Fra meno di un mese gli elettori si recheranno alle urne per eleggere il prossimo presidente. Le previsioni vogliono che queste del 2024 saranno le elezioni con un’affluenza record. In alcuni Stati, gli americani hanno già cominciato a votare sia depositando le schede nelle cassette del voto anticipato che per posta.
Una campagna elettorale “strana” questa del 2024, nata come una rivincita tra Donald Trump e Joe Biden che poi, dopo il ritiro dell’attuale capo della Casa Bianca, si è trasformata in una corsa tra l’ex presidente e Kamala Harris.
Attualmente i sondaggi affermano che la candidata democratica ha un leggero vantaggio su Trump. Tuttavia, se le elezioni si dovessero tenere oggi l’ex presidente sarebbe ancora il favorito. Questo perché, negli Stati Uniti, vince chi ha il maggior numero di Grandi Elettori e non chi guadagna il voto popolare. Nel 2016, Hillary Clinton aveva ottenuto quasi 3 milioni di voti in più di Trump, ma non aveva raggiunto la quota sufficiente di Grandi Elettori per andare alla Cassa Bianca.
Ogni Stato dell’Unione ha un Collegio Elettorale formato da un gruppo di Grandi Elettori (“electors” in inglese) che votano per il presidente e che varia in base alla popolazione. La California, lo Stato più popoloso, ne ha 54, mentre il Wyoming, che di abitanti ne ha pochi, ne ha 3. Il candidato che ottiene più voti nello Stato si aggiudica tutti i Grandi Elettori. In tutto sono 538. Questo numero corrisponde alla somma dei rappresentanti alla Camera (435), dei senatori (100) e di 3 Grandi Elettori assegnati a Washington, capitale federale che non ha parlamentari. Per andare alla Casa Bianca bisogna ottenere almeno 270 Grandi Elettori.
Fra i 50 Stati dell’Unione, quelli che possono riservare sorprese alle elezioni, i cosiddetti “swing states”, sono 7 – Pennsylvania con 19 Grandi Elettori; Georgia e North Carolina, con 16; Michigan con 15; Arizona con 11; Wisconsin con 10; e Nevada con 6. Solo 93 Grandi Elettori decideranno chi andrà alla Casa Bianca. Al momento, i candidati sono divisi da non più di 2 punti percentuali secondo i sondaggi. Ed è per questo che svolgono la loro campagna elettorale principalmente in questi Stati.

Gli Obama scendono in campo per Kamala Harris
Kamala Harris è volata a Detroit, in Michigan, uno degli Stati in bilico, forte degli ottimi risultati sull’occupazione rilasciati oggi dal Dipartimento del Lavoro.
La candidata democratica continua a corteggiare i “colletti blu” e gli iscritti ai sindacati, una tradizionale base di sostegno del Partito Democratico che, però, negli ultimi anni, è stata attratta dal populismo di Trump. Durante il suo discorso, la vicepresidente ha ripetutamente detto ai dipendenti del sindacato United Auto Workers e International Brotherhood of Electrical Workers che “la contrattazione collettiva avvantaggia tutti”. Un corteggiamento più insistente dopo che i sindacati dei Teamsters e dell’International Association of Firefighters si sono rifiutati di sostenerla in questa elezione.
A Flint, in Michigan, Harris si è incontrata con alcuni leader della comunità musulmana per garantirsi il sostegno della popolosa comunità arabo-americana che minaccia di non andare ai seggi, per protestare con la linea filo-israeliana della Casa Bianca. L’organizzazione “Emgage Action”, legata alla comunità musulmana, ha già annunciato il sostegno per la candidata democratica sottolineando però di essere deluso per la posizione dell’amministrazione Biden su Gaza.
When unions are strong, America is strong. pic.twitter.com/C8xf6VxIis
— Kamala Harris (@KamalaHarris) October 4, 2024
In aiuto di Harris, sono accorsi l’ex presidente Barack Obama e l’ex First Lady Michelle. La prossima settimana saranno accanto a lei negli Stati “indecisi” e la prima tappa sarà Pittsburgh, in Pennsylvania. Ad agosto, i due coniugi le avevano già dato il loro appoggio politico durante la Convention Democratica decretando che Harris rappresenta la continuazione della loro stessa visione dell’America. “Non abbiamo bisogno di altri quattro anni di pettegolezzi e caos – aveva detto l’ex presidente riferendosi alla prospettiva di una rielezione di Trump. – Abbiamo già visto quel film e sappiamo tutti che il sequel è di solito peggiore. L’America è pronta per un nuovo capitolo”.
