Per quasi tre anni ha guidato l’Italia da Presidente del Consiglio, stando a capo del Paese nei momenti più drammatici della pandemia.
Oggi, Giuseppe Conte è leader del Movimento 5 Stelle in una campagna elettorale diversa da quella condotta nel 2018. Molti che allora c’erano oggi non ci sono più e le tre esperienze di governo vissute in questa legislatura ormai al termine ne hanno cambiato le fondamenta.
Dopo scissioni, dissidi interni e revisioni, Conte punta a portare in Parlamento il suo nuovo Movimento.
Presidente Conte, gli ultimi sondaggi danno il Movimento 5 Stelle in crescita. Qual è l’obiettivo minimo alle elezioni in termini di percentuali per riuscire ad avere un peso nella prossima legislatura?
“I sondaggi non ci interessano, l’unico termometro politico realmente affidabile è ascoltare le istanze dei cittadini attraverso un confronto diretto nelle piazze e sui territori. C’è un lavoro costante che portiamo avanti per capire quali sono gli interventi urgenti da mettere in campo per supportare famiglie e imprese. E questo è il lavoro che continueremo a fare in Parlamento, mantenendo gli impegni presi e difendendo tutte quelle misure di sostegno sociale che il Movimento 5 Stelle ha realizzato a tutela dei cittadini più fragili”.

Il Movimento 5 Stelle, in questa legislatura, su 18 parlamentari eletti all’estero ne ha portata una (la deputata Elisa Siragusa eletta in Europa), che è poi passata nel 2020 al gruppo Misto. Questa volta, dopo il taglio del numero dei parlamentari da voi fortemente voluto con il referendum del 20- 21 settembre 2020, gli eletti all’estero diventeranno 12. Chi sono i vostri candidati e che progetti avete per l’enorme comunità di cittadini che vivono fuori dai confini nazionali?
“I candidati del Movimento 5 Stelle sono presenti in tutte e quattro le ripartizioni della circoscrizione Estero. Molti di loro sono attivisti storici, altri si sono avvicinati più recentemente perché si riconoscono nelle nostre battaglie per l’ambiente e la transizione sostenibile. Sono convinto che con il loro impegno riusciremo a raggiungere ottimi risultati e a invertire la tendenza di una partecipazione al voto molto bassa, per colpa anche di un sistema di voto per corrispondenza che non funziona e si presta facilmente a brogli. Nel nostro programma una sezione speciale è dedicata ai cittadini italiani all’estero, sono tutte proposte concrete e volte a migliorare la loro qualità della vita. Fra queste annoveriamo il riconoscimento dei contributi versati all’estero, l’istituzione di un fondo pensione per gli iscritti AIRE, la possibilità di accedere a una copertura totale del servizio sanitario nazionale, l’apertura di sportelli di primo arrivo presso i Consolati, maggiori investimenti nel digitale e la promozione di lingua e cultura italiana. Infine, il Movimento 5 Stelle propone l’abolizione dell’IMU e della tassa sui rifiuti sulla prima casa di proprietà degli italiani residenti all’estero”.
In uno dei suoi ultimi post lei scrive “tra meno di un mese una nuova ondata di caro-bollette e caro-energia minaccia di mettere in ginocchio metà Paese”. A livello politico, come si muoverà per cercare di risolvere questi problemi giustamente messi in evidenza senza essere più a Palazzo Chigi, ma alla guida di un partito che non potrà contare sui numeri ottenuti nel 2018?
“In realtà, questi problemi li abbiamo sollevati già lo scorso febbraio, mettendo in guardia il Governo su una crisi economica ed energetica che tutti sapevano sarebbe arrivata. Nei mesi scorsi abbiamo chiesto a gran voce che il Governo si impegnasse ai tavoli europei per ottenere un Energy Recovery Fund. Purtroppo, è stato fatto poco o nulla. Oggi è il Fondo Monetario Internazionale a chiederlo all’Europa. Abbiamo portato al Premier Draghi un elenco di 9 proposte per rispondere alle esigenze dei cittadini in questo periodo difficile, tra cui uno scostamento di bilancio per mettere soldi veri sui conti correnti di imprese e famiglie prosciugati dal caro bollette e dal caro benzina. Non abbiamo ricevuto risposte. Si è preferita l’attesa, si è scelta la strategia del rinvio mentre il Paese rischia di bruciare. Questi sono i fatti. Noi abbiamo le idee chiare, portiamo avanti un’agenda progressista con impegni precisi da portare a termine nella prossima legislatura e su questi chiediamo il sostegno dei cittadini”.

