La riforma costituzionale si farà e saranno gli italiani con un eventuale referendum a decidere la sorte di una scelta politica che il presidente del consiglio Giorgia Meloni pensa sia utile e necessaria all’Italia. Come si farà la riforma delle autonomie perché sarà un modo per responsabilizzare le Regioni e premiare i buoni amministratori. Si faranno nuove privatizzazioni nei prossimi 3 anni, ma non «regali a imprenditori ben inseriti nel sistema».
Lo stato resterà protagonista in economia dove serve, mentre si ritirerà dai settori dove la sua presenza non serve. L’immigrazione clandestina si risolve, non in tempi brevi, lavorando in Africa, favorendo un’immigrazione controllata e creando hotspot in quel continente. Fu un errore approvare in sede europea il Meccanismo di stabilità (MES) perché si sapeva che in Italia non esisteva una maggioranza parlamentare che lo avrebbe approvato.
Nella futura legge di bilancio, la preferenza va ai tagli di spesa e non all’aumento delle tasse. Per rilanciare l’Italia voglio riformare burocrazia e giustizia nel 2024. Dire che ci sono rischi democratici solo perché al governo toccherà nel prossimo futuro nominare nuovi giudici della Corte costituzionale non va bene. Ed è bene che l’opposizione al governo sappia che «non esiste più il mondo nel quale la sinistra ha più diritti degli altri». Non vuole lezioni di morale da chi chiede sempre le dimissioni dell’avversario politico e rivendica il garantismo per i propri affiliati. Toni soft in generale, ma decisionismo e determinazione sfoggiate con grandi sorrisi. È lo spartito che Giorgia Meloni ha scelto per la sua conferenza stampa (rimandata due volte per motivi di salute) con la quale ha aperto il 2024.
Con oltre 40 domande la Meloni ha potuto toccare tutti i tasti di attualità della politica del suo governo e il suo libro dei sogni da capo del governo. Si è appuntata da sola alcune medaglie come la velocità con cui è stata fatta la legge di bilancio, aver deciso di rafforzare la presenza dello stato in alcune aree degradate e dove il crimine aveva preso il sopravvento. Ha detto di non aver deciso se presentarsi capolista alle prossime elezioni europee, così come si è tenuta sul vago su quali saranno le scelte politiche per la prossima alleanza in Europa, ma sicuramente non appoggerà una coalizione di sinistra. Il presidente del consiglio ha annunciato che i contenuti del Piano Mattei, ovvero quel progetto di intervenire sul fenomeno migratorio costruendo un nuovo rapporto con i paesi africani, saranno annunciati nelle prossime settimane, così come un passo in quella direzione sarà una conferenza Italia-Africa in preparazione da molte settimane.
Se queste sono state le parole più importanti del suo colloquio con la stampa, adesso sarà da vedere che cosa riuscirà a realizzare. Teoricamente ha i numeri per governare agevolmente, nella pratica la maggioranza non è così unita e compatta come vorrebbe far credere. I tre partiti – Fratelli d’Italia, la Lega e Forza Italia – hanno comunque agende che su questioni importanti divergono e si è visto in questi mesi che ogni grande questione viene affrontata con lo spirito del do ut des all’interno della maggioranza. Le elezioni europee, poi, saranno lo spartiacque di equilibri diversi se i risultati non dovessero ripetere la fotografia dei rapporti di forza usciti dalle scorse elezioni politiche.
La strada è dunque tutta in salita e disseminata di ostacoli che non sono solo politici. Basta vedere che il presidente del consiglio ha dovuto rispondere anche alla domanda sul comportamento di un suo oscuro collega di partito e parlamentare che la notte di Capodanno aveva una pistola dalla quale è partito un colpo che ha ferito il partecipante a una festa. Annunciando di aver messo in moto i probiviri perché sia giudicato il comportamento.