Ho letto con attenzione le parole che Silvio Berlusconi ha speso per rilanciare il centrodestra alle prossime elezioni nella Circoscrizione Estero Nord e Centro America. La nostra circoscrizione. La nostra casa. Bene, vorrei ricordare all’ex presidente del Consiglio, che ha speso le solite promesse per spingere la candidatura dei suoi, che dopo la caduta del governo Draghi questa è diventata per noi una scelta di campo, per parafrasare un suo famoso slogan di molti anni fa.
Vorrei dire a lui e a voi che le prossime elezioni politiche rappresentano uno spartiacque tra due idee dell’Italia, dell’Europa e del mondo.
Da una parte le forze sovraniste e populiste, i partiti dell’irresponsabilità che hanno scelto di destabilizzare il quadro seguendo un incerto calcolo elettorale e sacrificando la credibilità e che ha rappresentato per diciotto mesi l’esperienza del governo Draghi. Dall’altra ci siamo noi. Il Partito Democratico sta costruendo le sue alleanze politiche, ma è innanzitutto con i cittadini che vuole trovare l’intesa sui valori prima che sulle proposte: la serietà, l’impegno, il rispetto della parola data.

Questo centrodestra non è stato all’altezza delle sfide che stanno affrontando gli italiani, non è stato in grado di garantire quel minimo di senso di responsabilità che sarebbe servito per condurre il Paese verso una conclusione ordinata della legislatura, approvando le riforme fondamentali che servono per ottenere i fondi europei per la ripartenza.
A queste forze politiche non possiamo affidare nulla. Se dovessero vincere le elezioni i populisti e i sovranisti, insieme, rischiano di far saltare quel cammino riformatore e di mettere a rischio i 220 miliardi di finanziamenti che aspettiamo. Per l’Italia significherebbe un salto nel buio della recessione economica. Diventeremmo, da paese guida e fondatore dell’Unione Europea, il fanalino di coda. A rischio non ci sono complicate alchimie di bilancia pubblica, c’è la nostra idea stessa di paese inserito in un contesto europeo.
Gli italiani residenti all’estero devono essere protagonisti di questa sfida.
Noi più degli italiani che vivono in Italia, sappiamo quanto il prestigio personale e l’autorevolezza pubblica di Mario Draghi contassero, avessero un peso nella gestione presente e nelle prospettive future. Dobbiamo far sentire la nostra voce. Dobbiamo dire che noi non vogliamo essere rappresentati da forze politiche che hanno deluso così profondamente le aspettative di gran parte degli italiani, che hanno affossato un governo di alta levatura per calcoli di basso profilo. Dobbiamospiegare ai partiti che hanno negato la fiducia a Draghi che questa volta hanno passato il limite e ora non possono riproporsi sotto le insegne della responsabilità e del pragmatismo, perché alla prova dei fatti hanno tradito quelle promesse.

E dobbiamo spiegarlo attraverso il voto. L’unico strumento davvero a nostra disposizione. Non basta indignarsi, serve mobilitarsi. Serve costruire le condizioni politiche per sostenere l’agenda Draghi per i prossimi anni e per farlo occorre costruire un impegno dal basso che parta dalla consapevolezza di ciascuno di noi.
Il Nord America è sempre stata un’area guida da questo punto di vista. Le profonde radici storiche, il legame con l’Italia è fortissimo. Non è solo un fatto storico o legato alle migrazioni, è un comune sentire morale ed etico. Il lavoro, il merito, l’impegno premiato sono elementi comuni che rimandano al carattere tanto degli italiani quanto dei nordamericani. Crescere o affondare. La sfida è questa e occorre vincerla.
E questo vale non solo per quanti risiedono già da anni fuori dall’Italia. Ma rivolgo un appello anche a chi si trovasse all’estero anche solo per un breve periodo. Serve la voce di tutti. Entro il 24 agosto gli italiani temporaneamente all’estero che volessero votare per corrispondenza – anziché tornare in Italia – dovranno esercitare l’opzione comunicandolo al comune di residenza. Poi, dall’8 settembre, i consolati invieranno il plico agli elettori che dovranno rinviarle entro le 16.00 di giovedì 22 settembre.
I partiti del centrodestra proveranno a raccontare la solita storia del voto per la serietà, per la responsabilità, per le scelte pratiche. Ma adesso sappiamo che hanno mentito, che hanno abbandonato l’Italia nel momento nel quale ne aveva più bisogno di quella serietà e di quel senso di responsabilità condiviso. Non possiamo lasciare loro la guida del paese per i prossimi cinque anni e non possiamo permetterci, come italiani che vivono e lavorano all’estero, di eleggere dei rappresentanti che abbiano sostenuto posizioni così irresponsabili. Dobbiamo opporci al populismo e al sovranismo. Conto su di voi.