Le criptiche parole “negare”, “difendere” e “deporre”, scritte con un pennarello indelebile sui bossoli lasciati dal killer di Brian Thompson, dirigente di UnitedHealthcare ucciso in un agguato davanti all’Hilton di Manhattan, non sono solo indizi del possibile motivo dell’omicidio. Sono anche l’urlo di rabbia di chi ritiene di essere stato imbrogliato dalle compagnie di assicurazione medica.
Una rabbia che potrebbe essere esplosa davanti ai capziosi argomenti dell’industria della Salute che, per risparmiare, fa di tutto per negare o ritardare le cure più costose per i propri assicurati.
“Negare, ritardare e difendere è un detto comune”, ha affermato l’avvocato Paul Napoli al Wall Street Journal che ha intentato numerose cause contro le compagnie di assicurazione, tra cui UnitedHealthcare. “È il loro modus operandi per negare, o ritardare, la copertura assicurativa”.
Aziende multimiliardarie, con profitti stratosferici che, con un cinico calcolo, quando è il momento di dover pagare le spese mediche, arzigogolano cavilli legali creando ritardi, rinvii nelle udienze e nelle deposizioni, comportando spese che molto spesso gli assicurati non possono sostenere. Nel frattempo i pazienti che non ricevono le cure muoiono. Se gli eredi poi le citano in giudizio, le società assicurative spendono molto meno di quello che avrebbero dovuto sborsare inizialmente.
Secondo i dati degli enti regolatori statali e federali, le compagnie assicurative respingono circa una richiesta di trattamento su sette. E la maggior parte delle persone non si oppone: uno studio ha rilevato che solo lo 0,1% delle richieste respinte ai sensi dell’Affordable Care Act, una legge progettata per rendere l’assicurazione sanitaria più accessibile e prevenire i dinieghi di copertura per condizioni preesistenti, viene formalmente impugnato. Ciò porta molte persone a pagare di tasca propria cure che pensavano fossero coperte o addirittura a saltarle del tutto.
Abusi che rendono miliardi alle compagnie assicurative con il governo federale che mal tutela gli intessi del pubblico. Forse sarà perché l’industria della Salute versa quasi 200 milioni di dollari alle lobby, una cifra inferiore a quella dell’industria farmaceutica che ne versa quasi il doppio.
L’ultimo abuso risale alla settimana scorsa intentato dalla Anthem Blue Cross Blue Shield, un’altra società di assicurazione medica, che in una nota mandata ai medici affermava che avrebbe limitato la copertura dell’anestesia in alcuni Stati se un intervento chirurgico avesse superato un limite di tempo stabilito. Solo dopo che operatori sanitari e pazienti sono insorti, la decisione, che doveva entrare in vigore a febbraio, è stata revocata.
Nei tribunali amministrativi a livello nazionale il 40% delle dichiarazioni della “bancarotta personale”, lo stato di insolvenza individuale, è dovuta alla impossibilità di far fronte alle spese mediche. Un’indagine condotta da Kaiser Health News e NPR dimostra che 100 milioni di persone negli Stati Uniti, tra cui il 41% degli adulti, sono afflitte da un sistema sanitario che spinge continuamente i pazienti a indebitarsi per poter far fronte alle spese mediche.
Il sistema assicurativo sanitario federale si basa su programmi gestiti dal governo come Medicare e Medicaid, integrati da assicurazioni private spesso a un costo elevato. Anche quando un individuo è coperto da assicurazione la copertura medica può essere costosa, con co-pagamenti, franchigie e premi che si sommano. Rivolgersi per le cure a un medico o a un ospedale fuori dalla rete assicurativa (cosa che può essere fatta involontariamente, ad esempio se si viene soccorsi in ambulanza) può comportare spese esorbitanti.
Sotto la direzione di Brian Thompson, l’azienda ha realizzato 74 miliardi di dollari di fatturato nel trimestre più recente, guadagnandosi il titolo di più grande sussidiaria di UnitedHealth Group. L’AD aveva uno stipendio di 10,2 milioni di dollari all’anno ed è stato uno dei dipendenti più pagati della società che di “negare”, “difendere” e “deporre” ne aveva fatto il proprio vangelo. Un omicidio che ricorda l’inizio degli Anni di Piombo, nel 1972, quando le Brigate Rosse sequestrarono Idalgo Macchiarini, dirigente della Siemens di Milano. Fu solo un sequestro lampo (durò un’ora) in cui i brigatisti scattarono una foto che poi mandarono ai giornali in cui si vedeva il rapito con un cartello appeso al collo in cui era scritto: “Colpirne uno per educarne cento”. Fu l’inizio dello scontro armato tra i gruppi eversivi e lo Stato in una forma estrema di polarizzazione della dialettica politica per le mancate riforme in una società in fermento che poi produsse la lotta armata e il terrorismo. E le scritte “negare”, “difendere” e “deporre” hanno ora focalizzato l’attenzione sulle ciniche pratiche usate dall’industria della Salute perché si parla dell’omicidio e si dà la caccia all’assassino, ma l’America riflette anche sulla tirannica gestione delle assicurazioni mediche private.