Un Pd in picchiata, decisamente abbandonato dagli elettori, dopo cinque anni di governo; una sinistra del tutto residuale; un Movimento Cinque Stelle primo partito, fortissimo al Sud, e un centrodestra prima coalizione – rigorosamente a trazione leghista -, forte al Nord. Le elezioni del 4 marzo non hanno consegnato al Paese una maggioranza assoluta, ma certamente hanno scombussolato non poco gli equilibri politici a cui siamo abituati. Ma cos’hanno votato i nostri connazionali all’estero?
Le circoscrizioni estere – tradizionalmente più conservatrici di quelle italiche – sembrano aver attenuato il successo dei pentastellati, che, secondo i dati ad ora riportati sul sito del Ministero dell’Interno, si fermano al 17% dei voti. Primo partito è invece il Pd, che esce in Italia con le ossa rotte ma all’estero riesce a stabilizzarsi sul 26-27% sia alla Camera che al Senato. Al secondo posto, la coalizione di centrodestra, che supera il 20% (tra il 21 e il 22% sia alla Camera che al Senato). Il Maie si attesta invece al 10%. In generale, il crollo del Pd in Italia non è condiviso dagli elettori all’estero, visto che i dem si confermano primo partito in Europa e nella ripartizione Asia-Africa-Oceania. Degno di nota, l’exploit del Maie in Sudamerica, che alla Camera sfiora il 30% dei voti.
E gli italiani in Nord e Centro America chi hanno votato? Lì ha prevalso il centrodestra, con il 32% dei voti alla Camera e il 34 al Senato, seguito però a ruota dal Pd, con il 29% dei voti. Il Movimento Cinque Stelle leggermente più alto della media della circoscrizione, con il 18% dei voti, il Maie al 6% e +Europa che doppia abbondantemente il risultato raggiunto in Italia (sotto il 3%), giungendo al 6%.
Quanto agli eletti, alla Camera sono riconfermate Fucsia Nissoli, candidata per il centrodestra, con 6739 voti, e Francesca La Marca (PD), che ne ha ottenuti 8605. Al Senato, invece, toccherà a Francesca Alderisi (centrodestra), che si è attestata su una cifra di circa 11mila preferenze. Nissoli si è aggiudicata gli Stati Uniti d’America con 4.257 voti, superando la concorrenza del leghista Matteo Gazzini (3.087), e ha tenuto botta in Canada, pur non essendo la prima della sua coalizione. La Marca ha vinto in tutte le aree più importanti, imponendosi nettamente sia su Giovanni Faleg, che su Rocco Di Trolio e Isabella di Valbranca. Al Senato, invece, Alderisi ha doppiato il suo avversario interno Mario Cortellucci e distaccato sia Angela Pirozzi del PD (circa 6mila voti), sia Fiorenzo Borghi del Movimento 5 Stelle (circa 3mila).
E i risultati della lista Free Flights to Italy, di cui noi della Voce abbiamo denunciato presunte irregolarità e sulla quale è in corso un’indagine della Procura di Roma? La lista di Giuseppe Macario, secondo gli ultimi aggiornamenti del Viminale, ha preso comunque lo 0,08% dei voti, con 946 preferenze. Di queste, 255 sono andati a Macario e 204 a Bettina Anna Maria Borrelli. Questi oltre 900 voti dovrebbero essere annullati, o addirittura potrebbero delegittimare il voto dell’intera ripartizione?