Nel 2008 Kamala Harris è stata una delle prime sostenitrici di Obama, viaggiando in Iowa durante la campagna del 2008 per svolgere la campagna elettorale per lui. Favori ricambiati, perché Obama ha raccolto in questi mesi 76 milioni di dollari per la campagna elettorale della candidata democratica.
Nel team elettorale di Harris già ci sono diversi ex consiglieri di Obama, tra cui lo stratega David Plouffe, Stephanie Cutter e Mitch Stewart.
Eric Schultz, uno dei consiglieri di Obama, ha detto che l’ex presidente sta facendo “tutto il possibile per aiutare a eleggere sia Harris che tutti i democratici in tutto il Paese”.
Musk prenderà parte al rally in Pennsylvania con Trump
L’ex presidente Donald Trump è andato in Georgia e si è incontrato con il governatore repubblicano Brian Kemp per parlare dei danni causati dall’uragano Helene. I due, in elicottero, hanno sorvolato una ampia zona distrutta dall’uragano.
È la prima volta che i due si incontrano dalle elezioni del 2020. Trump negli ultimi quattro anni ha ripetutamente coperto di insulti il governatore, accusandolo di non aver fatto abbastanza per aiutarlo a ribaltare la sconfitta elettorale subita nel 2020 in questo Stato. Nei giorni scorsi l’ex presidente aveva affermato nei suoi comizi che l’amministrazione Biden non era stata in grado di intervenire prontamente con gli aiuti dopo l’uragano. Accuse peraltro smentite dallo stesso Kemp che ha detto di aver parlato al telefono con Biden nel fine settimana al quale ha espresso la sua gratitudine per l’immediato sostegno che il governo federale stava dando alla Georgia.
A un mese dalle elezioni Trump è in una situazione in cui, se non vince a novembre, con tutti i procedimenti giudiziari, soprattutto dopo le ultime rivelazioni contenute nella memoria depositata dal procuratore Speciale Jack Smith sul suo coinvolgimento del tentativo insurrezionale del 6 gennaio, è spacciato. L’unica salvezza per lui resta la rielezione che gli darebbe 4 anni di immunità e la possibilità di cancellare le inchieste federali che lo vedono come protagonista. Per prendere consensi cerca di aizzare l’insoddisfazione nei confronti dell’amministrazione Biden e di associare in modo sempre più stretto Harris alle decisioni del presidente. Accuse che poco importa se non si basino sulla verità dei fatti, ma dette per mantenere e alimentare l’astio nei confronti dei democratici. Fra le tante bugie dette da Trump c’è quella secondo cui la risposta al disastro è stata influenzata dall’immigrazione: in un discorso, ha affermato che le vittime dell’uragano non stanno ricevendo “alcun aiuto” perché il governo federale aveva speso i soldi “per mantenere persone che non dovrebbero essere nel nostro Paese. Kamala ha speso tutti i soldi della FEMA (la Protezione Civile), miliardi di dollari, per alloggi per migranti illegali”.
Accuse che hanno indispettito il presidente Biden. Dalla Casa Bianca ha affermato che il candidato repubblicano continua a spargere “veleno” e che le elezioni saranno “libere e regolari”, ma non sa se “saranno pacifiche. Quello che ha detto Trump è molto pericoloso”.
Dopo la Georgia, Trump è andato in North Carolina per un altro incontro con le vittime di Helene.
Domani Donald Trump tornerà a Butler in Pennsylvania dove un uomo armato ha cercato di ucciderlo due mesi fa. Con lui anche JD Vance, il candidato vicepresidente, ed Elon Musk, il proprietario di X, così come numerosi membri del Congresso, funzionari eletti locali, sceriffi e funzionari del partito repubblicano e la famiglia di Corey Comperatore, il pompiere ucciso nell’attentato.
I will be there to support! https://t.co/nokR0g3dn1
— Elon Musk (@elonmusk) October 4, 2024
Il Ceo di Tesla Elon Musk ha dichiarato in un post su X che andrà al comizio. “Sarò lì per sostenere Trump”, ha scritto Musk nel post della piattaforma social. Musk ha già contribuito a lanciare un comitato di raccolta fondi pro-Trump, noto come America PAC, che prende di mira gli elettori negli stati chiave indecisi. Ieri il Wall Street Journal ha segnalato che le donazioni del miliardario ai repubblicani sono iniziate già nel 2022, quando ha donato 50 milioni di dollari a un gruppo legato al consigliere di Trump Stephen Miller. Musk ha donato anche dieci milioni per sostenere la candidatura del governatore della Florida Ron DeSanctis. Donazioni fatte e non rese pubbliche prima che il miliardario acquistasse Twitter.