio, infatti, che la ventata populistica che spira da tempo in Europa abbia trovato in Italia varchi anche più ampi di quelli che si potevano prevedere. In sostanza, le tensioni derivanti dalla regressione sociale che la crisi ha determinato si sono tradotte in un voto punitivo verso le forze che nell’ultima legislatura si sono dovute assumere le maggiori responsabilità per fronteggiare una situazione di seria emergenza. Dalla postazione estera, invece, a queste vicende si guarda con minore rabbia ed esasperazione e con quel senso di responsabilità necessario a favorire il ritorno dell’Italia in modo positivo e autorevole nel concerto internazionale. In quest’ottica, è più facile riconoscere il ruolo politico e di governo di una forza come il PD che ha guidato la ripresa del Paese, ha accresciuto la gamma dei diritti, ha favorito una proiezione del nostro sistema in ambito globale come non era mai avvenuto finora. Questo è già avvenuto in occasione del referendum istituzionale e si è ripetuto coerentemente con queste elezioni”.

Domanda – Il voto estero è stato fin da subito sconquassato da tante criticità: le tante denunce che circolavano sul web da parte degli stessi elettori che riscontravano presunte irregolarità; le valide inchieste delle Iene – che hanno fatto partire un’indagine della Digos -; l’inchiesta aperta dalla Procura di Roma per la ripartizione Nord Centro America, dove peraltro si è potuta candidare, raccogliendo più di 900 voti, una lista come Free Flights to Italy; i cosmici ritardi nello spoglio a Castelnuovo di Porto. Che pensate al riguardo? Ritenete sia un sistema che vada riformato, anche per garantire più garanzie e democrazia agli italiani all’estero?

Nissoli “Sin dall’inizio della scorsa Legislatura ho pensato che il voto all’estero andasse riformato. Bisogna evitare i brogli e riformare il sistema in maniera tale che sia più efficace ed efficiente. In questo contesto è ipotizzabile l’introduzione del voto elettronico in concomitanza con il voto per corrispondenza, nel frattempo bisogna rendere più sicuro e snello sia il sistema di voto che le operazioni di scrutinio. Infatti, non è agevole far confluire le schede di tutte le Ripartizioni nello stesso posto e si potrebbero individuare postazioni differenti a seconda della Ripartizione estera evitando i disagi e gli ingorghi del 5 marzo mattina sulle strade che confluivano a Castelnuovo di Porto. Per quanto riguarda la lista Free Flights to Italy, spero che la Magistratura faccia subito luce a riguardo e se ci sono delle colpe, che i colpevoli siano subito perseguiti, in modo da rassicurare sui loro diritti tutti gli italiani all’estero elettori. Personalmente, purtroppo, devo dire che ho avuto, in passato, una spiacevole esperienza con il Sig. Macario che ha diffuso notizie false sul mio operato e sulla mia persona. Lascio, pertanto, intendere la mia opinione in merito”.

Alderisi “Al di là delle contestazioni che riguardano casi eventualmente gravi che adesso sono al vaglio delle autorità competenti, sarebbe auspicabile immaginare un sistema digitale, come ha detto anche il Presidente Berlusconi, per l’Italia così come per l’estero. Così facendo ci sarebbe la possibilità di dare maggiore rapidità al sistema, ridurre le zone d’ombra di un meccanismo innegabilmente spesso troppo complesso e facilitare in piena sicurezza il diritto di voto soprattutto degli italiani lontani dal nostro Paese”.

La Marca “Francamente, non sono tra coloro che ad ogni tornata elettorale si uniscono al coro che canta il de profundis del voto degli italiani all’estero. Non che siano mancate violazioni delle norme di legge e delle regole comportamentali, peraltro in molti casi individuate e punite, anche a livello giudiziario, ma nel complesso il sistema ha retto. Oggi di che cosa parliamo? Del servizio delle Iene su un’intervista a un procacciatore di schede in Germania? C’è stato un comunicato della Farnesina che ne ha contestato sostanzialmente la validità. Quanto all’apertura di un’indagine della Procura di Roma, ricordo che in presenza di una denuncia, soprattutto se proveniente da strutture del MAECI, si tratta di un atto dovuto. È bene dunque attenderne gli esiti. Non sto contestando, naturalmente, l’esigenza di intervenire anche normativamente per rafforzare i sistemi di sicurezza con tutti i possibili accorgimenti. A questo proposito, nelle ultime due legislature come Gruppo del PD abbiamo presentato precise proposte di legge al riguardo. Sto soltanto sottolineando che dobbiamo evitare, in una materia che attiene alla materia dei diritti di cittadinanza, di buttare l’acqua sporca e il bambino. Il voto per corrispondenza è stato individuato come il sistema che più degli altri risponde al dettato costituzionale di dare “effettività” al diritto di voto degli italiani all’estero. Ragioniamo pure su come possiamo consolidarlo e renderlo meno esposto ad interventi ultronei, ma, ripeto, facciamolo senza approssimazioni e superficialità perché è in gioco un fondamentale diritto”.

