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February 16, 2018
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Augusto Sorriso: mi candido per dedizione alla comunità e… un pizzico di ambizione

Per il candidato del NJ al Senato per il MAIE, le priorità sono “rete consolare ormai al tracollo, riacquisto della cittadinanza e IMU sulla prima casa"

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Augusto Sorriso: mi candido per dedizione alla comunità e… un pizzico di ambizione
Time: 4 mins read

Da quanti anni e perché vive all’estero? Perché ha deciso di candidarsi e perché con questa lista? 

 “Vivo in NJ da 25 anni. Tanta dedizione alla comunità ed un pizzico di ambizione”. 

 Quale considera il problema più immediato dell’Italia e come si dovrebbe affrontare?

“La disoccupazione e il problema dell’immigrazione. Investimenti e tagli finalmente seri agli enormi sprechi”. 

Quale problematica inerente gli interessi dei cittadini italiani residente all’estero, e in particolare in Nord-Centro America, considera la più urgente e cosa proporrebbe fin dal primo giorno dell’apertura dei lavori del Parlamento? 

“Rete consolare ormai al tracollo, riacquisto della cittadinanza e IMU sulla prima casa. Tutti problemi sul tappeto da oltre dieci anni e mai risolti dai nostri rappresentanti qui eletti nei partiti romani e affossati regolarmente”. 

Sarebbe disposto, e quanto, ad andare contro le decisioni del vostro partito qualora queste andassero a sfavore dei cittadini italiani all’estero? C’ è una forza politica o un leader politico al quale lei non voterebbe mai la fiducia in Parlamento anche se il partito lo chiedesse? 

“Mi candido nel MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero) proprio per non avere padroni ‘romani’ e con una lista nata all’Estero solo per difendere i nostri interessi in Parlamento. Tutti i rappresentanti dei partiti romani promettono sempre che lo faranno nei fatti hanno votato sempre agli ordini dei partiti affossando le nostre legittime aspettative. Chiusure dei Consolati, IMU, fondi per lingua e cultura e quant’altro. A me tutti i leader vanno bene, purché vengano incontro ai nostri bisogni. Quelli del passato sono invotabili, negli ultimi dieci anni hanno fatto tabula rasa dei nostri diritti”. 

Il Nord e Centro America sono una zona enorme, dal Canada al Messico e oltre, come pensa realmente di conoscere e rappresentare tutte le comunità di italiani che ci vivono? Non c’è il rischio di un distacco e di una vita “romana” lontana dai problemi di chi vi ha eletto?

“Se eletto considererò gli impegni romani come ‘vacanza impegnata’ e nel tempo che mi sarà concesso di passare nel mio collegio elettorale, invece, svolgere il mio lavoro visitando comunità, associazioni e Comitees. Lo stipendio da parlamentare deve essere speso al servizio della comunità”. 

La lingua italiana è fra le più studiate al mondo (la quarta…), eppure le cattedre nelle università del Nord America diminuiscono… Cosa farebbe di concreto per promuoverla in modo migliore nel Nord e Centro America?

“I fondi per lingua e cultura sono al minimo grazie anche alla disattenzione dei nostri eletti. La Francia spende 300 milioni di euro, noi solo tre. Questo disastro va corretto. I parlamentari italiani si dilettano su quanto sia importante questo capitolo. Di fatto, chiusa la porta dell’aereo che li riporta in Italia è già tutto dimenticato”. 

Cosa vorrebbe che l’Italia imitasse dalla democrazia degli Stati Uniti (Canada, Messico, Repubblica Dominicana…)  e cosa invece vorrebbe che il vostro paese di residenza imparasse dal modo di far politica in Italia? 

“La scelta dei parlamentari. Qui è impensabile la nomina ormai consolidata dei parlamentari che si fa in Italia, anche per questo c’è distacco dalla politica. Il cambio della casacca dipende dal fatto che i parlamentari cambiano in funzione della possibilità che il capo di un partito li metta ai primi posti della lista. Possono stare in vacanza ed essere eletti. Nessun rapporto tra eletto ed elettore. Non credo ci sia nulla da importare! Storture ci sono anche qui, ma non è il sistema politico italiano a poter insegnare qualcosa ovunque”.

C’è un personaggio storico italiano (nella politica come nella letteratura, arti, scienza…) al quale vorrebbe ispirarsi nei valori e nelle idee per la sua carriera in Parlamento? 

“Alcide De Gasperi. Non posso nemmeno lontanamente pensare di avvicinarmi alla sua grandezza, ma rimane un esempio valido per tutti in ogni tempo”. 

Cosa pensa delle problematiche sulla parità di genere? Gli abusi sessuali sulle donne: un problema urgente che necessita immediati interventi anche legislativi, oppure solo uno scandalo di Hollywood? E in Italia, è giunto forse il momento di eleggere un Presidente della Repubblica donna? 

“Non credo ci sia questo problema anche se onestamente ancora gli uomini devono fare qualche passo importante per il rispetto dell’altro sesso. Le donne oggi si fanno rispettare e quelle capaci arrivano senza aiuti ed a volte contro qualche pregiudizio. Le vicende Hollywoodiane sono molto complesse, dare un giudizio non è facile, ma credo subire un vero stupro sia cosa ben più atroce di quanto raccontatoci. I personaggi maschili sono indifendibili e qualche volta vittime. I personaggi femminili sono spesso vittime e qualche volta approfittatrici. Giudizio in ogni caso difficilissimo. Se la donna è valida, credo sia opportuno votarla per la più alta carica dello Stato, votare per una donna solo in quanto tale non credo sia una opportunità. Per me il simbolo di una donna che poteva assumere questo incarico era Nilde Iotti, fuori dalla mia idea politica ma figura di sicuro affidamento per la Nazione”. 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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