La terza serata della Convention Democratica è andata in crescendo con speaker di spicco e ospiti d’eccezione. A fare da filo conduttore, la libertà, di cui i repubblicani nella storia recente hanno provato a parlarne – libertà dal governo, per le armi, la deregulation – ma che appartiene visceralmente ai democratici – libertà di amare chi si vuole, di gestire il proprio corpo.
“Non sottovalutate mai un insegnante della scuola pubblica”, ha cominciato il suo discorso il governatore del Minnesota e candidato alla vicepresidenza Tim Walz. È stato semplice, coinciso, dimostrando di essere non un grande oratore ma un fedele compagno di viaggio e il vicino di casa genuino delle piccole città americane di provincia. “Nei miei anni alla Camera e poi da governatore ho imparato a scendere a compromessi senza compromettere i miei valori”. E poi si è lanciato sulle armi, argomento alquanto discusso in quanto veterano: “Sono un cacciatore, ma penso che dobbiamo avere un senso della responsabilità verso i nostri figli”. Intanto i suoi piangevano dalla commozione dal palchetto nello United Center.
Il leader della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries ha citato il “Pledge of Allegiance”, il giuramento di fedeltà alla bandiera, e il pubblico all’unisono ha ripetuto: “Una nazione al cospetto di Dio, indivisibile, con libertà e giustizia per tutti”.
L’ex presidente Bill Clinton, che ha tenuto uno dei discorsi più lunghi della serata aprendo con “siete orgogliosi di essere democratici?”, ha prima ringraziato il presidente Joe Biden per quello che ha fatto negli ultimi tre anni, ricordando cosa ha dovuto affrontare – la pandemia e due guerre, fra le altre cose. E poi ha fatto un paragone fra i due candidati. Da una parte Kamala Harris, “che dice: voi, voi, voi”, e dall’altra Donald Trump, “che è tutto un: io, me stesso e me medesimo”.
Anche Nancy Pelosi, speaker emerita e fra le democratiche più influenti del partito – si pensa che abbia spinto Biden a ritirarsi dalla corsa presidenziale, – ha ringraziato il presidente per aver “mantenuto intatta la democrazia”. “Il 7 gennaio 2021 abbiamo dimostrato che la bandiera è rimasta alta e lo dobbiamo dimostrare anche nel 2025”.
Il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, che era fra i papabili alla vicepresidenza di Harris, ha riportato il suo discorso sulla libertà che lo ha condotto alla vittoria nel 2022. Ha menzionato l’istruzione pubblica di qualità, la sicurezza nella comunità, le opportunità economiche e la protezione dei suoi diritti – tutti valori che il governatore ha dichiarato come propri del partito democratico. “La vera libertà arriva quando una ragazza può guardare la presidente e sapere che questa è una nazione dove tutto è possibile”.
Il segretario dei Trasporti Pete Buttigieg, anche lui sulla lista dei favoriti per la vicepresidenza prima che Harris scegliesse Walz, ha parlato della politica come qualcosa che coinvolge tutti gli aspetti della vita quotidiana, come possa essere “potenziante ed edificante”. E non come la descrivono i repubblicani, che vedono le persone con un diverso punto di vista come un nemico.
L’attrice di The Office Mindy Kaling ha inaugurato la serata ricordando con tenerezza l’amicizia con Kamala Harris. La poetessa Amanda Gorman ha presentato una nuova poesia, “The Sacred Scene”, sul sogno americano, scritta dopo che Biden si è ritirato dalla corsa presidenziale, secondo quanto ha dichiarato a Vanity Fair.
I cantanti Maren Morris, Stevie Wonder, Sheila E. e John Legend si sono esibiti sul palco dello United Center rispettivamente in Better Than We Found It, Higher Ground e Let’s Go Crazy (di Prince). Il pubblico li ha accolti cantando e ballando con loro.
Il comico Kenan Thompson si è fatto beffa di Project 2025, l’agenda di Donald Trump, facendo presente agli elettori con esempi pratici che cosa succederebbe se venisse messa in atto.
E poi, a sorpresa, è intervenuta Oprah Winfrey, l’unica fra tutti gli speaker della serata che si è riferita agli indipendenti e indecisi, e a tutte le “donne senza figli ma con gatti”: “I valori e il carattere contano più di tutto. Nella leadership e nella vita. E più di ogni altra cosa, sapete che questo è vero, la decenza e il rispetto sono sulla scheda elettorale nel 2024”.