Domanda – È significativo il fatto che, in questo periodo storico, siano state tre donne a “fare cappotto” in Nord Centro America. Ricordate ai nostri lettori quali saranno le prime due priorità del vostro mandato.

Nissoli “Le donne hanno una sensibilità particolare nel rappresentare le esigenze degli altri e questo ci ha portato alla vittoria. Le donne sanno ascoltare e prendersi cura nel modo giusto e questo lo sanno trasferire anche a livello politico ed istituzionale, per cui, una volta iniziata la nuova Legislatura, sarà mio compito lavorare soprattutto ad un tema costitutivo della persona, soprattutto emigrata, e cioè la cittadinanza. Voglio fare in modo che chi ha perso la cittadinanza italiana recandosi all’estero possa riottenerla con una semplice domanda al Consolato competente per territorio. Inoltre, mi preoccuperò di fare in modo che l’italiano che vive fuori dai confini nazionali possa sentire l’Amministrazione più vicina ed efficiente anche grazie all’uso delle nuove tecnologie, per cui sarà più facile ottenere un documento anche all’estero. Si tratta di rendere fruibili le innovazioni che già risultano attive sul territorio nazionale a partire dall’identità digitale”.

Alderisi “Per me è assolutamente prioritario lavorare su un tema molto sentito da moltissimi nostri connazionali: il riottenimento della cittadinanza. Chi nasce italiano deve essere riconosciuto tale e di questo ne farò una battaglia personale. Fondamentale dal mio punto di vista anche il potenziamento della rete consolare all’estero; una richiesta che nei tanti anni trascorsi a stretto contatto con migliaia di italiani nel mondo, attraverso il programma televisivo di servizio di Rai Italia “Sportello Italia”, mi è stata spesso indicata proprio da loro quale prioritaria. Riguardo questa vittoria al femminile, come affermato in una precedente intervista per La Voce di New York, ci sono moltissime donne di valore che fanno comunque fatica a raggiungere gli stessi obiettivi professionali di un uomo, solo perché a parità di bravura si preferisce un uomo. Il fatto che siamo tre donne ad avere conquistato il “podio” in Nord America è l’evidente segnale di una controtendenza. Per concludere con un sorriso ed un po’ di ironia, mi viene in mente una frase di Margaret Tatcher in cui affermava “If you want something said ask a man, if you want something done ask a woman.” Con l’occasione vorrei augurare buon lavoro alle colleghe Nissoli e La Marca complimentandomi per avere riconfermato la loro nomina in Parlamento. Chissà se magari possano essere proprio le donne, seppur di diversi schieramenti politici, a rendere più compatta la rappresentanza dei diciotto rappresentanti parlamentari eletti all’estero. Ecco, questa potrebbe essere la vera priorità, il punto dal quale ripartire…”

La Marca “Che tutte le elette della ripartizione Nord e Centro America siano donne non può che farmi piacere. Non perché sia donna o sia tra le elette, ma perché è un segnale di un cambiamento di mentalità in un ambiente – quello degli italiani in America – tradizionalmente sommerso da stereotipo di tipo maschilista. Mentre ancora si discute sul modo in cui far avanzare una reale parità di genere in diversi campi, tra i quali quello della rappresentanza politica e istituzionale, gli elettori di questa ripartizione rispondono con una scelta inequivocabile, senza farsi irretire da pregiudizi duri a morire. Insomma, un messaggio e un esempio che in tutta modestia gli italiani all’estero danno a quelli residenti in Italia. Spero che faccia riflettere e sia accolto con simpatia”.

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Giulia Pozzi

Giulia Pozzi

Classe 1989, lombarda, dopo la laurea magistrale in Filologia Moderna all'Università Cattolica di Milano si è specializzata alla Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e ha conseguito un master in Comunicazione e Media nelle Relazioni Internazionali presso la Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale (SIOI). Ha lavorato come giornalista a Roma occupandosi di politica e affari esteri. Per la Voce di New York, è stata corrispondente dalle Nazioni Unite a New York. Collabora anche con "7-Corriere della Sera", "L'Espresso", "Linkiesta.it". Considera la grande letteratura di ogni tempo il "rumore di fondo" di calviniana memoria, e la lente attraverso cui osservare la realtà.

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