I politici dicono spesso di non guardare i sondaggi, ma se il 25 settembre il Movimento 5 Stelle dovesse ottenere il risultato che viene pronosticato oggi (circa il 14%), deciderà di stare da solo all’opposizione o sarà disposto a valutare un’alleanza, ad esempio con i vecchi compagni di governo del Partito Democratico?
“Con questi vertici del Pd non c’è possibilità di dialogo: noi siamo intransigenti, livelliamo verso l’alto l’asticella. I vertici Pd hanno sacrificato l’agenda progressista del Conte 2 sull’altare di un’agenda Draghi che non esiste. Andiamo orgogliosamente da soli e saremo la sorpresa di queste elezioni politiche”.
Gli elettori, in cabina elettorale, si troveranno di fronte a un Movimento molto diverso da quello che si presentò alle urne nel 2018. Se dovesse scegliere un punto di forza sul quale scommettere tutto per convincerli a votarvi ancora, sarebbe uno dei temi “storici” (ad esempio il reddito di cittadinanza), oppure no? E quale sarebbe?
“Il punto di forza è l’idea di società che proponiamo. I principi delle origini oggi vivono all’interno di una forza politica più strutturata, che si è data una Carta dei principi e dei valori che ispira ogni nostra azione. Siamo il Movimento dell’etica pubblica, della legalità – che significa giustizia, equità, meritocrazia, pari opportunità di vita -, dell’aiuto ai cittadini che non ce la fanno e alle piccole imprese che arrancano tra mille difficoltà. Vogliamo realizzare una società a misura di persona. Crediamo che l’unica prospettiva possibile siano la transizione ecologica, energetica e digitale. In questi 5 anni abbiamo portato a casa l’80% del programma 2018. Noi la prova di governo l’abbiamo superata in una delle fasi più difficili della storia. Nei primi giorni di marzo del 2020 fui costretto a mettere tutta Italia in lockdown a causa della pandemia. Pochi giorni dopo varammo le prime misure economiche con cui tenere in piedi il tessuto produttivo e sociale. Poco più di due mesi dopo l’Italia aveva già misure senza precedenti che hanno salvato milioni di persone e posto le basi per la grande crescita del Pil 2021. Mi riferisco al Reddito di Emergenza, al decreto Liquidità per le imprese, al Superbonus 110% e a tanto altro. Quattro mesi dopo ottenemmo in Europa quello che fino a pochi mesi prima era eresia anche solo proporre: il Recovery Fund finanziato con un debito comune europeo. Abbiamo un programma elettorale ricco di idee realizzabili. Proponiamo un salario minimo legale e il contrasto al lavoro precario, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, un fisco più semplice e leggero, il completamento del sistema di protezione sociale, la transizione energetica fondata sulle rinnovabili, la stabilizzazione dei bonus edilizi e di Transizione 4.0 per le imprese, con l’innovativo meccanismo della circolazione dei crediti fiscali, un pacchetto su politiche di genere e diritti civili che nessun partito ha”.

Mario Draghi, da quando è iniziata la guerra in Ucraina, è stato il più fedele alleato europeo degli Stati Uniti e in Europa, insieme a Macron e Scholz, ha costituito un asse che l’ha portato fino a Kiev. Per il Movimento che posizione deve tenere l’Italia rispetto agli Usa? E l’Italia, nel caso vincesse la destra, riuscirebbe comunque a far parte di questo terzetto europeo?
“L’asse a tre mi pare si sia ridotto a due, visto che Scholz e Macron hanno raggiunto un accordo per un mutuo soccorso sull’energia, si scambieranno gas contro energia elettrica, tagliando fuori il nostro Paese. L’hanno chiamata “solidarietà”, a me pare il contrario dello spirito comunitario europeo. In ogni caso sulla nostra collocazione internazionale il Movimento 5 Stelle ha un’idea molto chiara e netta: l’Italia è un amico sincero e un solido alleato degli Stati Uniti, da decenni. Siamo convintamente nel patto euro-atlantico, come è naturale che sia. Pensiamo però che vi si debba stare in condizione di parità con gli altri partner, anche con spirito critico se serve. Unione Europea e Stati Uniti devono diventare due player che dialogano e operano alla pari nell’interesse dell’equilibrio mondiale, della stabilità economica, della pace, della diffusione dei diritti e del benessere. Sulla guerra in Ucraina, ad esempio, io penso che la strategia adesso perseguita non sia la migliore se vogliamo la pace e se vogliamo fermare le tragiche conseguenze umanitarie ed economiche scaturite dal conflitto. Non vedo la necessaria attenzione, in Europa così come negli Usa, verso la faticosa ma indispensabile costruzione della pace. Con il centrodestra al governo e con le loro ricette già bocciate dalla storia o semplicemente inesistenti, la credibilità internazionale dell’Italia non può che arretrare”.
Come dovrebbe collocarsi secondo lei l’Italia sul piano internazionale nei rapporti con la Cina, considerato l’asse atlantico rafforzato da Draghi?
“Il Movimento 5 Stelle al Governo ha da sempre dimostrato assoluta lealtà ai partner occidentali e totale rispetto degli impegni presi dall’Italia nell’ambito della Nato e della Ue. Detto questo, con la Cina come con altri Paesi occorre continuare a coltivare la via della cooperazione e del dialogo, soprattutto in un contesto internazionale così complesso come quello attuale. Ma anche a sostegno delle nostre imprese che operano sul mercato cinese e in settori strategici come la lotta ai cambiamenti climatici e la transizione globale verso fonti di energia rinnovabili. Non è una strategia saggia lasciare che si crei una rigida divisione del mondo in due blocchi, con i Paesi occidentali da un lato, e Russia, Cina e India e resto del mondo dall’altro lato”.
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